Linea d'ombra - anno VII - n. 43 - novembre 1989

_______ _____j■ IL BANDITO BAIAO 1ASCOMPARSADI UN GRANDEVECCHIO DELLAMUSICABRASILIANA PaoloScarnecchia Basta l'accenno delle prime note di Asa Branca ad evocare lo struggente impasto sentimentale del legame con la terra amata da cui si è costretti a fuggire con l'arrivo della siccità. Sono le note che evocano il mondo rurale dell'interno, fatto di cose elementari ma essenziali, quel sertao popolato da contadini, vaccari, · fattori, banditi, delinquenti, diseredati ... un serbatoio senz'acqua pieno invece di braccia da lavoro che si dipartono in cerca di fortuna nelle capitali del centro-sud del Brasile. Quelle note, oltrepassando la fama del loro autore Luiz Gonzaga, la più amata ed autorevole "sanfona" (fisarmonica) della musica popolare brasiliana che ai primi di agosto '89 ha smesso per sempre di suonare, sono divenute il simbolo musicale del Nordeste, come testimoniano oltre una cinquantina di LP incisi in altrettanti anni di carriera. Il faccione tondo e sorridente del musicista, (era stato soprannominato "Lua" (luna) negli anni Quaranta), ha lasciato un malinconico vuoto: un personaggio storico che ha saputo forgiare con il suo umile strumento i ritmi più simpatici e divertenti della musica popolare brasiliana, primo tra tutti il baiao di cui viene unanimemente considerato il padre. Dietro al costume da bandito, un "Lampiio" armato di fisarmonica, si nascondeva un uomo inoffensivo ma capace di trascinare le folle, dell'interno come delle città, in danze vorticose che alternava al racconto di storie sul sottofondo del suo strumento. Questo pernambucano di Exu che dopo aver integrato il corpo di un paio di bande militari- classe 1912- firù per stabilirsi a Rio all'ÌfÙzio degli anni Quaranta facendo conoscere il suo talento nei bar, nei cabaret, nelle fe- •~• fino alla partecipazione ai programmi radiofonici e alle incisioni discografiche che segnarono l'inizio di una fortunata carriera, si af- !ennò al punto tale da meritare l'appellativo di Re del baiao"; anche il cinema attinse alla sua fontemusicale: ricordate Silvana Mangano cantando quel tema, ridicolizzato dalla versione nostrana in "El negro Zumbon", che poi verrà SOpr~ominato il "baia.o di Anna" dal persoIlagg10del film italiano? Il ritmo nordestino varcava i confini non SOitanto regionali, ma nazionali, come oggi sta ICX:adendocon la lambada, grazie alle doti di :;uiz Gonz_aga,alla sua voce nasale e baritona- ~ un cl~metto, ali 'immediatezza contagiosa di I ~uo~1tmo,ma soprattutto alla sua capacità smtehzzare e stilizzare un mondo poetico e inusicaJe sospeso tra arcaismo e tradizione, ~d~nd~lo appetibile anche ai palati urbani. azie a1 versi dei suoi "parceiros" (coautori) Humberto Teixeira e Zé Dantas, rispettivamente un avvocato e un medico, che hanno disegnato con efficacia le vicende della vita sertaneja, le sue canzoni non soltanto divertivano, o commuovevano, ma avevano la capacità di denunciare-le condizioni e le contraddizioni Foto di Noir Benedicto Ida As me/hores fotos, Sver & Boccolo 1988). della regione più povera del Paese: "Signor Dottore i nordestini / sono molto grati / per l'aiuto di quelli del sud/ nella siccità del sertào / ma Dottore una elemosina/ ad un uomo sano I o lo ammazza di vergogna/ o vizia il cittadino/ Dia lavoro alla nostra gente/ riempiendo il fiume di barriere/ dia alimenti a basso prezzo / non dimentichi le prese d'acqua/ liberandoci dall'elemosina/ che alla fine di questa magra/ le pagheremo gli interessi/ senza perdere il nostro coraggio" (Vozes da seca, Voci della siccità, 1953). Il linguaggio quotidiano dei nordestini, sgrammaticato e gergale, non era più solo il rozzo modo di esprimersi degli emigranti che affollavano Rio e San Paolo, ma diveniva una poesia aspra attraverso la quale si rivelava un mondo pieno di contrasti e oscillante tra nobili sentimenti amorosi e cavallereschi di stampo medievale e un quotidiano fatto di violenza, sfruttamento e sopraffazione. Come Graciliano Ramos e Guimaraes Rosa in letteratura e Glauber Rocha nel cinema, Gonzaga è riuscito a trasformare gli aspetti regionali in qualcosa di universale. Oltre al baiao, ritmo derivato dalle introduzioni dei "cantadores" per accordare la chitarra e trovare l'ispirazione giusta per improvvisare i versi da cantare, ripensato per fisarmonica, triangolo e "zabumba" (una grancassa chiamata anche "esquenta rnuié" ossia "scalda donna" per la sua capacità di animare qualunque festa), ilcompositorepernambucano è l'artefice di altri generi che sincretisticamente sono passati dal folklore alla musica popolare attraverso scambi e contaminazioni reciproche: xaxado che racconta le imprese dei "cangaceiros "; aboio, che da semplice richiamo per il trasporto del bes!iame è divenuto canzone; xote una sorta di bolero il cui nome deriverebbe dalla corruzione popolare dello "scottish"; e forrò altra corruzione del termine "for ali" con cui si annunciavano i balli popolari. Negli anni Settanta, quando dopo un periodo d'oblio era tornato in auge, grazie alla riconoscente solidarietà dei giovani compositori baiani Caetano Veloso e Gilberto Gil e grazie anche all'affermazione della musica popolare nordestina, che vive tuttora un periodo di seconda giovinezza, cominciò ad essere soprannominato "Gonzagào" per distinguerlo da suo figlio Luiz Gonzaga jr., anch'egli compositore come del resto il nonno J anuàrio, che cominciò così a venir chiamato col diminutivo "Gonzaguinha". Insieme padre e figlio harmo realizzato nel '79 un memorabile show musicale, "La vita del viandante", titolo preso da una canzone incisa nel '53, quando ancora i"dischi brasiliani ruotavano a 78 giri, e che sottolinea la perenne epopea, il perenne girovagare del musicista e delnordestino: "Lamia vita è andare per questo paese/ per vedere se un giorno riposo felice/ conservando il ricordo/ delle terre su cui sono passato / andando per i sertoes I e degli amici che ho lasciato/ sole e pioggia, polvere e carbone ...". Ora che Luiz Gonzaga ha smesso di suonare, e che il Nordeste sforna quasi esclusivamente gruppi rock, resta Dominguinhos, l'altra luna del cielo baiano, a difendere l'accento regionale della "sanfona" che è oramai una delle anime musicali del Brasile. 85

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