CINEMA Non ho mai confuso l'essere con il dover essere. Io parlo di com'è la realtà. Se si vuole guarirequalcuno,primabisognamostrarglilamalattiache loindebolisce.pensocheilmiocompitosia quellodi descrivere il mondocosì com'è, epoi formulareuna diagnosi. Non hai mairealizzatoun.filmsullabasedi testiletterari;non ti interessa il confrontocon l'opera letteraria? Penso che la vita forniscamoltepiii storiea un film·chela letteratura.Sonodue convenzionidiverse,e ingeneredifficilidaconiugare.Visto che si può attingere altrove, perché usare la letteratura?Naturalmenteci sonoscrittorichemi sonoparticolarmente vicini,ma non vedoperché dovrei mettermia filmareDostoevskji o Camus o Kafka. Lei, Piesiewicz, è coautoredelle sceneggiaturedel Decalogo e da tempocollaboratoredel regista.Comenasce il Decalogo e come arriva un giovaneavvocato, impegnatonei difficili processipolitici controSolidarnoscdurante lo statodi guerra, saggista, docenteuniversitario,a scriveresceneggiatureper il cinema? Hç,incontratoKiéslowskinell'82. Mi vennea cercareperché volevarealizzareunfilmsuiprocessicontroSolidamoscdi cui allora ero difensore.Parlammo a lungo, tentammodi realizzare il film,ma non ci fu permessodi filmarequello che volevamo.Così, volendocomunquefareun filmsullaleggemarziale,ripiegammo sulla fiction.Nacque Senza.fine, che proprioper la sua analisi lucidadi una realtà in cui Solidarnoscappariva sconfitta,suscitò unvespaiotralefiladell'opposizione. L'ideadelDecalogo l'avevo in mente da tempo: non volevo illustrare i comandamenti quantocreare situazionidi conflittoo di problematicitàtra i per-' sonaggi,le loroesistenzee quellenorme.Un confrontomaidiretto,ma incrociato, attraversocuimostrarereazioni e sviluppi.Volevomostrare la rete complessache lega le norme l'una all'altra e che avvolge l'esistenza umana, obbligandol'individuo a fare i conti con gli altri e non solo con se stesso, a essere responsabile per gli altri. I comandamentisononormeche regolano la vita sociale, quindi un buonpretesto per mostrare le complicazionidei rapporti sociali. La professionedell'avvocato e quella dello sceneggiatoreappartengonoentrambealla sfera della creatività,ma esigonounprocessodi lavorocontrario.Quandoscrivoun' arringa, devo sintetizzareuna situazioneo la personalitàdi un imputato, esporre una tesi e fornire delle conclusioni; nello scrivere unasceneggiatura,invece,devoessereanalitico,devoesporre,illustrare una situazioneo un personaggio fornendopiù elementi possibiliallospettatoreperchétragga, lui e lui solo, le sueconclusioni. E una diagnosi, non l'esposizione di una tesi, che darebbe come risultato senza dubbio un cattivo film. Non è soltanto un film: è l 'ultimo tassello di una gigantescaoperazione di marketing, o il terminale di nn business colossale che a colpi di bat-aggeggi, bat-gadgets e bat-maniestatrasformandoinmerce (e in pro fitto) il bisogno diffuso di mitologie collettive. Parlarne come se fosse solo un film rischia di risultare fuorviante e riduttivo. P~ché il film, quello diretto da Tim Burton e ispirato al malinconico e spettrale eroe dei fumetti di Bob Kane, non è che un segmento (e neanche il più importante) di una complessa strategia di merchandising mass-mediale che ha racimolato in poche settimane quattromila miliardi, smerciando ideologia allo stato puro proprio nell'epoca che qualche allocco si ostina a considerare caratterizzata dal "tramontodelleideologie".Batman svelal'inganno in modo macroscopico: e dimostra - a chi ne avesse ancora bisogno - che le ideologie non sono affatto tramontate. Semplic~ente, non sono più gratuite. Nessuno te le regala più. Ora sono in vendita sul mercato. E garantiscono ai produttori un alto tasso di redditività. DALLA FANTASCIENZA ALL'ARCHEOLOGIA una bella modernità! Ma i modelli e gli archetipi della cultura di massa e soprattutto del grande cinema americano - potrebbe obiettare qualcuno - sono sempre stati questi. Non è vero. Anche solo pochi anni fa, pur con tutti i loro limiti, E.T., 1997, Fuga dLJ New Yòrk e perfino Biade Runner prospettavano modelli diversi. Le grandi avventure filmiche della fine degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta erano soprattutto fantascientifiche e avveniristiche, mentre quelle degli anni Novanta sembrano inaugurarsi con uno sguardo tutto rivolto al passato. E gli ultimi eroi, da Batman a 007 e a Indiana Jones, alla fantascienza mostrano di preferire l'archeologia. Avete bisogno di figure paterne protettive? Sognate anche voi lo "scudo spaziale" di reaganiana memoria che protegga dal cielo le vostre paure di arricchiti e parve.- nus? Le ali nere dell'Uomo-pipistrello sono a vostra disposizione. E i prezzi, tutto sommato, sono modici e accessibili. Ancora una volta, ciò che conta (e stupisce) non è il film in sé-con buona pace dei semiologi e dei feticisti del testo - quanto la ricezione che I BAT-EROIDEITRANQUILLI ANNI '80 Gianni Canova sollecita, i bisogni che soddisfa, i gusti che promuove. Da questo punto di vista, l"'operazione-Batman" è a dir poco allarmante. Leggiamo ad esempio ciò che scrive Guglielmo Pepe su "Il Venerdì" di "Repubblica": "Pensate che cosa succederebbe alla criminalità organizzata se ci fosse un BatAlto Commissario antimafia: Cosa Nostra in poco tempo farebbe una bruttissima fine". E poco dopo: "Ci piacerebbe non poco se ci fosse \Ul Bat-Sindaco che mettesse tutto in ordine, che combattesse i corrotti, che punisse i ladri. Come funzionerebbero meglio Roma, Milano, Napoli, se il cittadino potessechiamaredirettamenteBatman per esporgli il suo problema: lui sarebbe un sindaco modello". Siamo al paradosso più sfrontato: la cosiddetta "modernità post-industriale" torna ai modelli del Superuomo di massa attinti spudoratamente alle pagine del feuilleton ottocentesco. Come dire, insomma, che l'unica alternativa allàpirateria andreottian-craxiana sta nella resurrezione di Rodolphe dalle pagine dei Misteri di Parigi (1842) di Eugene Sue. Davvero L'inversione di tendenza è vistosa, massiccia e significativa, anche sul piano sociologico: ed è nn sintomo, quanto meno; del ripiegamento e della stanchezza creativa di questi ultimi anni, della crisi di idee che attanaglia il cinema americano da almeno 3-4 stagioni, di una tendenza sempre più incontrastata ali' omologazione del gusto e alla saturazione dell'immaginario con materiali già collaudati e poco rischiosi. Perché questo è il punto: nonostante la campagna pubblicitaria che tende a presentarli come prodotti diversi da quelli consumabili in Tv, proprio i kolossal di questo inizio stagione (oltre aBatman, Indiana Jones e l'ultima crociata e 007 Vendetta privata) sono l'indizio più netto del progressivo appiattirsi del cinema su modelli di consumo televisivi. Nella stagione del93
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