Linea d'ombra - anno VII - n. 44 - dicembre 1989

TEATRO tono vivace di narratore e una smorfia piena di preziosismo, Stock fa un primo tentativo. Beckett ascolta, e sorride divertito. Votazione, e decisione di andare avanti invece di ripetere la scena ancora una volta. Forse Beckett teme di apparire autoritario. Mantenendo educatamente le distanze, si conquista un'autorità naturale con la sicurezza delle sue indicazioni e delle sue proposte; è quest'autorità a dare il tono alle prove. L'atmosfera è intensa, seria, laboriosa e talvolta tesa. Beckett lascia i suoi attori disorientati sul significato dell'opera, e non offre loro l'occasione di porre delle domande. Tutti rispettano la sua reticenza. Definisée con cura il gioco di Clov con gli accessori (lo sgabello, il cannocchiale), i suoi movimenti. Il cannocchiale, un grande telescopio, è troppo ingombrante. Bisogna procurarsene uno più piccolo. Prima di utilizzarlo, deve esaminarlo Bollmann: lo soppesa, lo batte leggermente sul palmo della mano, lo avvicina agli occhl, lo prova "zero ... zero ... e zero..." e dirige lo sguardo in tre direzioni diverse, scomponendo con precisione i tre movimenti. Beckett propone una modifica nel testo. Clov deve commentare il risultato di ciò che vede, non con il termine "Kaputt" usato finora, ma con il vocabolo più breve e più generale "aus". Si prova di nuovo la scena Allegrò. La vivacità delle battute piace agli attori; è la prima volta. "Ora non guardate più fuori. Clov sa già che Beckettcon H. Bolleman e K. Hern provano Aspettando Godot (foto di A. Heuer, Berlino 197 5). 1 . 76 è il nulla." Le concise istruzioni sembrano colpi di martello. Al termine della prova, chledo a Beckett: "Soddisfatto?". Risponde "Sì", esitando. Riappare il suo sorriso nervoso e incontrollato. Il suo contratto di regia gli sembra rischloso. L'impegno del contratto, dice, limita la sua libertà interiore. E per quanto riguarda il lavoro? Beckett è pensieroso. Dice che Bollmann non corrisponde esattamente al personaggio di Clov. Tarchlato, grassoccio, ha la delicatezza di uno Schweyck malinconico. Gli chledo: "Come vede Clov?" "Piccolo, magro e sottile." Ma cambia rapidamente discorso: "L'apparenza esteriore conta poco, conta soltanto l'interiorità". Usa il termine francese intériorité. Ma Boll- . mann andrà bene. Nessuna esteriorità, nessun gioco teatrale; soltanto tensione interiore. "Il pathos uccide l'opera", dice con un tono quasi patetico. Martedì 23 agosto Ora nelle sue linee generali Finale di partita è definito. Inizia la fase complessa e difficile del lavoro in dettaglio. Beckett è un regista esigente. Interrompe: "Avete dimenticato un sì." È padrone della versione · tedesca nei minimi particolari, dall'ordine delle parole alle interiezioni, alla punteggiatura. "Vammi a prendere due ruote di bicicletta", ordina Hamm. Beckett lo corregge immediatamente: nella versione tedesca, dopo "ruote" c'è un punto. Nel corso del lavoro, Beckett propone ancora dei piccoli cambiamenti nel testo, che generalmente rispondono a un principio deterrninan-

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