TEATRO BECKETTDIRIGE FINALE DI PARTITA UN DIARIO MichoelHoerdter traduzione di Lanfranco Binni Venerdì 18 agosto 1967 Gli attori sono riuniti nel cortile dello Schiller Theater. Il piccolo e vivace Werner Stock racconta le sue vacanze. Dieci anni fa ha già recitato la parte di Nagg, in occasione della prima tedesca di Finale di partita. Gudrun Genest, che sosterrà la parte di Nell, si chiude in un silenzio educato. Horst Bollmann, che sarà Clov, è nervoso e taciturno. Anche Ernst Schroder, che sarà Hamrn, è contagiato dal nervosismo dell' attesa di Beckett. Finalmente, quasi non visto, arriva. Sulla bassa pedana che occupa un piccolo spazio del sobrio atelier sono stati affiancati due tavoli, per una prima lettura. Sotto una luce fioca, pagine sgualcite: si aprono i libri, si appuntano le matite. Beckett estrae il suo testo da una sottile cartella. È il testo, dice, che ha rimaneggiato a Parigi in collaborazione con il traduttore Tophoven; in questo modo la versione tedesca è stata migliorata. Mentre parla, Beckett sposta continuamente lo sguardo dal tavolo al libro chiuso. Con voce nervosa e chiara, parla un tedesco corretto, quasi pedante, con il ritmo spezzato ed esi-. tante di chi sta cercando le parole. Le trova quasi sempre. Beckett chiede di annotare le modifiche al testo, che rivelano due principi: la semplificazione delle costruzioni e l'elaborazione di una consonanza tra i termini. Così, per la prima volta, l'intraducibile gioco di parole coite -coite è reso con l'approssimazione Kuscht-Kuscheit che, anche se non pienamente soddisfacente, permette tuttavia di tradurre integralmente la scena burlesca in cui Clov è alle prese con la pulce. Le "pillole" della prima versione tedesca, richieste più volte dà Hamrn sono sostituite da "calmante", termine più concreto, più esatto, e che gioca un ruolo importante nell'universo beckettiano. Beckett ha eliminato il dia~ logo tra Hamrn e Clov (pronuncia Clov con una "o" lunga e chiusa) aproposito del ragazzino intravisto all'esterno della casa, dialogo che rimane un enigma per gli esegeti. Nello stesso modo ha eliminato ogni replica rivolta al pubblico: l'azione deve concentrarsi esclusivamente sugli abitanti del "rifugio". Stupore generale quando Beckett chiarisce il suo procedimento con un principio ispirato al teatro naturalista: "Bisogna rappresentare il testo come se invece della ribalta ci fosse una quarta parete." Le sue labbra ironiche, con la loro sottigliezza puritana, lasciano percepire un sorriso imbarazzato. Quando parla, inclina leggermente la testa da un lato. "Non voglio parlare della mia opera; dobbiamo afferrarla in un modo esclusivamente teatrale, dobbiamo impadronircene sulla scena. Non si tratta di filosofia", precisa con insistenza, "ma forse di poesia." Poi conclude in un modo inatteso che non ammette discussioni: "L'unico interesse dell'opera consiste nella rappresentazione del testo." Sabato 19 agosto Le pareti dell'abitacolo sono rappresentate provvisoriamente da intelaiature di legno rivestite di stoffa. Al centro della scena, una poltrona con piccole rotelle di metallo. Due sedie sul lato sinistro, presso la ribalta, indicano il posto dei bidoni che accoglieranno Nagg e Nell. Mathias, lo scenografo e amico parigino di Beckett, presenta il bozzetto: una "prigione" classica (bunker), molto sobria. Per le pareti ha scelto un colore cupo, grigio topo, uniforme; slavato qua e là, lascia trasparire delle sfumature giallastre. In alto, due brandelli di sipario, grigio sporco, coprono in parte due piccole finestre: a sinistra la finestra che dà sull'oceano, a destra quella che dà sulla terra. Sotto le due finestre, tracce nere e antiche di pioggia mischiata a polvere. Sul proscenio, a destra, un'apertura priva di porta; è l'ingresso del regno di Clov: la cucina. Due 74 tappi di sughero colorati segnano la posizione dei bidoni. ''Tecnica" e "accessori" si impadroniscono della scena. Si parla, si misura, si annota; tutto avviene simultaneamente e senza un ordine preciso. Ora Bollmann è troppo basso, ora è troppo basso lo sgabello grazie al quale Clov (Bollmann) può guardare fuori. Dunque l'altezza della finestra dev'essere corretta. Si adattano le dimensioni dei bidoni alla corporatura e alla larghezza delle spalle della Genest e di Stock. Vengono esaminati con attenzione gli accessori - il cane di peluche, la sveglia, il biscotto, il cannocchiale. Vengono definiti la forma, il colore, la dimensione e le qualità che dovranno avere. ''Tutto dev'essere veramente sobrio", dice Beckett. Si spazientisce; nonostante che l'impianto sia estremamente semplificato, come quello del teatro di strada, sembra che gli aspetti tecnici infastidiscano Beckett; è deciso a chiudere con queste cose. Il lavoro lo trasforma. La sua timidezza impacciata è sostituita da un atteggiamento obiettivo e concentrato. È rimasto sulla scena, con lagitanes tra le dita. Con uno sguardo penetrante, dietro gli occhiali, osserva la pantomina di Clov, con cui inizia Finale di partita. "Come dev 'essere il riso?" chiede Bollmann. "Riderete quando vedrete qualcosa di Beckette C. Roddotzprovano AspeffandoGodo/ o Berlino (fotodi R.Heuer, 1975).
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