STORII/MO YAN un'ultima volta; la bocca morse la polvere e si immobilizzò. La terra sabbiosa si rinfrescava lentamente, la temperatura del corpo si abbassava _conquella della terra. Era disteso, la faccia contro il suolo, fini particelle di polvere gli entravano nelle narici. Aveva voglia di muoversi ma non sentiva più il corpo, si concentrò nella ricerca delle quattro membra e finì per ritrovare il contatto con le braccia. Le stirò il più possibile, sentì scricchiolare le vertebre cervicali, come se il collo si rompesse ..Ricadde di nuovo bocconi, la bocca piena di terra, la lingua così dura che non riusciva più a muoverla. Riuscì infine a girarsi dopo aver inghiottito tre volte la polvere. Fissò allora il firmamento con una tristezza infinita, la luna si inclinava già verso sud irradiandogli le gambe rosse di sangue. Il cielo oscurandosi aveva preso una bella tinta argentata, la sabbia del fiume scintillava di schegge luminose che sembravano trafiggerlo come dei piccoli coltelli. Chiamò in aiuto la luna solitaria. La luna lo illuminava, la sua faccia livida e l'ombra che rifletteva avevano qualcosa di strano. Era la prima volta che la vedeva in questo modo, ed era terrorizzato dell'ombra che proiettava. Chiuse gli occhi per liberarsi di questa visione. Era perso nei suoi pensieri quando il viso di suo padre gli ap- . parve bruscamente attraverso il chiarore pallido della luna. Solo oggi scopriva suo padre. Aveva gli occhi gonfi, le pupille assomigliavano a due minuscole pere messe a macerare nell'acqua salata. Anche se in ginocchio, gli appariva ancora molto alto. Le scarpe in cuoio rivoltato, erano quelle che l'avevano maltrattato, chi sa! Suo padre supplicava in ginocchio: - Segretario, la prego, non si abbassi per dei poveracci come noi, non mancherò di dargli una buona correzione a questo figlio di cane! Dieci cani come lui non valgono la sua Piccola Zhenzi. Darei la mia carne per sua figlia sana e salva ... Il segretario si girò verso il padre con un sogghigno. Gli occhi lanciavano vetriolo. Il fratello lo trascinò fino a casa. I talloni lasciavano impronte sulla t\!rradura. Camminarono a lungo prima di uscire dall 'ombra del pioppo.L'ombra delle gazze e dei corvi gli spazzavano il viso come un piumino leggero. · Il fratello lo gettò nel cortile e gli sferrò una pedata urlando: - Forza in piedi! Non sai più cosa trovare, eh! per metterci nei guai! - Steso per terra, il bambino non osa va muoversi, il fratello continuò a riempirlo di pedate. -Allora, raddrizza la tua sporca carcassa! Sei forse fiero della tua impresa? Riùscì per miracolo a mettersi in piedi e indietreggiò passo a passo verso l'angolo del muro dove si immobilizzò guardando con terrore questo fratello ossuto e longilineo. Il fratello, furioso, si indirizzò alla madre: - Possa morire, è veramente un flagello. Per causa sua non potrò ormai più entrare nell'esercito. Lo sguardo del bambino implorava la misericordia della madre, lei non l'aveva mai picchiato. Sua madre gli si avvicinò, gli occhi pieni di lagrime. La chiamò col cuore stretto, le lagrime si mescolavano col moccio del naso. Ma sua madre si mise a ingiuriarlo come una furia: - Specie di tartaruga! Ah! pensi di intenerirmi con le tue lagrime! Ma questa volta niente può trattenermi! Senza nemmeno togliersi il ditale che portava al dito, gli mol58 lò uno schiaffo terribile proprio sull'orecchio. Il bambino lanciò un urlo di dolore. La madre restò un attimo sbalordita davanti a quésto grido che non aveva più niente di umano, poi si abbassò per prendere un ramo e lo frustò in pieno viso. I passeri nascosti negli anfratti dei muri, spaventati dai rumori secchi dei colpi, volarono via, con le ali spiegate nel crepuscolo. Il bambino si appoggiò con forza contro il muro e guardò sfilare davanti ai suoi occhi gli archi rossi che disegnava quel ramo ... Nel villaggio si udì debolmente il chicchirichì di un gallo. Il bambino emerse dal coma nel quale era affondato. Era intirizzito dal freddo e sentiva un pezzo di ghiaccio al posto dello stomaco. La luna spariva ad ovest, la Via Lattea disegnava delle piccole onde simili al tetto di una casa. Si girò, poteva finalmente muoversi senza difficoltà, il suo corpo rotolava come un tronco di legna da ardere. Non si rese conto che stava rotolando dal pendio verso un miserabile mucchio di patate dolci. Le patate dei contorni purpurei avevano un leggero sapore di amaro, lucciole grosse come noccioli di giuggiole danzavano e volteggiavano attorno agli occhi e le orecchie del bambino. Il padre arrivò barcollando, il ramo ancora in mano alla madre era stato completamente lisciato dai colpi, lei si fece lentamente da parte. - Rialzati, miserabile! - Ruggì il padre. Il bambino si fece ancora più piccolo. Il bambino si ripiegò con tutte le sue forze su se stesso, facendo scricchiolare le foglie delle patate dolci, il fiume era ricoperto da una gelata mattutina con qua e là dei ciuffi d'erba che si rizzavano come dei forti. Un liquido acre gli sgorgò di nuovo in gola e la bocca si aprì suo malgrado, per lasciar sfuggire dei piccoli grumi come di farina simili a sterco di gatto che si sparsero agli angoli delle labbra. Il bambino fu preso dal panico, e bruscamente ebbe il vago presentimento di qualcosa., Era unà ragazza dalle sopracciglia lunghe e fini che riposava sulla stuoia. I pianti di chi la vegliava si innalzavano come un canto. Era molto bella: sembrava un fiore da viva e continuava a sembrare un fiore da morta. Era entrato spinto da una folla rumorosa, nella stanza è' era solo una cintura rossa ancora appesa alla trave. Il viso della morta era sereno, indifferente alle persone che le si stringevano attorno. L'uomo dal viso rosso, segretario del Partito della brigata, arrivò perrendere un'ultima visita alla morta, gli occhi bagnati di lagrime; tutti si scostarono rapidamente per lasciarlo passare. Il segretario stava accanto al corpo della bambina, gli sembrava di scorgere, a tratti, l'abbozzo di un sorriso in- · cantevole e il fremito delle sopracciglia scolpite come code di rondini. Crollò al suolo, il corpo grondante. Tutti si lamentavano del destino crudele della giovane donna. Quand'era ancora in vita, nessuno si era occupato di lei, soltanto dopo la morte attirava l'attenzione, si era mosso perfino il segretario del Partito! La morte non era poi così terribile! Il bambino ne aveva trovato anzi qualcosa di seducente. Poi erano usciti tutti dalla camera in una grande confusione e molto presto la ragazza, la morte, tutto era scomparso dal suo spirito. Ed ecco che improvvisamente la ragazza, la morte - e gli
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