CINEMA biamo girato il film. L'analisi della poesia si basava su diagrammi e coordinate. In particolare veniva usata la forma di un uccello: la testa era la parte intellettuale dellà poesia, le ali la parte lirica, ecc. Insomma, una cosa davvero incredibile!" Nei suoi film è quasi sempre presente uno sguardo di bambino o di adolescente che guarda il mondo adulto. Le interessa, dunque, il momento di passaggio tra due fasi del/' esistenza? Solo nelle interviste sei co- Peler Weir. stretto a riflettere su questo genere di cose. E per questo più vado avanti, più diventa scomodo rilasciare interviste, perché, costretto a guardarmi alle spalle, vedo una sorta di scheletro prendere forma. Risponderò allora in termini generali, dicendo che la mia ambizione è quella di restituire al pubblico un 'senso di meraviglia', quello naturalissimo, appunto, nei bambini. È un'aspirazione grandiosa, dunque difficile. Personalmente mi piace uscire dal cinema e non saper più dove sono, dove ho parcheggiato la macchina, oppure sbattere contro qualcuno perché sei ancora avviluppato dal film. Vorrei provocare lo stesso tipo di smarrimento, la stessa sensazione nei miei spettatori." Nei suoi film sembra anche contare di più ciò che non accade, ciò che ci si aspetta succeda e invece non accade ... È abbastanza vero, io amo essere sorpreso dalla vita e, dunque, amo essere sorpreso dal cinema. Penso che la morte del cinema sia la prevedibilità. Ho guardato a lungo, recentemente, le ultime opere di Van Gogh, i quadri con i fiori. Ti sorprendono sempre, li guardi, li trovi semplicissimi, eppure ti chiedi "Ma come ha fatto?" È questa congiunzione di semplicità e complessità ciò cui aspiro. Quando ero giovane, invece, cercavo l'originalità, a tutti i costi." Scegliere Robin Williams come protagonista è stato abbastanza coraggioso ... Dicono tutti così, ma nessuno ricorda che Robin è prima di tutto un professionista e che il suo mestiere è proprio quello di cambiare pelle. Certo ha dovuto contenersi molto nel ruolo di John Keating il professore, ma è un vero camaleonte umano, infila la presa nel regista e si adatta alle sue esigenze. Fa parte di quegli attori che si caricano dell'energia del regista. Abbiamo cominciato a discutere dalla scena finale. Gli ho detto: "Se alla fine, dritto-accanto alla porta, ci sarà Robin Williams e non Keating, avremo fallito il film". Dopo questa discussione tutto è filato liscio. Abbiamo anche rinunciato alle cose più marcate. Ad esempio, la sua prima entrata, fischiando, in classe, è stata approvata dopo aver analizzato una serie di sue proposte. In una di queste si fingeva storpio e con la voce cavernosa, per sorprendere i ragazzi. Era una scena molto buffa, ma anche eccessiva e l'abbiamo eliminata. Come è riuscito a lavorare con il gruppo di ragazzi? Erano così nervosi all'idea di incontrare Robin, la star! Il problema era riuscire a trasformare queste sette giovani individualità in un gruppo solidale. Robin è stato tanto bravo da riuscirci. È arrivato dìsin volto e li ha fatti rilassare. Ho consentito aRobin anche di improvvisare alcune lezioni: sapevo già che non le avrei conservate nel film, ma sapevo anche che sarebbero state utili ali' atmosfera generale del set. Inoltre, per mettere ancora più a loro agio i ragazzi, abbiamo girato le sequenze in classe secondo l 'ordine cronologico della storia e, nell'ultima scena, abbiamo fatto recitare gli allievi direttamente sulla base musicale" Ci può parlare del suo prossimo film? Robin Willioms. Sarà il film con Depardieu, Green Card, dal nome della carta di soggiorno per stranieri in America. Una love story pura, un tentativo di descrivere il nascere e il formarsi dell'attrazione tra un uomo e una donna. Qualcuno sostiene che riesco a narrare molto bene l'attimo in cui nasce la passione. È, in effetti, una delle cose più belle da raccontare, ma anche una delle più difficili. Stavolta la mia scommessa è riuscire a costruire tutto un film attorno a questo attimo". Qualche rimpianto come regista? Non ho mai amato il finale di ''l'ultima onda". Il resto è un segreto. 21 novembre/3 dicembre '89 Ticvin Società Teatro/ Teatro del Buratto IL DECAMERON DELLE DONNE dal romanzo di J. Voznesenskaja regia e drammaturgia DonatellaMassimilla con Patrizia Bellieni, Patrizia Cipriani, Patrizia Laurà, Claudia Lawrence, Annig Raimondi, Olga Vinyals Martori musiche di Gianpietro Marazza eseguile dal vivo scene di Ben Moolhuysen .,••~\--1 93
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