Linea d'ombra - anno VII - n. 44 - dicembre 1989

TEATRO preciso." Le indicazioni di Becken sono brevi e concrete. "Quando camminate, dovete dare l'impressione di voler camminare ma di non riuscire a farlo." Come molti altri personaggi beckettiani, Clov soffre di disturbi cronici alla locomozione, che gli impediscono di sedersi e lo colpiscono mentre cammina. Beckett mima la scena. Si trascina, curvo, le braccia penzoloni, come se le gambe non potessero obbedire né alla testa né alla volontà. Lo sguardo a terra, la testa scoordinata, si ferma esausto presso la poltrona di Hamm: questo atteggiamento esprime insieme la rivolta e la rassegnazione al suo destino incarnato di Hamm. "Le prime parole tra i due protagonisti devono essere scambiate con il massimo di violenza. La loro guerra è il centro dell'opera." Lunedì 21 agosto Prova notturna, per il solo Schroder. Una sedia per Beckett è stata sistemata sul piccolo palcoscenico, presso la ribalta. Si prova il primo grande monologo di Hamm, cioè la storia del mendicante e di suo figlio che forse è identico a Clov. Schroder si è preparato la parte. Troneggiando su una poltrona a rotelle, straripando di potere, incarna il ruolo di un tiranno paralizzato ma potente. Il tocco privo di orlo è calato profondamente sulla fronte di Hamm. Ancora non porta i suoi occhiali da cieco. Gli occhi fiammeggiano, piccoli, esprimendo pericolo e disprezzo. Le labbra sottili e sdegnose ricordano le fauci di una belva. L'insieme dà un impressione di maschera grottesca e minacciosa, intimamente associata a un grande vigore nella voce e nei gesti: l 'immagine di una vitalità malvagia da cui traspare un ghigno di sufficienza e canzonatura. Il modo nervoso con cui Beckettmuove le dita tradisce la sua insoddisfazione. "Vorrei fare"qualche proposta", dice con modestia ma con una determinazione che esclude obbiezioni. Sostiene che il problema da risolvere è la differenziazione delle voci e del gioco corporeo. Beckett insegna con discrezione ma con insistenza. "Alle tre, quattro voci devono corrispondere atteggiamenti precisi: 1) Hamm continua il suo monologo 2) si rivolge al mendicante immaginario che sta ai suoi piedi 3) gli presta la propria voce 4) declama il testo epico che stabilisce un legame con la propria storia. Ogni voce è accompagnata da un atteggiamento preciso." Beckett ha avvicinato la sua sedia alla poltrona di Hamm. Con gesti bruschi e un'accentuazione esasperata, attribuisce a ogni frase una posizione esatta, all'interno di un ideale sistema di coordinate. Punta il dito verso il suolo: "È qui che si trova l'uomo." Indicazione del dito, inclinazione in avanti, lato sinistro, ritorno alla posizione di partenza, ecc. "Pane," mormora Hamm rivolgendosi a se stesso prima di replicare con veemenza al mendicante: "Ma io non ho pane!". Schroder prova. Voce normale/ voce del mendicante/ voce del narratore. Il monologo deve raggiungere una tensione massima ma assolutamente interiore. Schroder fa un cenno di approvazione, pensieroso. Il puzzle metodico di Beckett deve essere costniito con mezzi teatrali. Il compito è difficile. Gli altri si uniscono a loro. La prova continua con tutti. A un certo momento Beckett, che prosegue il suo lavoro di regista, estrae dalla sua cartella un quaderno di scuola: il progetto di regia. Con una scrittura sottile e aguzza, vi è tracciato il piano esatto dell'azione di Finale di partita, scena per scena, con l'aiuto di piccoli schizzi. Una partitura completa. Si aggiusta gli occhiali (lenti tonde, montatura d'acciaio) e, con gli occhi fissi sul foglio, procede a qualche ritocco. E rapidamente rimette il quaderno al suo posto, come si vergognasse di averlo "sbirciato". Ha dei pantaloni di velluto a coste; le maniche del pullover a collo tondo sono rimboccate. Con i gomiti appoggiati sulle ginocchia, si tiene la testa tra le mani. A volte inclina leggermente la testa da un lato, e con un gesto rapido si passa la mano sulla bocca e sul mento. Come se si cancellasse dal volto le tracce di un'espressione di disaccordo o di emozione. Mormora il testo contemporaneamente agli attori, impercettibilmente. Così Beckett procede secondo un piano preciso, non lasciando apparire in nessun caso soluzioni sorprendenti e casuali. Al termine di questa prova, propone di lavorare, in seguito, in un modo più sistematico. A questo scopo ha suddiviso l'opera in un certo numero di sezioni che conosce a memoria e detta telegraficamente. Nerisultano sedici sezioni di lunghezza variabile, che singolarmente costituiscono un'unità sia per il senso che per l'atmosfera. 1) Pantomima e primo monologo di Clov. 2) Risveglio e primo monologo di Hamm, quindi primo dialogo con Clov. 3) Dialogo tra Nagg e Nell. 4) Dialogo animato tra Hamm e Clov che spinge la poltrona in giro per la scena - dialogo che termina con il sospiro finale di Clov: "Se potessi ucciderlo, morirei contento." 5) Gioco di Clov con lo sgabello e il cannocchiale. 6) Interrogatorio inquieto che Hamm infligge a Clov, e che culmina nella scena della pulce. 7) Dialogo tra Hamm e Clov, che termina con l'episodio del cane e la situazione speculare e ironica che ne consegue. 8) Rivolta cloviana, contenuta dalla storia del pazzo raccontata da Hamm, e che si attenua durante la scena con il risveglio. 9) Storia del mendicante raccontata da Hamm. 10) Preghiera che termina con la maledizione di Nagg. 11) Hamm e Clov; gioco nel gioco (roman-feuilleton di Hamm). 12) Secondo giro con la poltrona a rotelle. 13) Dialogo tra Hamm e Clov che porta ... 14) ... al ''ruolo" di Hamm. 15) ... all'emancipazione di Clov, al suo ultimo monologo e alla sua uscita di scena. 16) Monologo finale di Hamm. Martedì 22 agosto Le parti di Nagg e Nell non sono "grandi ruoli"; in compenso sono "molto difficili", come aveva preannunciato Beckett durante la lettura. Gudrun Genest e Werner Stock, seduti sulla scena, sul bordo dei fori destinati ai bidoni, dondolano le gambe. Beckett precisa che le battute scambiate tra Nagg e Nell devono essere dette con grande rapidità e "senza timbro", incolori. La successione rapida delle battute deve essere interrotta da qualche pausa. Beckett è seduto nelle prime file dell'orchestra- tra le dita, constantemente, una sigaretta accesa - proprio di fronte ai due attori. Mentre leggono il testo, sporge in avanti la testa ossuta e rugosa. "L'innominabile" si presentava come "granduca in una voliera", ed è proprio questa l'impressione che dà Beckett. "Attenuate decisamente la recitazione, per favore". Beckett fa un esempio: recita qualche battuta, quasi senza timbro ma con una chiara articolazione. Al contrario, accentua certe parole e certe frasi, in particolare le constatazioni che si susseguono· con una violenza indignata ("la nostra branchia", "ora è sabbia"), gli sghignazzi traN agg e Nell interrotti ali' improvviso (l'incidente del tandem) e le recriminazioni ("non puoi essere un po' preciso, Nagg"). E inoltre deve essere accentuato il gioco scenico nella recitazione di Nagg (la gag dei pantaloni). Assumendo un G. Genesi, W. Stock, E. Schroder in Finaledi partita con la regia di Beckett (foto di R. Clausen, Berlino 1967). 75

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==