STORIE/MOYAN Il bambino aveva raggiunto la cima del pioppo, come un volo di api o un nugolo di farfalle nere gazze e corvi volteggiavano, là dove i rami erano più radi. bambino come l'ombra di uno spettro, galleggiava leggermente nell'aria e ondeggiava lungo la diga, dietro il villaggio. L'erba secca, le foglie ingiallite dèi pioppi e dei salici continuavano a morire. Il bambino avanzò lentamente, accompagnato dal mormoriodell'erba morente, dal rumore delle foglie secche e saltò a piccoli passi sulla diga. Si accovacciò, con il corpicino che spariva nell'ombra che lo avvolgeva.. Al mattino era una piccola rana raggomitolata, immersa in un sonnoprofondo. La gente del villaggio, attorno, l'osservava: pochi avrebbero potuto dire la sua età, o lo stesso nome. I genitori avevano uno sguardo da pesci, erano piantati là, incapaci di risponderealle domande degli altri. Era un bimbomagro, dalla pelle scura, aveva la bocca larga, il naso schiacciato, l'occhio vivace e brillante di chi non sa cos'è la malattia. Non aveva rivali nell'arrampicarsi sugli alberi. Ma quel mattino il suo volto era seppellito nell'humus delle zucche e furono le sue natiche a salutare l'affacciarsi del sole. Gli abitanti del villaggio, riuniti attorno al cadavere, i visi aridi come il deserto, fissavano le piccole natichepiù chiare del restodel corpo. Erano striatedi colpi, splendenti nella luce del mattino. Stavano tutti là a guardare. Come se si trattasse di un bel viso di bimbo, come se mi guardassero... Si era accovacciato sulla diga, le mani fra le gambepiegate, il mento sulle ginocchia. Aveva l'impressione che il cuore si fosse trasformato in un topo, lanciato in una sarabanda all'interno del suo corpo, prima nella gola, dopo nel ventre e ancora nelle membra. Tutto il corpo sembravauna tana di topi: il cuore come untopo vi si dibatteva a suo agio. La luna continuava a salire grondante di luce. Un vapore che non era né fumo né nebbia si dissipava dal villaggio verso l'alto, coprendo poco a poco le case. Solo la cimadel pioppo, l'albero piùalto del villaggio, foravalamassa informedel vapore. L'immagine faceva pensare ad unombrello, ad undadoaperto o ad uncoperchiodorato, o un fungovelenoso.Gli altri alberi del villaggio si ripiegavano su loro stessi, nessuno avrebbeosato sfidare il pioppo che puntava con superbia la cima verso il cielo. Ad una ventina di metri, gazze e corvi si frequentavano dai loro nidi fra i ramoscelli assemblati grossolanamente e dispersi qua e là fra i rami. Forse, proprio in quel momento, quand'era ancora accovacciato nel suo alone d'ombra, un grido simile a un singhiozzo uscì dalla sua gola secca. Forse, in quel momento si ricordò quel che gli era accaduto. Indossava una tunica troppo larga ed era a piedi nudi di fronte all'unica grande casa in mattoni del villaggio. Una deliziosa bambina dagli occhi neri come la lacca delle pedine del go abitava nella casa. La bambina gli domandò: - Piccolo Hu, sei capace di salire sul pioppo? Hu guardò la bambina con stupore, la bocca storta da una smorfia e il naso arricciato. ' - Non sei capace eh! Sì, hai paura! Hu si morse le labbra. - Saresti capace di andare a prendermi quel ramo? Voglioquello, vedi?Quelloche è dritto e tuttoliscio, così posso farmi una pistola, e dopo giochiamo alla guerra, tu fai la spia e io il soldato dell'Esercito di Liberazione. Hu scosse forte la testa. -Lo sapevo che nonne eri capace, non sei per niente una piecola tigre, sei piuttosto una piccola trota!- continuòlabambina arrabbiata, - d'ora in poi non giocheròpiù insiemeate. Guardò con i suoi occhi neri e splendentilabambina, ilbroncio sulle labbra come se stesse cominciandoa piangere.Strofinò i piedi per terra e- D'accordo, salgo- disse. - Sul serio? -chiese la bambina felice. Scosse forte la testa, si tolse la tunica,scoprendolapellebruna. - Fai la guardia? - aggiunse.- I mieimihannoproibitodi salire sugli alberi-. . La piccola prese i vestiti e gli fece segno:potevacontaresudi lei. . Strinse il tronco fra i piedi. Pelle ruvidae spessaliricop~1va permettendoglidi aderireal troncosenzascivolare.S_iarra_mp1cava con la facilità di un gatto come se questodonoghvemssedal cielo. La bambina, semprecon i vestiti inmano,ilvisoalzato,sservava il pioppo che lentamente si piegavaversodilei.~ba_lordita guardava il bambino mezzonudoche facevapiegare11~1oppo come un arco, che da un momentoall'altropotevascagliarlo nel cielo. Si mise a tremare. L'albero si raddrizzòdinuovonella luce crepuscolare di fine autunno. Videil ramoscintillanteinclinarsi e vibrare nell'aria azzurrina.Alcuniramipiùpiccolidanzavano nell'aria limpida come il ghiaccio.Dellefoglieeranorimaste ancora attaccate ai rami, e benché appassiteavevanoconservato la loro tintabluastra. Ilmovimentodeiramieraaccompagnato dal rumore leggero delle foglie morte.Labambina,sogg!ogata da questa magiadel pioppo, guardavailbambinochecontmuava ad arrampicarsi. . . , - Scendi presto, piccolo Hu, l'albero vienegiù!gndola bimba. Il bambino aveva raggiunto la cima delpioppo,comeu?volo di api o un nugolo di farfalle nere, gazzee corvivolteggiav~- no, là dove i rami erano più radi. - L'albero si rompe! - gridò la bambinasovreccitata,ma Hu si arrampicava sempre più velocemente.L'ariabattuta_dalle ali delle gazze e dei corvi gli spazzavail collo,unbrividoghpercorse la schiena. Le grida della bambina lo riportaronoali~realtà, i rami, fini, erano sempre più fragili e si piegavanopencolosamente, il cielo sembrava uno specchiochesidondolava. I~~- scoli di una gamba cominciaronoa sussultare,potevavederhdistintamente abbassando la testa. Senti di nuovole gridadella bambina. - PiccoloHu, scendipresto!L'albero sipiega,cadràsullacasa e romperà i mattoni, mia madre ti picchierà! Ebbe un sobbalzodi paurae strinseforteil suocorpoali'albero, gli occhi fissi-verso il basso. Improvvisamente fu presod_alle vertigini,scoprivacon terrorecheerasalitotroppo\nalt~.Ilp10ppo superava tutti gli alberi del villaggiocomeuncignommezzo ad una covata di anatre. Una sensazionedi intensopiacerel'aveva preso mentre si arrampicava. il suo didietrodominavatuttele case del villaggio e perfino il sole. Il soledeclinavarapidamente e prendeva la forma di un uovodi anatra.Guardòlecapanne~erso il basso, la pioggia aveva imputriditoe compressolapaghae l'erba restavano solodellezolledimuschiocresciutedurantel'estate r'icoperteda mucchi di escrementid'uccello.· La strada principale spariva sotto unaspessacoltredipolvere, un'automobile verdeattraversòil villaggiosollevandounanuvola di polvere grigia che dopo un po' si disperse.siaccorseallora di un cagnolino giallo che vacillava lungola strada,mezzo 55
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==