Linea d'ombra - anno VIII - n 45 - gennaio 1990

IL CONRSTO Il Muro violato Gian Enrico Rusconi 1. La notte del Muro berlinese tra il 9 e il 10 novembre 1989 sarà indimenticabile, non solo per le centinaia. di migliaia diprotagonisti, ma per i milioni di telespettatori in Europa e nel mondo che, in diretta o in differita, hanno condiviso quell'emozione collettiva L'apoteosi mass-mediale e televisiva non poteva non accompagnare la cancellazione del confine interno d'Europa P.i~gre~e di sim~logia_n~gativa. Il Muro, infatti, oltre che segno ~1s1co~1-una naz1~medivisa era ed è la memoria di una Europa mconct~ata Conbnuo ad usare il verbo al tempo presente perché la questione tedesca non è ancora arrivata a soluzione e dai modi di questa soluzione dipenderanno i rapporti sia intra-europei che .' internazionali. L'abolizione del Muro non era l'obiettivo diretto e principale dei gruppi di opposizione nella DDR. Di fatto è stato abbattuto grazie alla combinazioné di una trasgressione di massa dei cotifini, a opera delle migliaia di fuggiaschi, ed un'improvvisa decisione dall'alto. Si è trattato di una mossa politica d'anticipo oltre che di una concessione indifferibile. Ma i resti del Muro sono lì come macigni. Pesano sull'economia, sulla legittimazione, sul senso di dignità dei cittadini della DDR. Con la decisione di liberalizzare i viaggi, le autorità tedescoorientali sperano evidentemente che i passaggi non siano più a senso unico. Contano che i cittadini della DDR (che non siano già malintenzionati alla diserzione) constatino con i loro occhi la brutalità della vita quotidiana in occidente, celata dietro l'esibizione del benessere. Sperano che facciano bene i calcoli su ciò che lasciano alle spalle. Intanto però la libertà di movimento delle persone sta diventando una sfida per la classe dirigente/ emergente nella DDR. Il socialismo "riformato" dovrà trovare J.na legittimazione competitiva diretta con l'occidente capitalistico senza lo schermo protettivo della "difesa della pace contro l'imperialismo" - come recitava la vecch(a ideologia, cui sinora non si è trovato un sostituto. I cittadini della DDR, autoproclamatisi "adulti", intervengono nel dibattito pubblico con quelle forme dirette e dimostrative di partecipazione che sino a ieri erano diffamate come "democraticistiche" o "anarchiche". Infine, con il contatto diretto con l'altra Germania non si potranno eludere i quesiti sulla identità nazionale e quindi sulla eventuale riunificazione. Tutto questo rappresenta un potente scossone alla costruzione ideologica della DDR degli ultimi quarant'anni. Apparentemente la violazione autorizzata del Muro non si è presentata come volontà di anticipazione simbolica delle) riunificazione tedesca. Non è apparsa come ripudio puro e semplice della DDR. Non è stata la dichiarazione di bancarotta del socialismo reale. Tutto questo però è virtualmente presente nella festa berlinese. Sono gli esiti virtuali della situazione che rehdono affascinante la cronaca di queste settimanè. Tra sei mesi, tra un anno saremo davanti a quella che con tutta evidenza ci apparirà come "la logica . della storia". Ora siamo davanti alle sue potenzialità: possiamo sbagliare a leggerle, ma non dimentichiamole quando pronunceremo giudizi post festum. . 2. L'esclamazione wahnsinnig/pazzesco che circolava come parola-chiave tra la folla tedesco-orientale, sciamante tra i negozi e le strade di Berlino Ovest, sintetizza bene il contrasto dei' sentimenti del "popolo della DDR''. È un misto di ammirazione, seduzione e insieme di ritegno e pudore. La festa berlinese è stata "popolare" nel senso più pieno del termine: dalla volgarità dell'obolo del "benvenuto" ad un oscuro senso di vergogna per 10 l'incontenibile voyeurismo. In quel wahnsinnig c'è la voglia d'occidente, delle sue libertà, del suo benessere e insieme il moralismo di taluni valori impliciti nell'idea di socialismo, di vago stampo prussiano. Ecco il complesso di sentimenti che occorre decifrare. Invece da noi è bastato l'episodio del Muro perché ali' euforia della vittoria dell'occidente si mescolassero le paure legate ali' arche,tipo "Germania", che cova nel cuore di ogni europeo. I · commenti giornalistici di quella settimana vanno conservati come il precipitato delle inquietudini, delle proiezioni, delle fantasie di generazioni di europei nei confronti della Germania . Non sono mancate le iperboli più aµdaci: dall'esaltazione dell'unica "rivoluzione tedesca" autentica dopo il 1848, alla tesi che la Germania ha vinto la seconda guerra mondiale. Nella valanga dei commenti è impossibile separare osservazioni acute da sc~occhezze incredibili. Dalla complessa vicenda che ci sta davanti, isolerò qui soltanto i problemi della legittimazione politico-culturale della DDR, in competizione con la BRD, tenendo presente l 'otticà della comune identità nazionale. Rimando ad altra sede un'analisi politica più puntuale. Mentre scrivo (fine novembre) non è ancora chiaro se e come §i arriverà alle eleziqni generali con più formazioni partitiche. E significativo che i gruppi di opposizione (Neues Forum, Demokratie jetzt, Demokratischer Aufbruch) si sentano all'improvviso impreparati ad un confronto politico-partitico immediato e sembrano preferire tempi relativamente lunghi per affrontare la prova. Le chancesdi affermazione del partito dominante (SED, nato dalla fusione coatta tra comunisti e socialdemocratici) sono stimate non superiori al 25% (anche se è difficile controllare la plausibilità di queste stime). Ma si teme che un eccesso di dispersione dei consensi su troppi nuovi partiti minori porti all'ingovernabilità. Sarebbe la paradossale conseguenza della diseducazione pol,itica prodotta dalla gestione monopolistica di un partito al potere da quattro decenni. Nel frattempo crescono le difficoltà create dalla stessa liberalizzazione (deprezzamento della moneta, mercati neri di ogni tipo, demotivazione alla prestazione lavorativa). La gente subisce per la prima volta, senza rete, l'impatto con il capitalismo e le sue leggi. Di fronte a queste difficoltà è sembrato ragionevole a molti non dare priorità alla questione della riunificazione, anche per le complicazioni internazionali che porta con sé (permanenza di due patti militari, più difficili rapporti e:on la CEE, prerogative delle Quattro Potenze vincitrici e - non da ultimo - questione dei confini orientali con la Polonia). Invece il governo federale di Bonn con il suo piano in dieci punti per una "confederazione" tedesca ha messo all'ordine del giorno la questione della riunificazione, costringendo tutti a prendere posizione. Prima di tornare su questo punto, è opportuno fare un passo indietro, ancora a proposito del Muro. 3. Il Muro era stato impiantato con una brillante azione. paramilitare di sorpresa ali 'alba del 13 agosto 1 % 1 (tra i respon~ sabili sul campo c'era Erich Honecker). Si trattava, per la verità, solo del sigillo finale imposto al cuore di una città anomala, già circondata da un territorio chiuso, che comprendeva le regioni più prussiane, rosse e protestanti della vecchia Germania. Territorio sigillato e difeso- affermava la ragione politica di Stato. Quello che per l'occidente era il Muro della vergogna, per la DDRera il Vallo contro imperialismo e fascismo.

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