Linea d'ombra - anno VII - n. 44 - dicembre 1989

CONFRONTI tutta la passione stravoltadi chi ha interiorizzatoquel fatale senso di missione e di superioritàche ispira da semprecivilizzatori e coloni,missionarie governantie la loro insopprimibileansiadi classificazionee di livellamentonei confronti dell'altro, del diverso, del nativo che occorre incivilire uniformare assimilare. CosìNunes esprime la sua violenza pacificatrice sull'intera comunitàa lui sottoposta, e da lui sorvegliatae assediata,per quel diversoda sé·che è in loro e lui invanocerca di carpire, quel 'segreto' fatto di complicitàe silenzi in cui si esprime il terrore dei suoi obnubilati abitanti. L'odio di Nunes è ricambiato fin nelle pieghe della sua stessa famiglia. La figlia Frieda, ostacolata nel suoliberoamoreper unpescatoredel luogo,ognimattinacon colpi freddie sicuri rinnovail ritominaccioso,cheera già di suamadre,di passare l'affilato rasoiosul collo insaponatodel padre-padronesullaverandadi casaposta al centro delpaese sotto gli occhi attoniti e male augurantidei pescatori. Nunes è alla ricerca del segreto che si annidanella Babele di gente, di razze, di storieche animano la piccola comunità di pescatori:un posto desolatosenzanome e senza storia in cui i riferimenti alla cittadella sudafricana,mai esplicitati, sono espressi unicamentea livello simbolico.A partire dal luogo stesso, definitolungo tutto l'arco dellanarrazione 'la colonia' con il suo incombentemessaggiodi sventura ("nel cuore della colonia siannidava, come un seme in attesa di germogliare, l'ora della sua stessadistruzione.Era ll da sempre, ineluttabile,in attesadel momentogiusto", p.123); è da questo •germe' iniziale,che si richiama al grande trek dei primi pionieri boeri, che ha inizio la lunga stradadellapaura e dell'isolamentocheporteràNunesai suoi folli interrogatoridei pescatoriammutolitidal terroree dalla violenzapersecutoriadel potere(''una pista per carrida buoi attraverso posti dei quali nessunoha mai sentito parlare... Lo sai come sono questi posti, calore, polvere,polli, maiali, trattorirotti, un negro che scava?Nessun albergo, case vuote e l'unico uomobianco è pazzo. Perdio, è disperato laggiù", pp. 211-12); è la strada dell'odio che deriva dallapaura ("sento l'odore della paura, animale,e mipiace. La paurati fa respirare,mi fa felice...Questo significabruciare,Planke,bruciaredi odio"), quella 'legge e ordine' che può essere solo impostacon la forza ("soltanto la pistola e la corda tengono a freno la melma umana", p. 212). Due i modelli, forse inconsci, di questa prosa scintillante e simbolica:uno esterno, la letteratura fantasticalatino-americana conle sue visioni e i suoimostri,e uno interno,quell' Aspettando i barbari di J. M. Coetzee, l'autore sudafricanoche sembra avere maggiormenteinfluenzatoil romanzo di Nicol; romanzo fortee inquietantecon i suoieccessi di simbologie,mitie riti e quel frenetico accavallarsi di trame fantastiche che, pur mostrando un'accorta sapienza narrativa, si disperdono lungo il filo della narrazioneper incantarsi in momenti, forse troppi,del sublimeo del perfido. Diversoper tononarrativoeper l'accentuatorealismodescrittivo è il romanzodell'autore nerosudafricanoSiphoSepamla, Soweto, (Roma,Ed. Lavoro, 1989,tit orig.A RideontheWhirlwind, 1981)unromanzoproibitoagliinizidallacensuragovernativama in seguito rilasciatoqualetestimonianzastorica,"dal puntodi vistadi un nero contemporaneo",sulla grande rivoltadi Soweto.E Soweto è, findal titolo, unromanzopoliticoscrittosull'onda delle emozionidella rivoltache nell'estate del 1976infiammòil popolaredistretto nero a ovest di Johannesburg. Il romanzo,nel ricordarele tensioni politiche,gli entusiasmima anche le brucianti delusionidella prima stagime di violenza organizzataoccorsa in Sudafricaa metà anni Settanta, tratta soprattuttodella nuova stagionedi impegno politicoche unisce tre generazionidi militanti:Zio Ri~s. il vecchio attivista dell'ANC (AfricanNational 14 Congress), populista e non violento, della fine degli anni Cinquanta;Mzi, il guerriglieroaddestrato in esilio che rientra inpatria per parteciparealla lotta armata; e il giovane studenteMandla, l'imprendibile eroe del ghetto nero, che con le sue gesta e le suesfidesimboleggiaquellagranderivoltastudentescache fuSoweto. Dei tre, è ovvio che Sepamla (uno scrittore influenzatodal movimentodellaBlackConsciousnessmadiffidentenei confronti dellaretoricadellaviolenza)diffida tantodel tatticismodelvecchioattivistadell' ANCquantodell'ideologismo violentodel secondo. È Mandla, leader studentesco e guerrigliero di casa nei meandridi Soweto,l'eroe positivodel romanzo.Adifferenzadel libro di Nicol, Soweto è un romanzo urbanoe politico nel senso strettodella parola, scrittoper testimoniareun impegnodi partecipazionedell'artista alla lottadi liberazioneincorso. Il libro,volutamentedescrittivoe realistico, come in molti autori della 'coscienzanera' ha un tonoquasi documentariodi esposizionee di denuncia; l'enfasi è nel 'risvegliare le coscienze' (Fanon), e nel testimoniareun rito collettivodi cui lo scrittoresi vuole interprete e 'memoria autentica'. È la secondadelle faccedella letteratura sudafricanacontemporanea:la letteraturanera come letteratura dellaresistenza,embrionedellafutura"letteraturarivoluzionaria enazionale"sucui costruireil nuovoStatodeldopoapartheid. Leveritiereconfessionidi unafricanoalbino diBreytenBreytenbach(Genova,CostaeNolan, 1989,tit.orig. TheTrueConfessionsof an Albino Terrorist, 1984), lungo diario-confessionedi una prigionia durata sette anni nelle patrie galere, presenta una terza faccia della nuova letteratura sudafricanadell'assedio. Pittore,poeta, afrikaner,Breytenbach è scrittoredell'esilio (nel suo casodovutoalmatrimonio,allora illegittimo,con unadonnavietnamita) che da anni, tranne i sette passati in prigione, vive a Parigi.Eppure Le veritiereconfessioni nonhannoi consuetitrattidel librodi un fuoriuscito:scritto,vissuto,pensatoin carcere, il libro ha il tono e la passione politica della letteraturadella resistenza ("considero Le veritiereconfessioni un testo politico", ha detto l'autore a MariaTeresaCarbone, la bravissimatraduttricedel romanzo,nella sua intervistaa "Linea d'ombra", n. 41, 1989)e allo stesso tempo il distaccodella riflessionepacata e la straordinariaq_ualitàletteraria,lapoesia, dellamiglioreletteraturadell'esilio. (E significativocheBreytenbach,nella stessaintervista,rivendichia se stesso"una qualche utilità comeponte, come anello di congiunzione tra queste due realtà".) Così il nostro 'terrorista albino', come l'originario titolo voleva, di fronte a un immaginarioregistratore,rispondendoidealmentea un Grande Investigatoreche è il suo nemicoma anche il suodoppio("il mio specchio-fratellooscuro"),parla, confessala cosa che più gli sta a cuore: "Abbiamo bisognodi parlare, fratello io. Devo dirl~che cosa voleva dire essere albino in una terra bianca". E lo dice in 318 pagine tutte d'un fiato, una lunga solitaria confessione-passioneper la sua terra (sempre chiamata "TerradiNessuno")e controil "sistema" (l'apartheid): lui africanobianco,terroristaalbino,pronuncialiberamentequellaconfessioneche setteanni di carcereassurdi nongli hannopotuto estirpare. La sua è una confessioned'autore in cui finzione e realtà, scritturae passionepolitica,si mescolanoa una straordinariaperizia narrativa in un 'continuo andirivieni' tra ciò che descrive e ciò che immagina,dove la registJµzionedell'evento narrato sfumanellacreazionedell'immaginarioaimarginidell'onirico e del poetico. Le veritiereconfessioni è un grande testo letterario. Ecomeogni grandetestoletterario, il volumeparlaessenzialmentedella insopprimibilecondizioneumana,dell'ostinato esistere-resisteredi chi deveconviveregiornalmentecon un sistema oppressivo("resistenza, se è così che voi volete chiamare la so-

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