IL CONTESTO È duro ammetterlo: ma in questa situazione non credo che le espressioni politiche di quella confusa e incerta "cultura d' opposizione" possano fare molto di più. Certo, il Pci non poteva presentare un candidato più sconosciuto alla gente di Reichlin (scelto anche perché gradito a "La Repubblica"; ma del resto il vincitore Garaci era noto solo ai ciellini che coccola e sovvenziona). E i verdi hanno dato nella formazione della lista romana il peggior spettacolo politico immaginabile. Ma è meglio, tra noi, guardare in faccia la realtà che oggi a Roma e domani in Ital~ sembra tagliare irrimediabilmente fuori, specie sul terreno elettorale le for - ze d'opposizione. Non è questa una forma di giustificazione o di rassegnazione verso gli errori, i difetti, gli autolesionismi. È l'invito a drammatizzare giustamente quello che accade nelle nostre città. LETTERE Momentidella verità Goffredo Fofi Addio senza rimpianto agli anni '80 Che sono stati "i più stupidi della nostra vita" (non i più brutti, se si ripensa all'angosciosa seconda metà dei Settanta). Essi hanno visto il trionfo di tutte le malafedi, l'invasione della chiacchiera e della ciarlataneria giornalistica e "filosofica", le esaltazioni della mediocrità e del conformismo, lo scalfarismo e l'arborismo, e naturalmente le predica-ricatto sulla "fine della storia" propinata da molte, da quasi tutte le parti per meglio conformare e addormentare. Poi proprio alla fine del decennio, il muro è caduto. E tutto cambia rapidamente, sconcertando i più, ma trovando già pronti i soliti alle solite giravolte. (Dicevo a un'amica: "Chissà come sarà rimasto di sale Tizio, che vede smentite tutte le sue posizioni". E lei: "Sei pazzo? È subito corso aBerlino!")No, di questi anni non avremo nostalgia. Addio a Bilenchl, addio a Sciascia La scomparsa di Bilenchi, nostro collaboratore, amico, e maestro non solo nostro, è uno degli eventi tristi di questi mesi non solo tristi. Sulla sua figura e la sua opera torneremo. Bilenchi ci mancherà, sappiamo che persone di quella tempra, intellettuali di quella robustezza e saggezza politica, scrittori di quella profondità ce ne sono e saranno sempre di meno. Egli è stato tra i pochi dei vecchi compagni del PCI che potevamo sentire come "nostro" (con pochissimi altri, non più, forse, tra i più noti, di due o tre: quelli che all'interno di vecchi gruppi amicali ci piaceva definire "i terzini - cioè segnati dalla storia e dall'ideologia della Terza Internazionale - dal volto umano"). Addio anche a Sciascia - che non era un "nostro" autore e che non abbiamo considerato un grande scrittore, e di cui anzi abbiamo spesso messo in discussione opere e posizioni. Ma con rispetto, con molto rispetto. Perché pensava con la propria testa, perché non si vendeva al miglior offerente, perché aveva il coraggio delle proprie idee - a volte, peraltro, sacrosante. Anche lui ci mancherà. Non ci sono Resterebbe piuttosto da discutere cosa fare di quella parte di gente (un terzò, un quarto, un quinto o anche meno) che "non si riconosce" che "non è d'accordo". Sembrerebbe che non ci siano possibilità fuori di queste due: rendere questa minoranza "aperta", ossia disponibile ai patteggiamenti, ai compromessi, alle consociazioni; oppure chiuderla nella purissima opposizione di chi ha il coraggio di dire agli altri: "ma sì, prendetevi la città". E invece l'unica speranza per rossi e verdi, per onesti e non rassegnati è che uno spiraglio tra queste due alternative si apra. Bisognerà riparlarne, credo. in giro purtroppo - e segnatamente nel sudmolti che possano prendere il suo posto. La parola "comunista" Non mi pare che la parola "comunista" sia più sputtanata in Italia delle parole "socialista" o "democratico" (forse anche di altre di identità e significato politico-corporativo: "radicale", "giornalista", ecc.). E tuttavia sono personalmente assai contento che il PCI cambi nome: soprattutto non mi piace la parola "Partito", con tutto quel che essa significa di "parte" e gruppo di potere, o anche di setta, banda, mafia, ecc.; di affermazione di interessi di parte contro gli interessi collçttivi. E la parola "comunista" va anche rapportata a un contesto internazionale, a quello che ha significato per gli abitanti, per le "gloriose masse proletarie" che il "comunismo" dei paesi dell 'Esthanno subito in URSS per ottanta, dico ottanta, anni. Che a questa parola in Italia siano attaccati vecchi fusti alla Pajetta, che fu fedelissimo servitore del "piccolo padre" moscovita e dei suoi ultimi figli, non mi stupisce; che la base comunista tema la perdita d'identità, è comprensibile. Che poi certi ve~hi amici o quasi amici siano così legati agli anni della loro formazione da vedersi come oppositori anzitutto del sistema capitalista (ma dal suo interno), e dunque alleati della sua tentata alternativa comunista, anche questo mi è comprensibile, anche se mi sembra patetico il loro non aver ancora capito come sia stato l'orrore del "comunismo" realizzato a regalare oggi il mondo all'orrore del capitalismo. (La parola "comunismo" è bellissima-e non ha nulla a che fare nella realtà con l'uso che ne hanno fatto a Est o con le idee dei togliattiani. Si potrebbe anzi dire che non li riguardi.) Mi scandalizza nel più profondo invece lo scandalo che ne fanno molti intellettuali - anche alcuni che nel PCI non sono mai entrati, alcuni dei quali, li conosco, molto miti e molto vili. Mi immagino a fatica cosa, in un regime in cui Togliatti. mettiamo, avesse vinto, essi sarebbero diventati: ingegneri delle anime? cortigiani? mediatori? delatori? No. Credo che la loro nostalgia vada nell'ordine, alla "santa doppiezza" togliattiana, alla speranza di un rivolgimento da vedere coi loro occhi in cui i loro nemici venissero eliminati proprio fisicamente, la nostalgia di un autoritarismo giustiziere che agisse per loro (naturalmente dimenticando i loro privilegi in questa società, perché è loro tradizione il querulo vittimismo digestivo di chi vuole dalla società molti. più appagamenti di quelli che già ne ha). Certi nomi, si sa, significano troppo, ma proprio perçhé ognuno li riempe di significati suoi e fantasticherie sue. Così si logorano, non I , . Le Ellissi RICHARD P. FEYNMAN CHE T'IMPORTA DI CIO CHE DICE LA GENTE? 26000 lire ARTHUR S. EDDINGTON L'UNIVERSO IN ESPANSIONE ristampa anastatica 28000 lire Nùovi Classici del!a Scienza DAVID H. HUBEL OCCHIO, CERVELLO E VISIONE NCS 9, 34 000 lire SOLOMON H. SNYDER FARMACI, DROGHE E CERVELLO NCS 10, 32000 lire Zanichelli 9
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==