L'ORA CHE È PER TUffl LA STESSA Lo dicoper quelli che non lo sanno: SocratisBabanatzasera un falegname;e non era semplicefalegname, ma sapevacostruiremobilie scolpire il legnoper tradizionefamiliare,lo stessoaveva fattosuopadre, lo stessosuononno.Ancheloroavevanolavorato nella stessa falegnameria,che era una casettastrettae lunga, con la parte posteriore rivolta verso gli alberi dellaGheorghikìs e laparteanterioresulla viaAghiosGhiorgos.Daquestapartec'eranoanchele finestre.Duefinestregrandi con i vetricolorati:viola e giallo.Dietro ai vetri si potevanovedere il tavoloe la legna. Si potevanovedere anche gli strumenti di lavoro: pialle, martelli, scalpellie cose del genere.Tutte appeseal muro.Tutteordinatecongrandecura,chiunquepassasseda lì nonpotevaavereil minimo dubbio.Era una falegnameria. La falegnameriadi Socratis Babanatzas,falegnamevalente.Accuratoed buon intenditore.Il suolavorolo compivasenzaalcundifetto.Allaperfezione,ce l 'aveva nel sangue.Questa maniaper i particolari l'aveva ereditata da suo padre, Stavros Babanatzas, così come aveva ereditato la bottega, la stanza dove dormiva,e l'orologio. Unorologiod'oro con la catena, sempreunpo' indietro,a cui Socratistenèvamoltissimo.Si era fatto cucire, addirittura,ungilet, chenonostantenon si addicessemoltoalla suaetà, eracomunque adattoper l'orologio,.dal momentoche era un orologioda taschino.Aveva questo orologio sin da quando era piccolo, e non si privavamai della sua compagnia,perché non ne aveva altre. Nonavevamai conosciutolamadree il padreeramortoprima che lui compissediciotto anni. Gli aveva lasciato comunquela falegnameria.Un lavoropronto, con una buona clientela,per questo Socratisavevacontinuato.Congrandezeloepassione.Facevaarmadi,sedie,tavoli, letti,comodini.Tuttiben fattierifiniti.Condisegni del padre e con altri suoi: strane carte bucherellatee scarabocchiatecon rosette elaboratee foglie.Questidisegnieranoben conservatiin un armadioprofondoe li prendeva soloquando era realmentenecessario. Più spessoSocratis prendeva il suo orologio. Lo prendeva dalla tasca e stava a guardarlo.Lo osservava e sapevache andava indietro,ma non lo regolava mai, perchémai dovevaregolarlo?Lui, in ogni caso, non aveva rapporticon il restodelmondo.Tuttoquellocheavevaera il suolavoro.Questasola cosa sapeva fare e questa gli dava da vivere.Pertanto,prendeval 'orologio, lo caricavae lo rimettevanel taschino.Lo teneva lì dentro;unpo' piùgiùdel fegato,per toccarlo,comeunpiccolopeso che gli teneva compagnia tutto il giorno. Stava chiusoore infinite nella sua bottega. Lontanodal resto del mondo.Chiunque passasse da via Aghios Ghiorghioscosì poteva vedere Socratis. Attraversoi vetri lo poteva vederecolorato e indaffarato.Con la matitadietro l'orecchio, con la pialla o lo scalpelloin mano. Lavoravacontinuamentefinoa notte fonda. Per anni interi.Soffiasse il ventoe cambiasserole stagioni,fosse autunnoo inverno,venisse laprimaverae poi l'estate, Socratisera sempre lì. Dentro la sua bottega, dietro i vetri. Solo.Lavorava con la pialla, scolpiva i disegni sopra le tavole, e di tanto in tanto prendevaquell'orologio dal taschino. Lo guardava, lo caricava e continuava. Noi comunquenon continueremo.Lo lasceremo lì, e lascereSTORIE/CHULIARAs mopassarerapidamentegli anni, perché così avvieneanche nella vita. Le cose belle e quellebrutte passano ugualmentein fretta, e per questo ritorniamo lì, adesso che tutto è cambiato, anche Socratis,che adesso è urivecchiocon lunghi capellibianchi,con un ragazzinoaccanto, così come avviene in quelle rappresentazioni teatrali che si vedono a scuola a fine d'anno, dove nel primoatto il protagonistaègiovanee nel secondoèvecchio:è invecchiato senza troppa faticae senza troppa spesa e si vede, perché il trucco è d'occasione e gli spettatori vedono che nei panni del vecchioc'è lo stesso attore, ma fanno finta di non capire, fino a quando non finisce lo spettacolo, perché, comunque, ogni convenzioneè un imbroglio,e la vita stessa non è altro che una rappresentazioneraffazzonatae basta.Entriamo da unaparte giovani e usciamovecchi dall'altra. In un batter di ciglia.Senzai riflettori che ci indichinoquantosia falso questopassaggio.Tutto avviene in silenzio e senza possibilità di ritorno, diversamenteda quantoinveceavvienenel teatrodi cui parlavamo:doveil vecchio si lava nel camerino, si struccaallegramente e ritorna, di nuovo, come prima. Socratisnon faceva una rappresentazione,e per questo, dunque, invecchiò. Invecchiòrealmentee inaspettatamente,e quellichepassanofuori dallasuabottegasullaviaAghiosGhiorghios, così lo vedono. Vecchio, come se lo fosse sempre stato. Perché Disegni di Nikos Chuliaras. ' ♦ ~ ~ ) t \t _, \ 65
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