Linea d'ombra - anno VII - n. 43 - novembre 1989

FrancoRasetti 1 E~ricoFermied Emilio Segrè infogaaccaaem1c(aRoma 1933). mil)istnrionfascisti. TuttaviCaorbinonon ebbe sempreuna vita facile. Nel 1922, parlandcoomeMinistrodella Pubblica Istruzione, ebbe a dire in Senato":Ancheper me c'è stato il momento del bisogno; poco, maassolutboisogno.Ho resistito fin che ho potuto, poi ho ceduto.Sonodiventatosenatore, sono diventatoministro, per far male alla PubblicaIstruzione. Ma la scienza la rimpiango ancora. Rimpiangsoprattutto,in mezzo alle amarezze della politica, i giorntiranquilpliassatitra le esperienzee lemacchine;e rimpiangoched, opo la mortedi AugustoRighi, la fisica italiananon gli abbiancorasaputotrovare un successore". Credochequestopasso sia scaturitodal fondo dell'animo di Corbineochesiala chiave per capire ciò che lo mµoveva. Infatti,mirabile_adiprosic,odopoquestodiscorsogli si presentòil giovaneFermia,ppenalaureato a Pisa e tornato in famigliaa Ròma. Non~ cosaspinse Fermi, persona eminentemente schiva e autosufficienatuen, passoper lui unpo' sorprendente.Ma lasciamogli la parola:"Conobbi il senatore Orso Mario Corbino nel 1922q'.uand~tornaia Roma appena laureato. Avevo allora vent'annei Corbmoquarantasei; era senatore, era già statoMinistro della PubblicaIstruzione,e inoltreera universalmentenotocome una dellepersonalitàpiù eminenti nel campo degli studi.Fu perciò con una spiegabile titubanzache mi presentai a lui, ma la titubanzasparìquasisubitodi frontealmodo,insiemecordialee interessato, con cui egli prese a discutere dell'argomento dei miei studi. Avemmoin quel periodo conversazionie discussioniquasi quotidianecheebbero non solol'effetto di chiarirmimolteidee che avevo ancora confuse, ma anche quello di far nascere in me la profonda e sentitavenerazione del discepolo verso il maestro, venerazionecheandòsemprecrescendonegli anni cheebbilafortuna di passare nel suo laboratorio. "Credo di poter affermare che questi sentimenti sianocomuni a tutti quanti lo hanno avvicinato: la sua affabilità, il modointelligente e arguto con cui riusciva a dire anche verità spiacevoli senzamenomamenteoffendere, la sua assoluta sincerità,il reale interesse che egli provava per le questioni sia scientificheche umane, gli conquistavano subito simpatia e ammirazione". Quelloche seguì è noto. Corbinoriconobbe subitoche inFermi gli era capitatodi incontrareben più che "il successoredi AugustoRighi", e si adoperò indefessamentea valorizzaree a spianare la via al suo giòvane protetto. Come prima cosa si adoperò in tutti i modiper far istituiredellecattedredi fisica teorica- una nuova disciplinacentrata su argomentiallora di attualitàcomela relatività e la teoria dei quanti-, le prime in Italia. . Nel novembredel 1926Corbino, come relatore del concorso che installavaFermi a Roma, potè scrivere: "La Commissione, esaminata la vasta e complessa opera scientifica del prof. Fermi, si è ritrovataunanimenel riconoscernelequalità eccezionalienel constatareche egli,pur in così giovaneetà e con pochi anni di lavoro scientifico,già onora altamente la fisica italiana( ...). Egli è oggi il piùpreparatoe il più degnoper rappresentarequestocampo di cosìaltae febbrileattivitàscientificamondiale. La Commissioneritienedipoter fondare sudi lui lemigliori speranzeper l' affermazione e lo sviluppo della fisica teorica in Italia". Corbinodeveaver gioitoper averposto questa sicurabaseper la rinascita della sua scienza predilettanel paese che amava con patriottismo illuminato e intelligente, e per un paio d'anni seguì da vicinola formazionedel gruppodi fisici dell'Istituto di viaPanisperna. Io entrai nel gruppo nel 1927, ma allora Corbino non sperimentavapiù. Mi sarebbepiaciutomoltissimo vederlo lavorare, e anche di più poter lavorarecon lui, ma ciò purtropponon accadde: ormai la ricerca era affidata a Fermi e Rasetti. Quell'anno, quando decisi di passare da ingegneria a fisica, Rasetti oFermimi presentaronoaCorbino. Alloraeroancorapiù scontroso di adesso, e anche molto timido. Malgrado la grande cordialitàdiCorbino, avevo unagrandesoggezionee forselamanifestavo, comportandomi rudemente.Rimpiango di non averlo maggiormenteavvicinato da un punto di vista umano. Proprio in quell'occasione ebbi la prima dimostrazionedella della personalitàdi Corbino, e anchedella sua premuraper le nostre vicendepersonali. Per poter passare all'ultimo annodi fisica mi mancaval'esame diEsercitazionidi fisica, è avreipersounanno per la mancanza del corso. Corbino, di sua iniziativa, dichiarò alla segreteria dell'università che avevo passato quell'esame nel suo istituto, risparmiandomi così un anno. Devo aggiungere 71

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