Linea d'ombra - anno VII - n. 44 - dicembre 1989

SAGGI/CAPITINI vista di libero'religioso per cui la libertà è indispensabile per tutti; e quello della difesa della scuola pubblica dalla pressione e dal1'invasio.ne confessionale, un campo nel quale promossi un' associazione che ha avuto anni di buona efficienza, l' A.D.E.S.S.P.I. (Associazione per la difesa e lo sviluppo della scuola pubblica italiana). Né intendo qui illustrare il lavoro per i problemi educativi, pedagogici (con una mia pedagogia diversa da quella umanistico-empiristica), scolastici (con l'iniziativa di una Consulta dei professori universitari di pedagogia), ai quali ho dedicato l'attivitàdell'ìnsegnamento, e libri, tra cui i due recenti volumi di Educazioneaperta. Ma un campo, ancor più strettamente connesso con la profezia·e l'apostolato religioso, è quello della trasformazione della società, per cui, rifiutando ogni carica offertami nel campo politico, ho piegato la politica, e l'interesse in me fortissimo per essa, alla fondazione di un lavoro per la democrazia diretta, per il potere di tutti o omnicrazia (come lo chiamo). Per me è intrinsecamente connesso con la religione, che, per me, è più della compresenza che di Dio; e perciò la compresenza di tutti (religiosamente dei viventi e dei morti) deve continuamente realizzarsi, come ho già detto, nell' omnicrazia, e chi è centro della compresenza, è centro anche di omnicrazia; ed è intrinsecamente connesso con la nonviolenza, di cui è l'idea politico-sociale. Il lavoro per i C.O.S., per il pacifismo integrale, per la proprietà pubblica aperta a tutti e creante continue eguaglianze, non sono che effettuazioni dell 'interesse per l 'omnicrazia. Se dovessi indicare i punti dove ho espresso la tensione fondamentale, da cui tutte le altre; del mio animo per l'interesse inesauribile agli esseri e al loro animo, e perché ad essi sia apprestata una realtà in cui siano tutti più insieme e tutti più liberati, segnalerei alcune righe di un mio libro poetico, Colloquiocorale (sulla festa), nel quale ho ripreso accentuando la compresenza, un modo di esprimermi lirico, già presentato negli Atti dellapresenza aperta.Il Colloquiocorale (1955) è così poco noto (il libro di cui ho più copie nel mio magazzino di carte!), ed è invece così espressivo, che non mi oppongo alla tentazione di citare qualche cosa da esso piuttosto che da altri libri. La mia nascita è quando dico un tu. Mentre aspetto, l'animo già tende. Andando verso un tu, ho pensato gli universi. Non intuisco dintorno similitudini pari a quando penso alle persone. La casa è un mezzo ad ospitare. Amo gli oggetti perché posso offrirli. Importa meno soffrire da questo infinito. Rientro dalle solitudini serali ad incontrare occhi viventi. Prima che tu sorridi, ti ho sorriso. Sto qui a strappare al mondo le persone avversate. Ardo perché non si credano solo nei limiti. Dilagarono le inondazioni, ed io ho portato nel mio intimo i bimbi travolti. Il giorno sto nelle adunanze, la notte rievoco i singoli. Mentre il tempo taglia e squadra cose astratte, mi trovo in ardenti secreti di anime. Tomo sempre a credere nell'intimo. 60 Se mi considerano un intruso, la musica mi parla. Quando apro in buona fede l'animo, il mio volto mi diviene accettabile. Ringraziando di tutti, mi avvicino infinitamente. Do familiarità alla vita, se teme di essere sgradita ospite. Quando tutto sembra chiuso, dalla mia fedeltà le persone appaiono come figli. A un attimo che mi umilio, succede l'eterno. La mente, visti i limiti della vita, si stupisce della mia costanza da innamorato. Soltanto io so che resto, prevedendo le sofferenze. Ritorno dalle tombe nel novembre, consapevole. Non posso essere che con un infinito compenso a tutti. Il discorso fatto fin qui, prevalentemente di "prassi", non ha affrontato il mio lavoro filosofico. Ho approfondito soprattutto, nell'ultimo ventennio, la conoscenza del Kant e dello Hegel, e il singolare è che, malgrado le mie simpatie per il primo e per certi aspetti del suo pensiero etico, religioso e circa i valori, lo Hegel mi ha interessato profondamente, e l'ho studiato per anni e anni. Ciò che mi ha attratto, oltre la forte complessità del suo pensiero, è stato principalmente il proposito di calare gli elementi ideali nella realtà. Ho spiegato largamente altrove (e specialmente nel librollfanciullo nellaliberazionede/i'uomo) questo tema. Mi è parso che proprio questo suo programma "realistico" fosse attuato, nel suo umanesimo immanentistico, in modo insufficiente, facendo condizionare gli elementi "ideali" da elementi "reali" assunti come insuperabili, quali lo Stato, la proprietà privata, la violenza, la morte degl' individui singoli. E che invece spetti proprio ad un programma religioso impostare la "discesa" degli elementi ideali (la compresenza di tutti nella produzione dei valori) nella natura e in una nuova storia. Questo spiega anche il mio atteggiamento riguardo al marxismo, che ha avuto tanto sviluppo in Italia nell'ultimo ventennio. In quanto immanentismo di tipo hegeliano esso non va oltre lo stoicismo dell'individuo che si immola per l'avvento di una umanità liberata, ma in quanto pone il tema della "discesa" degli elementi ideali nell' umanità e in una tensione escatologica, il marxismo può essere un passo verso una concezione religiosa della compresenza. È da rilevare anche come si presenta l'apertura religiosa alla compresenza: fuori di ogni pretesa ontologica di tipo vecchio, autoritario e sistematico, che "costringa" gli altri, ma come libera aggiunta alla base di ogni realtà, vedendo ogni essere nascere nella compresenza per sempre, oltreché nella natura che lo consuma; un 'apertura pratica come ipotesi di lavoro, modesta e senza armi immanenti o trascendenti; un 'ipotesi che è fuori da ogni verifica scientifica. Bisognava che la concezione religiosa tradizionale, appoggiata dall'istituzione, entrasse nella crescente crisi che la dissolvesse, malgrado la vittoria sul modernismo e l'appoggio dello Stato fascista e del successivo. Specialmente dopo il Concilio, altro che modernismo si diffonde! e altro che intangibilità dei dogmi! Bisognava anche che le si contrapponesse la concezione marxistica, e che il popolo italiano, specialmente in alcuni strati e in alcune zone, si politicizzasse attraverso un laicismo comunista. Si

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