STORIE/CARPENTIER L'asilo ai perseguitati politici pressò le Ambasciate sarà rispettato nella misura in cui, come diritto o per umanitaria tolleranza, lo ammettano le convenzioni o le leggi del paese di rifugio ... Articolo 2. della Convenzione,redatta dalla Conferenza Panamericana riunita a La Habana, nell'anno 1928. 1. Domenica Poiché era domenica, il Segretario della Presidenza e del Consiglio dei Ministri arrivò, verso le dieci, a Palazzo Miramòntes, dopo aver sostato a lungo in contemplazione di un Meccano in mostra nella vetrina di un negozio adiacente. Oggi -e soprattutto perché si era d'estate- la gente era dispersa fra messe e spiagge. Nei giorni feriali, il Segretario poteva a stento lavorare correttamente su questioni che meritassero una compilazione ponderata e riservata a causa dell'instancabile sfilare di ambasciatori, grillotti e decorazioni, alti funzionari, personalità straniere, tonsurati grandi e piccoli, governatori di remote provincie, postulanti e seccatori, che, con udienza fissata o senza - senza soprattutto, quando si trattava di militari-, desideravano venire ricevuti dal Signor Presidente, o, nel peggiore dei casi, dal Vice la cui esecutività era più che screditata: "Parlerò del suo problema con il Signor Presidente", diceva, impostando la voce. E poi, alla presenza del Primo Magistrato della Nazione: "Generale ... Ci hanno trovato delle italiane di prima". (Univa le dita della mano destra che faceva volteggiare in aria dopo essersi fatto schioccare un bacio sui polpastrelli). "BeatiPossidentes". "Ormai mi ero stufato del gregge creolo che mi prendevi dalla Lola", aveva dichiarato, alcune settimane prima, il Primo Magistrato. "Siamo arrivati a un punto tale che abbiamo bisogno di donne europee, eleganti, raffinate e di conversazione ..." Il Segretario si affacciò nel patio-giardino di quel palazzone di stile più o meno Secondo Impero, di un solo piano, mai abitato dagli ultimi presidenti costituzionali o golpisti a causa della sua scomodità, della monumentalità dei suoi cessi e della sua posizione poco strategica in caso di golpe militare, dato che si trovava sulla linea di fuoco di una prossima batteria. Dietro i bossi potati, il Sergente Rat6n procedeva ad alimentare la tartaruga Cleopatra con lattughe che stava tirando fuori da un sacco di sparto bagnato. "Ha visto la stampa?", disse il militare brandendo un giornale: "Hitler ha detto ai suoi soldati: Tu nonhainé cuore né nervi; in guerranon ce n'è bisogno.Distruggi in te lamisericordia e la compassione.Uccidiogni russo-sovieticoche ti sipara davanti:non tifermare davantia un vecchioo a unadonna,a una bambinao a unbambino;uccidilie con ciò ti salveraidallamorte, assicureraiilfuturo della tuafamiglia e ti copriraidi gloria per sempre. Piombo per loro! È quello che dico io: le teorie di Clausievise. Che grand'uomo era quel prussiano!". Il Segretario si era sempre meravigliato del culto di Rat6n per Clausewitz, che credeva l'inventore di una guerra totale da fantascienza- congegni incandescenti che entravano nelle città segando le case al livello dei marciapiedi: gru che alzavano gli edifici, e li lasciavano cadere da grandi altezze sui focolai di resistenza: lanciafiamme con bocche come gallerie: carri d'assalto con trecento uomini dentro - "guerra totale" del cui inventore aveva notizie solo per sentito dire da un altro sergente, che traeva le sue informazio32 ni, a sua volta, da un capo, aiutante di un tenente che aveva una copia di Della guerra e di La campagnadi Waterloo e a cui piaceva commentare alcuni dei suoi pensieri a voce alta. "Ci sarà bene un motivo per cui quel Clausievise sia stato più forte di Napoleone!". E il sergente continuava a nutrire Cleopatra. Il segretario _tornavaa pensare, una volta di più, a quell'anelo di guerra totale mai vista che animava un uomo tenero e semplice, capace di piangere per un malanno della sua tartaruga, che spendeva tutta la sua paga per comprare soldatini di piombo ai bambini del quartiere, si confessava con una certa regolarità e, quanto a letteratura, aveva la grazia del Libro Unico, insostituibile, irrimpiazzabile, che colmava ancora, dopo un centinaio di letture, i suoi appetiti di bellezza, di avventura, di amore, lusingando i suoi occulti desideri di potere, e recando, forse, alla sua condizione di graduato inferiore, tenuto in poco conto, ciò che solo si può trovare negli' scritti di Boezio, di Epitteto e di Marco Aurelio: Il Contedi Montecristo. _Ma ogni tanto sogna".a guerre terribili, di sterminio, totali, con i loro conseguenti genocidi. Soffriva che una divergenza sorta fra la nazione di qua e la nazione vicina a causa di confini mal definiti da una frontiera tanto teorica quanto selvaggia, buona soltanto da dipingersi sulle cartine geografiche per le scuole, non si potesse dirimere, una volta per tutte, con le armi. "E usando le peggiori", aggiungeva, sognando un arsenale che con• tenesse tutti quegli artefatti tremendi che erano protagonisti delle avventure interplanetarie dei comics domenicali, tradotti in spagnolo dalla stampa locale. Il segretario entrò nel suo ufficio decorato in stile pompeiano, dove lo aspettavano vari fascicoli di facile disbrigo a fianco del calamaio sormontato da un'aquila napoleonica. Terminato il lavoro e in attesa che il sergente Rat6n gli servisse il pranzo, si perse a passeggiare per il Palazzo, la cui vastità, ora che erano totalmente assenti persone, usceri e guardie, gli dava una piacevole sensazione di solitudine. Attraversò il Gran Salone, stile Luigi XV, con i suoi Gobelins a buon mercato e il suo piano bianco dagli orli dorati; le deserte stanze presidenziali, con i loro mobili falso-Escorial; la biblioteca, con i suoi Mommsen, i suoi Duruy, i suoi Michelet, i suoi Cesare Cantù, i suoi Guizot, mai compulsati; le dimore teoricamente riservate alla signora Presidentessa, tutto in nuance modern-style, naiadi policrome a sostegno di specchi, disegni alla Mucha, imitazioni vagamente Aubrey Beardesley nei Pierrot piangenti che, con le loro lunerie e mandolinate, adornavano un paravento dietro a cui si occultavano un lavabo e un bidet- quest'ultimo, motivo di scandalo in città, quando era stato portato dalla Francia, con troppo mistero per non suscitare curiosità, quarant'anni prima. Il Salone delle Udienze e Presentazione delle Lettere Credenziali tirava al medievale, con le sue mensole di noce, le sue panoplie e gli arazzi che servivano da baldacchino alla sede presidenziale e che mostravano San Luigi mentre amministrava la giustizia ali' ombra di una quercia_.. Servito in tavola, il Segretario entrò nella sala da pranzo, fra i cui dipinti di centauri e baccanti, eseguiti agli inizi del secolo, da uno dei più bravi allievi della Scuola di belle Arti di Parigi, si rappresentava lo stile Veuve-Clicquot in un alto olio che mostrava una bottiglia di Champagne - con la marca ben visibile - che, partito il tappo, rovesciava in aria una spuma di angioletti e cherubini. Il Segretario si sedette al capo della grande tavola, proprio al
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