Linea d'ombra - anno VII - n. 43 - novembre 1989

dito a tre editori parigini. Due me l'hanno rifiutato, il terzo, Seuil, l'ha invece accettato molto velocemente e l'ha pubblicato dopo circa un anno. Ha accennatoagli "esercizi" compiuti da lei e da suofratello e poi, nel libro,dai due gemelli.Ce n'è unodi cui vorreichiederle di parlare: quello di scrittura... · L'esercizio di seri ttura consiste in una specie di tema. I due gemelli dettano l'un l'altro vn titolo; poi si danno due ore di tempo per trattare l'argomento. E ciò che si fa a scuola, con la differenza che trovandosi loro senza insegnante, sono essi stessi a giudicarsi reciprocamente sulla base di una specie di regolamento che si sono dati e che non ha assolutamente nulla di estetico. Sono regole di verità, se così si può dire, regole di oggettività, le uniche che possano essere stabilite. In campo soggettivo non ci sono regole possibili. Perciò i loro temi devono descrivere la verità oggettiva e non accogliere "opinioni personali" o giudizi. Perché quando si descrivono i fatti in quanto tali, allora le cose parlano da sole. Non c'è bisogno di aggiungere nulla. E questaè la regolache lei stessasi è posta scrivendo il suo libro? Sì, certamente. Del resto non sono io che scrivo al loro posto? Lei ha detto prima che quelle dei due gemelli sono in parte vicende che le sono capitate veramente. Ma nel suo complesso la loro storia è una storia di formazione alla vita ed è la descrizione di un'infanzia, un'infanzia difficile. Lei dà ali' infanzia un significato particolare? Credo che per chiunque quello dell'infanzia sia il periodo più interessante. Il significato di un'infanzia, per me, corrisponde quasi completamente al significato di una vita. È il momento che ci segna maggiormente, il più importante, indimenticabile, tant'è vero che avanzando nell'età si tende tutti a tornare alla propria. infanzia e a cercare nella memoria di ridefinirsi dicendo a se stessi: "ecco, sono diventato così, ma in fondo, perché? Cosa ho avuto da questa vita, e come l'ho incominciata?" L'infanzia segna talmente una vita che i cambiamenti successivi sono molto importanti. In chemisurailpunto di vistainfantile,così comeescedal libro, rifletteil suopersonalepuntodi vistanei confrontideglianni di guerrae della guerra stessa? È chiaro che gli anni di guerra sono quelli che più mi sonorimasti impressi nella memoria. Degli anni precedenti non ho alcun ricordo, ero troppo piccola; gli anni del dopoguerra, invece, li descrivo un po' nel secondo romanzo. Ma gli anni di guerra sono incancellabili. Ciò che mi sorprende maggiormente ripensando alla mia infanzia è il fatto che in fondo sono stati sei anni di vita "normale". Mi spiego meglio: vivere la guerra a cinque o sei anni è una situazione particolare perché non si ha alcuna coscienza di come potrebbe essere una vita diversa. Tutto è normale; i morti, i bombardamenti, la fame sono aspetti quotidiani di una realtà che si comincia appena a conoscere. Così non ci si rende neanche conto di soffrire. Solo quando ci si ripensa, anni dopo, si capisce d'aver sofferto molto e ci si augura davvero che ai propri figli venga risparmiata una simile esperienza, perché è un' esperienza terribile. INCONTRI/KRISTOF Agata Kristof (foto di Christian Rossier). Alla.finedi Le grand cahier i due gemelli si separano.Qual è per lei il senso di questa separazione? È una domanda cui è difficile rispondere. In effetti ho lavorato a lungo sul finale del libro, anzi di finali ne ho pensati e scritti diversi. Penso che la loro separazione sia da considerarsi come l'ultima più ardua prova; insomma, è il mezzo per provare di saper vivere, l'uno senza l'altro, con la consapevolezza che si tratta della situazione più difficile da affrontare. Significa imporsi di vivere una condizione che è comune a tanta gente: quello della solitudine. Insieme, i due gemelli hanno avuto una vita difficile, costellata di problemi che forse non avrebbero saputo superare l 'uno senza l'altro. Ma poi, anche per loro, è venuto il momento decisivo, quello in cui si è soli con se stessi di fronte al mondo. In effetti La preuve è incentratosu questadiversacondizione:Lucas è solo, eppuresembravivere come se il fratellofosse semprepresente... Beh, non proprio. È vero che pensa costantemente al fratello, ma è anche vero che la sua vita è completamente cambiata. Prima ogni momento era vissuto con l'altro o per l'altro. Trovatosi solo, Lucas deve aprirsi al mondo circostante e cercare di sopravvivere facendo il proprio lavoro e aiutando i p~ùdeboli. 63

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