Linea d'ombra - anno VII - n. 43 - novembre 1989

AFORISMI Taha Hussein traduzione di Saverio Esposito Taha 1-/ussein(1889-1973) è lo scrittore che ha rinnovato la lingua e il dibattito culturale arabo e aperto la strada, con Tawfiq al-I-/akim, al romanzo moderno, coronato con il No bel a Mahfuz lo scorso anno. Figlio di contadini dell'Alto Egitto, ceco dal- ['età di tre anni, cultore e traduttore della letteratura francese (ebbe tra l'altro una fitta corrispondenza con André Gide) è autore di I giorni (1929, un libro sulla sua infanzia eformazione, molto bello e splendidamente tradotto in italiano da Umberto Rizzitano nel' 44 in una edizione universitaria, ovviamente introvabile), di Adib o l'avv,enturaoccidentale (1935, pubblicato da poco in Francia, "sponsorizzato" da Etiemble con pagine entusiaste), di L'albero della disperazione (1944), I dannati della terra (1950), lsogni di Sheherazade (1951 ), e•di dozzine di saggi di letteratura, di società, di politica (fu anche ministro ali' educazione per un breve periodo "progressista" della storia egiziana nei primi anni Cinquanta, ma presto destituito). Per chi ne voglia sapere di più, esiste infrancese un volume, Au déla du Nil, che raccoglie molti esempi della sua prosa, nel corso degli anni, a cura di Jacques Berque (Gallimard-Unesco 1977). Da esso, in attesa di traduzioni dall'arabo e dipoter riproporre alcune pagine di I giorni, abbiamo tradotto, con una certa sfrontatezza dettata dall'interesse per l'autore e la sua opera di letterato-sociologo e romanzierejilosofo, infine: di educatore-alcuni lucidi, amari aforismi sulla società araba scritti tra anni Quaranta e primi Cinquanta. (S.E.) 68 Memoria e storia Diceil giovane studenteal vecchiomaestro: "La memoria dei popoli mi sembra del tutto simile alla lavagna che si mette nelle aule a uso degli studenti, dove un professore cancellaquel che un altro vi ha scritto, perché la lavagna si presta a entrambe le operazioni: non osserva niente, non rifiuta niente." Il vecchiomaestro disse al giovane allievo: "È vero. Madietro la nera lavagna ce n'è un'altra, nella coscienzadeipopoli, che è tutta bianca e che conserva le azioni scritte nella storia. E dietro le due lavagne c'è un libroche non trascura niente,né di grande né di piccolo, senza registrarlo. Perché ne verrà chiesto il conto agli autori, in quel giorno in cui nessuna amicizia o protezione potrà prevalere. I deboli di spirito o di volontà, coloro che subito si stancano si affidano alla tua lavagna. L'uomo avveduto, che sa scegliere, che è previdente e ha la vista acuta, si affida a quelladove viene scritta la storia.Ma l'uomo pienamente uomo, che ha il vantaggio di avere una coscienza viva, un cuore e un'animapuri, trascuralaprima e la seconda e ricorreal librodove una memoriaregistra le azioniper deferirle aDio, inun giornochedu-. rerà cinquantamila dei nostri anni..." Il gusto Il giovane studente disse al vecchio maestro: "Di scienza, tu ci insegni solo quanto porta a corrompere allo stesso tempo il nostro gusto e il nostro giudizio." Il vecchio maestro sorrise e disse al giovane allievo: "Che cosa ti è successo?" "Ho letto un verso che il mio temperamentomi portava a gustare. Ma tu ci hai insegnato a dubitare, a svalutare, a ragionare sullecause che spingono il poeta a cantare e lo scrittore a scrivere.E quandoho letto quelverso,che ilmio temperamentomi spingeva ad amare, ammirandolo, approfondendolo, meditandolo, chiedevo a me stesso, così come tu ci hai insegnato a fare: all' originedi questo versoc'è un'ispirazione, una ripugnanzao un' invidia? Allora lo slancio mi cadde, e mi sentii molto stanco." "Che verso era?" "È di un uomo di spiritocontinuamente respintodalla porta di H'ajjaj: Ali' uomo che ammonisce si chiuderà dunque la porta, quando invece l'inganno può arrivare fino al trono?" "Ma che t'importa che questo verso abbia all'origine un'ispirazione, una ripugnanza o un'invidia, o qualsiasi altro movente buonoo cattivo?Rifiuterestidi accostarti a un bel fiore, a una fresca rosa, ali' erba umida e floridaperché sai quante cure il giardiniere ha prodigato per farli crescere, per farne l'ornamento della vita?" "No,no!" "Godi allora della letteratura,approfondiscine i temi, gustane la bellezza così come tu godi di un bel giardino. E della tua storia letterariafai quel che fa l'agronomo quanto all'origine dei fiori e degli alberi: Non ti distolga dal godimento, né ti dia scrupoloper ilpiacere chene ricavi.Meglio: che ti ci inviti,che te ne ispiri il desiderio. Non è forse meraviglioso che Dio faccia derivare dalla morte la vita, dalla bruttezza la bellezza?"

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