STORIE/CAN XUE Cose del genere non sono casuali. mia scatola di weigi vicino al pozzo sul retro della casa, l'hanno già fatto innumerevoli volte, e ogni volta l'ho dissotterrata a mezzanotte. Mentre scavo loro accendono la luce e si affacciano alla finestra. Ma di fronte alla mia rivolta non dicono nulla. Mentre mangiamo dico: "Sulla montagna c'è una capanna". Ma loro mangiano rumorosamente la zuppa a testa bassa, e probabilmente nessuno ha sentito le mie parole. "Ci sono un sacco di grossi topi che corrono come pazzi nel vento". Alzo la voce e poggio le bacchette. "La sabbia e le rocce sono precipitate con un rombo dalla montagna e sono finite contro il muro posteriore della nostra casa, voi avete avuto così paura che avete sudato freddo sotto la pianta dei piedi, ve lo ricordate? Basta che guardiate le imbottite. Quando si fa giorno le mettete all'aria ad asciugare, il filo è sempre carico delle vostre imbottite". Mio padre mi lancia un rapido sguardo con un occhio solo, e io ho l'impressione che quello sia l'occhio del lupo, che conosco bene. Improvvisamente capisco. Ogni notte mio padre si trasforma in uno dei lupi del branco e corre attorno alla casa lanciando ululati tristi e penetranti. "Ci sono ovunque bagliori di luce bianca" - afferro la spalla di mia madre e la scrollo- "così abbaglianti da far lacrimare gli Foto di Coio Garrubba. occhi, non si riesce a distinguere nulla. Ma appena tomo nella stanza e mi siedo sulla pQltronacon le mani aperte sulle ginocchia, vedo distintamente il tetto di tavole d'abete della capanna. Quell'immagine è così vicina, devi averla vista anche tu, in realtà a casa nostra l'hanno vista tutti. Là dentro c'è veramente una persona accovacciata, con gli occhi cerchiati da due grandi aloni purpurei per via dell'insonnia". "Ogni volta che fai quel rumore scavando la pietra accanto al pozzo, io e tua madre veniamo sospesi a mezz'aria, e tremanti scalciamo con i piedi nudi, senza riuscire a toccare terra". Mio padre gira la testa verso la finestra per evitare il mio sguardo. I vetri sono macchiati di escrementi di mosca. "Sul fondo del pozzo ci sono un paio di forbici che mi sono cadute. Nei miei sogni prendo segretamente la decisione di ripescarle. Ma quando mi sveglio, mi accorgo di essermi sbagliato, non ho mai fatto cadere delle forbici nel pozzo; tua madre sostiene che mi sono senz'altro sbagliato. Io però non abbandono l'idea e tomo a pensarci. Disteso sul letto provo dispiacere per le forbici che si arruginiscono in fondo al pozzo. Perché non vado a ripescarle? Sono parecchi anni che questa faccenda mipreoccupa, le rughe del mio viso sono diventate simili a incisioni fatte con il coltello. Poi, una volta, mi sono finalmente avvicinato al pozzo e ho cercato di buttar giù il secchio, ma la corda era pesante e scivolosa, la mia presa era debole e il secchio è precipitato rumorosamente sul fondo. Sono tornato di corsa verso casa, mi sono guardato allo specchio e ho visto che i capelli sulla tempia sinistra mi erano diventati tutti bianchi". "Il vento del nord è veramente terribile", incasso la testa fra le· spalle, il mio viso è coperto di chiazze purpuree e blu. "Nel mio stomaco si sono formati pezzettini cli ghiaccio. Quando siedo nella poltrona li sento tintinnare senza posa". Penso sempre di mettere in ordine nel cassetto, ma mia madre vi si oppone segretamente. Il rumore dei suoi passi, su e giù nella stanza accanto, scatena la mia immaginazione. Per non pensare a quel rumore, tiro fuori un mazzo di carte e mi metto a leggere: "Uno due tre quattro cinque ..." I passi si fermano di botto. Affacciando il viso minuto nero e verde nella stanza, mia madre dice con voce ronzante: "Ho fatto un sogno osceno e ancora adesso sudo freddo lungo la schiena". "Anche sotto i piedi" aggiungo "tutti sudano freddo sotto i piedi. Ieri hai di nuovo messo l'imbottita ad asciugare al sole. È una cosa normale". Mia sorella minore corre a dirmi di nascosto che mia madre ha deciso di spezzarmi le braccia, perché quando apro e chiudo il cassetto il rumore la fa impazzire. Ogni volta che sente quel rumore, soffre al punto che immerge la testa nell'acqua gelata e ce la tiene finché non prende un forte raffreddore. "Cose del genere non sono casuali". Mia sorella ha sempre uno sguardo fisso che mi punge sul collo e vi fa spuntare piccole bolle rosse. "Prendi papà, per esempio, sono almeno vent'anni che lo sento parlare di quelle forbici. Sono tutte storie che vanno avanti da tempo immemorabile". Olio il cassetto, lo apro e lo chiudo delicatamente finché non fa più alcun rumore. Ripeto quest'operazione per vari giorni, i passi nella stanza accanto cessano, l'ho beffata. Come si vede, basta essere un po' attenti e si possono risolvere molte cose con ,53
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==