TEATRO solo nella misura in cui deprime lei... (1956, lettera a Alain Schneider, regista della produzione americana di Aspettando Godot, in occasionedelle previews di Miami) "Non c'è rischio in Finaledipartita. Tutto è basato sull' analogia e la ripetizione". · "Hamm è un Re in questa partita a scacchi perduta dal principio. Immediatamente sa che fa delle mosse clamorose, ma senza senso. Alla fine, fa delle mosse assurde come ne farebbe solo un cattivo giocatore. Un buon giocatore avrebbe rinunciato da un bel po'. Hamm cerca unicamente di ritardare la conclusione inevitabile. Ciascuno dei suoi gesti è uno degli ultimi colpi inutili che ritardano la fine. Gioca male". (Consiglia un interpretedi Hamm in Finale di partita) "Hamm dice di no al niente. La vostra guerra è al cuore della pièce. Clov ha un solo desiderio: tornare nella sua cucina. Questo dev'essere evidente, come gli sforzi di Hamm per trattenerlo". (Consigliagli interpretidi Finale di partita) "Bisogna che vi rendiate conto che Hamm e Clov, sono una continuazione di Didi e Gogo, alla fine della loro esistenza. In realtà, siamo io e Suzanne". (Agliattoricheprovano Finale di partita) "Per quanto concerne i giornalisti, ritengo che la sola linea di condotta sia di rifiutare di imbarcarsi in una qualsiasi esegesi. E di insistere sull'estrema semplicità della situazione drammatica. Se questo non gli basta, e salta agli occhi che non gli basta, è molto per noi, e non dobbiamo delucidare misteri che esistono solo nella loro immaginazione. La materia delle mie opere sono dei suoni fondamentali (storie a parte) emessi il più compiutamente possibile, io non accetto la responsabilità di nient'altro. Se la gente ci tiene a farsi venire l'emicrania con le armoniche, libera di farlo. E che si procurino delle aspirine. Hamm tale quale indicato, Clov tale quale indicato, nectecumnec sine te, in quel luogo lì, in quel mondo lì, ecco tutto quel che posso fare ..." "Solo l'opera importa". "I valori morali non sono accessibili. E non si possono definire. Per definirli, bisognere~be pronunciare un giudizio di valo- . re, e questo non è possibile. E per questo che non sono mai stato d'accordo con questa nozione di teatro dell'assurdo. Perché lì c'è un giudizio di valore. Non si può parlare neppure di verità. È quel che fa parte dell'angoscia. Paradossalmente, è attraverso la forma che l'artista può trovare una sorta di uscita. E dando forma all'informe". "Troppo poco per me, questi Grotowski e questi Metodi! La miglior pièce possibile è quella in cui non ci sono attori, solo il teatro. Cerco di trovare il modo di scriverne una". "Non ho mai riflettuto alla tecnica del teatro radiofonico; ma nel cuore dell'altra notte mi è venuta una bella idea assai sinistra, piena di ruote di carretti, di trascinamenti di piedi, di ansiti; si vedrà se ne uscirà qualcosa". (1956,prima di scrivere Tutti quelli che cadono) "Quel che faccio più fatica ad affrontare a Parigi sono le persone, parlare. Impossibile senza bere, mentre da solo mi contento perfettamente di qualche bicchiere di vino per pasto". "Come ammettere il casino, che sembra essere il contrario stesso della forma, e di conseguenza distruggere ciò che l'arte pretende di essere? Perché siamo giunti in un'epoca in cui questa confusione invade a ogni istante la nostra esperienza. C'è, e bisogna ammetterlo". "Ciò che voglio dire non significa che l'arte ormai non avrà più una forma. Significa unicamente che avrà una forma nuova, che ammetta il caos e non pretenda che il caos le sia estraneo._Forma e caos restano distinti. Il caos non è ridotto alla forma. E per questo che la forma stessa diventa una preoccupazione, perché essa esiste in quanto problema distinto da ciò che esprime. Trovare una forma che esprima la confusione è ora lo scopo dell'artista". (19(j()d, opo l'uscita di Come è) "Se lei ci tiene a trovarci una forma, gliela descriverò. Una volta ero all'ospedale. In un altro reparto c'era un uomo che stava per morire per un cancro alla gola. Nel silenzio, lo sentivo gridare senza sosta. Ecco l'unica specie di forma della mia opera". (1961,da una conversazione-conHaroldPinter) "Stesso curioso sentimento di falsità, ma di falsità necessaria". (1961,letteraa ThomasMcGreevy,scrivendo Giorni felici, con riferimentoal recenteprecedente di Come è) "Credo che il viso illuminato da un proiettore non faccia a questo caso [l'adattamentoallascenadi Da un'opera abbandonata]. Ho anche il sentimento che nessuna tecnica di monologo si adatti a questo testo, e che bisognerebbe presentarlo in qualche modo come un documento di cui non è responsabile colui che parla. Alla stessa stregua è difficile far digerire una semplice lettura drammatizzata, in una serata di teatro assieme a Shaw e O'Casey. Che direbbe di una presentazione di questo tipo? Chiaro di luna; una pattumiera un po' a sinistra. L'uomo entra da sinistra, zoppicando, con un bastone. Avanza verso la pattumiera, ne solleva il coperchio, fruga all'interno col suo bastone, ispeziona e ributta (rimette nella spazzatura) un rifiuto non identificabile, finisce per pescarne il manoscritto o la copia a brandelli di Da un'operaabbandonata, legge a voce alta, in piedi: 'In piedi fresco e di buon' ora quel giorno, ero giovane allora, pieno d'inquietudini, e via...' e un po' più avanti, in silenzio, abbassa il testo, si tiene immobile, finisce per richiudere la pattumiera, ci si siede sopra, si aggancia il bastone attorno al collo, e rilegge dall'inizio, compreso cioè quel che ha già letto prima. Quando ha finito, resta un momento seduto immobile, si rialza, rimette il testo nella spazzatura, ed esce zoppicando da sinistra. Respira con la massima autenticità; solo effetto da cercare: una leggera esitazione, di tanto in tanto, nei punti più efficaci, dovuti alla stranezza del testo, alla mancanza della luce, allo stato del manoscritto. Se l'idea le sorride, può lavorarci sopra. Ma non troppo". (13gennaio1965,letteraa ShivannO'Casey Kenig) · "Sono solo un 'uomo che sta per diventare cieco. Ogni compa- . razione con altri è assurda e ridicola". (1966) •:AhMontague! Quel che fa per lei è il monologo: il monologo! E l'unica cosa vera. (1968, a fohn Montague,giovanepoeta inglese) "Ho conosciuto questa donna in Irlanda; non lei in part;icolare, una donna unica, ma c'erano tante vecchie che spuntavano dai sentieri, dai fossati, nelle aie! L'Irlanda ne è piena. E questadonna, l'hointesadirequelche ho scritto in Nonio. lo l'ho intesa davvero". "Non mi preoccupo oltremisura dell'intelligibilità. Spero che lapièce agirà sull'emozione del pubblico, piuttosto che sul suo intelletto". (1972, aHumeCronyn,duranteunaprova di Non io.) "Sempre più ripiegato su me stesso, cosa che deploro senza poterla impedire". (1974) "Altrimenti non avrei potuto. Continuare, voglio dire. Non · avrei potuto attraversare questo tremendo e lamentevole casino che è la vita senza lasciare una macchia sul silenzio". 73
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