STORIE/CHUUÀRAI così avvienequandoqualcunovede le cose soltantodall'esterno. Amici lui non ne aveva, neppureconoscenti.Stava solo allora e solosta pure adesso.Ll. Chiuso nella sua bottega, lavorando tutto il giorno. Così era, ma adesso Socratis non lavora più. Lo sanno tutti quelli che per caso passano da li, perché lo vedono. Lo vedono dietroai vetri colorati, va avanti e indietro e non si avvicinapiù alla legna.Oppure sta sedutosu un banco e guardal'orologio. Lo guarda attentamente e segna di continuo appunti su un vecchio taccuino.Scrivenumeri e fa conti.Conti straniche soltantolui sa decifrafe.Fa questo tutti i giorni e compie anche un'altra strana azione.Da anni, tutte le sereversolenove si recanellapiazzacentrale.Si fermasotto ungrandeorologioe loguarda.Lo guardaper pocoe subitodopo prende dal taschino il suo. Prende il suoorologiod'oro. Lo guarda attentamentema non lo regola.Gli dà soltantolacordae scriverapidamentequalcosasul suotaccuino.Poi se ne va di nuovo nella sua bottega. Questo fa Socratis Babanatzastutte le sere, e sembra strano, perchéanche prima, anchequando era ancora giovane,mai aveva regolato il suo orologio; in ogni caso andava indietro,ma alloranongli interessavasaperequal era l'ora esattaper il resto del mondo.A quei tempi si preoccupavadi dare la cordae lo rimetteva nel taschino senza armeggiareoltre. Quelli che conoscono meglioi fatti dicono cheSocratisha questovizioda quandosi innamoròdella maestra. Allora era ancora giovanee lavorava comeuncane tutto il giorno.E ungiornoavevaconosciutola ragazza.Unaragazzagiovaneevivace.Eraunamaestra,di unaltropaese, e avevaaffittato una stanzanel quartieredi AghiosGhiorgos. Un pomeriggioera andata nellabottega del falegnameper ordinareunascrivania.E si erafermataunpo' a chiacchierare.Giaveva fattocompagnia.E Socratisdaquel giornoperseil ritmodi vita cheavevaavutQsinoa quelmomento,e si innamoròdi lei.L' amavamolto e quella lo aveva capito. Lo aveva capito subito, la maestrina,e stavaal gioco.Egli aveva lasciatodellesperanze,ma Socratisnon trovava il coraggiodi dirle che la sua vita era cambiata completamente da quando l'aveva conosciuta, che tutto quelloche aveva fatto fino a quelmomentogli sembravaprivo di senso e seiiza futuro. Ma poiché il tempo passava e, quanto più passava,meno Socratis riuscivaa sostenere questa pena d'amore, decisedi dirglielo.Le disse,perciò, chevolevavederlainqualche altropostoper parlarledi qualcosadi serio. La maestraaccettò. Stabilianche il posto. Gli disse che si sarebberoincontrati la sera stessaalle nove nel giardinodella Gheorghikìs.Vicinoal pinoombrosoaccantoalla stradalamaestragli fissòl'appuntamento e andòvia. Da quel momentoSocratis non ebbe più pace. Lasciò il lavoro a metà e si mise ad andare avanti e indietro all'internodellabottega. Prendevadi continuo l'orologio dal taschino e lo guardava.Così passaronole ore e iniziò a far buio. Si faceva sera e Socratis fece una cosa che non aveva mai fatto fino.aquel momento.Uscì dalla bottega e andò accanto, dal droghiere. Andò e gli chiese che ora fosse esattamentee quello gli rispose che eranoleotto e dieci. AlloraSocratis,per laprimavolta,prese l' orologio dal taschinoe loregolò.Gli fece segnarel'ora esatta,quellacheeraper tutti la stessa.Regolòdunque l'orologio, giròlacorda, poi lorimise al suoposto.Dopotornò alla bottegae si misead aspettare.E quando si fecero le nove meno un quarto,uscì dalla 66 Disegnidi Nikos Chuliaros. portaposterioree si diresseal buio verso il giardinodellaGheorghikìs. Si nascose dietro il grande pino e iniziò ad aspettare.Aspettava e di tanto in tanto uscivaalla luce del lampionepubblico. Si mettevaalla luce e guardava.Guardava rapidamentel'ora e si rimetteva subito tra gli alberi. Tutto questo durò due ore. Per due ore intere Socratis Babanatzasguardava le lancette del vecchio orologio che andavano avanti normalmente e indicavano l'ora cheeraquellaesattapertutti, ma lamaestranonarrivava.Alleundici in punto Socratisuscì dalla penombra dove aveva aspettato e si diresse nuovamentealla bottega. Da quella notte non ha più sistematol'orologio.L'ha lasciatoandare indietro,così come facevaprima,e daquelgiorno, tutti i giorni si reca,comedicevamo, nella piazza centrale. Ci va di sera, verso le nove. Si ferma sotto il grande orologio pubblico e lo consulta. Guarda l'ora, quellanormale,che è per tutti la stessa,guardapoi il suoorologioe segnala differenzanel suo taccuino.Sonopassatiquarant'anni dalla notte in cui aveva aspettato nel buio la maestra, e nessuno sa adesso in quale epoca si trovi esattamente SocratisBabanatzas. Lui ha il suo orologio e i suoi conti nel taccuino.Perché, in ognicaso,verràprimaopoi unmomento incui, inqualcheora del giorno il suo orologio segnerà l'ora esatta. Voglio dire che dal momentocheva sempreindietro,capiteràqualchevoltache coincideràcon l'ora esatta.Le lancettesegnerannoalloralenoveesattamentecome il grandeorologiodella piazza, e soltantolui saprà quantianni,giorni,oree secondisi trova indietrorispettoa noi tutti, perché è lui che ha il suo orologio e i suoi calcoli. . Copyright Nikos Chuliàrasl989,
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