Linea d'ombra - anno VIII - n 45 - gennaio 1990

IL CONDITO zioni a intervenire ... Vorrei un accordo col sindacato dèi ferrovieri per condurre in porto questa lotta". · La vertenza, tradotta in confronto politico, consente di definire gli avversari e di individuare gli alleati. La vertenza, cosl istruita, viene sostenuta da altri attori (associazioni di portatori di handicap, sindacati, parlamentari) che la trasferiscono sul piano più direttamente politico e su quello della competizioné per l'allocazione delle risorse. (Il deputatQFranco Piro: "La legge 41 del 1986 assegna 180 miliardi alla costruzione di vagoni e carrozze per i portatori di handicap. Bloccherò tutti gli stanziamenti della legge finanziaria destinati ai trasporti pubblici che non rispondono ai requisiti di legge". La Filt-Cgil: "Benché dal 1971 una legge preveda l'abbattimento delle barriere architettoniche, le Ferrovie dello Stato non hanno saputo adeguare le loro strutture. Il problema si estende anche al trasporto urbano"). (3) In termini generali, nel "caso Massari" si può individuare l'emergere di tre tendenze: 1) la trasformazione della vicenda individuale in questione generale; 2) l'estensione e la ridefinizione . del complesso dei diritti di cittadinanza; 3) l'apertura di nuovi terreni di conflitto. La prima tendenza è agevolmente rilevabile. La seconda e la terza sono, forse, più significative: la sJoria sociale degli anni Set-. tanta ha sortito l'effetto di estendere l'area dei gruppi titolari di diritti. Si assiste, con ciò, al passaggio di molti individui da una condizione di soggetti "deboli", destinatari di assistenza e di sentimenti filantropici, a soggetti identificati da una differenza, che reclamano un più ampio e complesso sistema di prerogative e garanzie. Cresce, dunque, il numero di individui e gruppi che ottengono (o si battono per) l'accesso a diritti di cittadinanza fattisi (o che si chiede siano) più estesi o duttili; e maggiormente ricettivi nei confronti delle differenze: differenze sempre meno negate, o assimilate, e sempre più spesso affermate. Viene rivenflicata, pertanto, non la sola inclusione nel sistema dei diritti di cittadinanza (da cui pure, per vari motivi, si può essere tuttora esclusi), bensì l'elaborazione di diritti congrui: adeguati, cioè, alla specificitàdei bisogni e delle condizioni. Diritti fless.ibilie plasmabili, non solo "personalizzati" per gruppi e soggetti, ma finalizzati~ risarcire le condizioni di svantaggio che le differenze (tutte le differenze) possono produrre. D'altra parte, il riconoscimento di n~vi èliritti richiède notevoli investimenti e, dunque, la disponibilità ad affrontare conflitti intorno ai criteri di selezione delle domande; e conflitti intorno all'entità e alle forme del sostegno che l'erogazione di risorse pubbliche può assicurare a quelle stesse domande. Conflitti che richiedono, pertanto, mobilitazione e confronto diretto con la controparte politico-amministrativa. E, tuttavia, i nuovi attori di cui parliamo sono titolari di risorse molto differenziate, di chances diseguali di azione e, spesso, di risorse scarse: di conseguenza, sono costretti, dalla situazione di svantaggio in cui agiscono, ad affinare e diversificare il repertorio di mezzi a disposizione. E_s, oprattutto, ad adottare quello che possiamo chiamare il paradigma-judo: ovvero una tecnica di azione che- diversamente da altre arti marziali - non si affida alla propria forza o alla propria aggressività, ma ali' iniziativa del1'avversario; ne asseconda le mosse e lo slancio; non oppone resistenza irriducibile all'attacco, ma fa di esso una leva per la propria azione; risparmia le proprie energie, spesso esigue, e utilizza quelle messe in campo dall'antagonista. (4) Questo riguarda sia la qualità - ovvero il contenuto - della domanda, sia le modalità attraverso cui si trasmette. La qualità della domanda. Gran parte delle issues trattate si riferiscono a condizioni di particolare svantaggio (sofferenza, handicap,.dipendenza, segregazione, lutto). L'associarsi (5) fa sì che la condizione di emergenza si risolva in occasione di forza: ci si fa forza dell'emergenza (della debolezza). Energie e risorse, cui 16 mai si sarebbe fatto ricorso in condizioni ordinarie, diventano strumenti dell'agire. Il più intimo dei dolori e il più profondo dei sentimenti si traducono nella più irriducibile delle ragioni dell'azione e nella più pubblica delle manifestazioni dell'identità. Le modalità dell'azione. Il numero ridotto di membri, la mono-tematicità, la sprovvedutezza (impoliticità, inesperienza, incompetenza), tutti elementi che - in altri contesti - sarebbero ragione· di debolezza, si trasformano in fattori di facilitazione e "incentivi alla militanza": energie maggiormente concentrate e più accortamente spese, accesso agevolato e permanenza non costosa nell'associazione, immagine rassicurante e non impegnativa di quest'ultima sotto il profilo ideologico e politico. Note 1) La formula "penosa vicenda" è stata usata nel corso del TGl del 21.10.1989 · 2) Secondo l'ufficio handicap dellaCgil, in Italia i disabili sono 5 milioni e, ogni anno, nascono 35.000 bambini con hand_icape altrettanti lo diventano nei primi 6 anni di vita. Nel Documento congressuale della Lega Ambiente, datato 15/31 agosto 1989, al paragrafo 2.3.6, si legge: "Le nostre città saranno abitate, fra pochi anni, per oltre il 50% da persone anziane. Le persone malate e invalide non sembrano destinate a diminuire. Presto la maggioranza delle persone( ...) non sarà caratterizzata dalla destrezza, dall'agilità e dalla forza fisica". 3) Le dichiarazioni di Miriam Massari, di Franco Piro e della FiltCgil sono tratte da "Il Corriere della Sera", "La Stampa", "La Repubblica.,, "Il Manifesto" e "L'Unità" dei giorni 21, 22 e 23 ottobre 1989. 4) "Iljudo è stato codificato agli inizi del secolo dello studente Jikoro Kano. Secondo la tradizione e la leggenda, in una giornata d'inverno, osservando un gruppo d~alberi carichi di neve, notò che i rami di questi -piegandosi-lasciavano cadere la neve, evitando quindi di spezzarsi. Così Jikoro Kano elaborò l'idea che sintetizzava la sua ricerca: attraverso tale ricerca voleva superare l'asprezza dell~ antiche discipline marziali, come lo ju-jitzu, e fondare un nuovo metodo di combattimento adatto a sfruttare la forza e la spinta dell'avversario, per poterlo meglio battere. E, infatti, l'ideogrammagiapponesedijudo significa 'lavia della cedevolezza'. Dice un antico adagio giapponese: 'la natura del judo è come quella dell'acqua: si adatta al terreno, scivola e si ritrae per poter di nuovo avanzare". (Silvio di Francia, Lezioni per il giovane che accede al judo, Supplemento a "Il Ronzino", anno XIV, n. t·, Roma marzo 1985). 5) Mi riferisco agli organismi costituiti da parenti di detenuti e di malati di mente, dai familiari delle vittime di stragi e di calamità naturali, dalle vedove della mafia e dai portatori di handicap, da quanti assistono ·i tossicodipendenti e gli alcolisti, da chi ha subito un ingiusto trattamento o una cond3.I11'ainiqua e da chi ha patito o patisce una infermità o una menomazione ... IN MARGINE Vergogne televisive Grazia Cherchi A più voci "Recensore: quasi recens natus";? "La prefazione di un libro potrebbe essere chiamata il parafulminé" (Georg C. Lichtenberg); "Dare e tor quel che non s'ha / È una nuova abilità./ Chi dà fama?/ I giornalisti./ Chi diffama?/ I giornalisti./ Chi s'infama?/ I giornalisti./ Ma chi sfama/ I giornalisti?/ Gli oziosi, ignoranti, invidi e tristi" (Vittorio Alfieri); "Noi viviamo in un'epoca in cui le macchine diventano sempre più complicate e i cervelli sempre più primitivi ... Ho avuto una visione spaventosa: ho visto un'enciclopedia andare da un erudito e sfogliarlo" (Karl Kraus). "Era il 5 ottobre 1880. Quel giorno Léonce, il vecchio comico di Offenbach, si informò, ancor nulla sapendo, di prima mattipa presso il portinaio sulle sue condizioni. 'Il signor Offenbach', rispose il portinaio, 'se ne è andato serenamente, senza accorgersi di nulla'. 'Quanto rimarrà meravigliato quandò se ne accorgerà', disse il comico tristemente" (Siegfried Kracauer).

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