TEATRO potenzialità del mondo teatrale risiedono nel suo pubblico. Annoiarlo o mirare solo ad educarlo significa ucciderlo; il teatro inglese, perpoter respirare inmodo salutare e creativo, haquindicostruito un meccanismo che da un lato lo ha protetto e gli ha dato il necessario supporto economico, dall'altro lo ha sollecitato verso strade sempre nuove e sempre aperte, ma soprattutto verso le richieste di auditori specifici, ben definiti e molto esigenti. Accanto alla scrittura che privilegia tematiche femminili, omosessuali o portavoce delle opinioni delle minoranze etniche o dei giovani, dei disoccupati, dei pensionati, vivevano i grandi come Pinter, Stoppard o Alan Ayckboum, il re del teatro inglese, che comunque, dall'alto della sua sicurezza economica e del suo teatro disimpegnato, non ha esitato a confessarmi che i fondi distribuiti ai giovani scrittori costituiscono un vero e proprio "investimento industriale", necessario, quanto gradevole. Si è spesso detto che il teatro inglese è un teatro di autori, ma si è raramente sottolineato "quanto" gli scrittori.di opere teatrali necessitino di diversi tipi di confronto. I generosi aiuti economici sono stati così integrati dalle tutele contrattuali imposte dai tre sindacati, dal senso comunitario offerto dalle sopracitate organizzazioni di scrittori, ma, soprattutto, dalla comune volontà da parte degli enti sovvenzionatori e delle compagnie teatrali di costruire per i giovani scrittori un ambiente "amichevole": dopo aver scritto un testo un autore ha quindi il diritto di recarsi alle prove dove, collaborando con il regista e la compagnia, "ricostruisce" il suo testo in termini teatrali. Altre volte essi nascono da vere e proprie operazioni di gruppo. Non va dimenticato che lo scrittore di teatro è innanzitutto un "uomo di teatro" e Alan Ayckboum, direttore artistico, regista e autore, rappresentato nei circuiti alternativi, sovvenzionati e commerciali, in Inghilterra come all' estero, ne è un esempio perfetto. La stessa pluralità delle vociartistiche giunte fino in Italia è prova della versatilità di questo movimento o, come si è espresso Peter Hall, "di questa famiglia". Gli anni Ottanta hanno però segnato un netto punto di stasi e di silenziosa riflessione. Prendiamo come esempio John McGrath, nato nel 1935 e autore di numerose sceneggiature televisive, video e opere teatrali, nonché regista e docente universitario parttime a Cambridge. Si tratta di una delle personalità più rappresentative, coraggiose e interessanti del teatro inglese del secondo do" poguerra. Come Osborne guadagnò l'attenzione del più potente critico teatrale inglese, Kenneth Tynan; come Wesker, Band e Arden, ruotò attorno al Royal Court negli anni di sperimentazione di Devine; come Griffiths scrisse per la televisione negli anni Sessanta; come Hare, Edagar e Brenton fu attivissimo nei circuiti del teatro politico degli anni Settanta. Possiamo riconoscere nella sua lunga formazione culturale la volontà di operare, di decennio in decennio, nei settori alternativi più impegnati. Oggi John McGrath teatralmente tace: i tagli nei sovvenzionamente statali hanno portato a tali sovvertimenti di politica teatrale da imporgli di rianalizzare tutta la sua attività artistica. Dal 1976 i complessi meccanismi alla base della struttura dell' Arts Council si sono infatti inceppati: la vecchia figura del consulente volontario si è andata lentamente deteriorando per lasciare spazio e potere ai settori finanziari. Con l'abolizione delle amministrazioni comunali attuata dalla Thatchernel 1986 e i tagli nei sovvenzionamenti per le arti alle amministrazioni locali e ali' Arts Council la pluralità dei centri sovvenzionatori si è drasticamente ridotta. I fondi distribuiti dalle amministrazioni locali sono legati a politiche più estese che comprendono anche altri servizi pubblici. Città come Liverpool e zone come quella londinese del1'East End sono quindi giustamente obbligate a dare priorità ad altri servizi: l' Arts Council, legato da una politica di collaborazione nata in tempi più felici proprio per creare una pluralità di fonti di sovvenzionamento, si vede costretto a interrompere i fondi a Gente di teatro.Dall'alto in basso: PeterHall, Alan Ayckbaurn, JohnMcGrath. 81
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