Linea d'ombra - anno VII - n. 43 - novembre 1989

zo. Mi chiedi se tutti questi annidi scrittura temaesucommissione abbianoinfluitosul miomododiscrivere?Sì,hoimparato acostruirei dialoghie aosservare.Maprobabilmente ilgustodel- !' osservazionece l'avevo giàdentro.Sonosemprestataunapersona moltotimida..Da giovaneavevounverocomplessodiinferiorità.Nonparlavomolto,ascoltavoeguardavo.Forseèperquesto che sono una buona osservatrice." Ma non c'è forse anche, in questopluriennaleripararsidietro incarichideterminatidall'esternoenell'insistente riscrittura anche se romanzatadi storie vere,lapauradifaredellascrittura lo spazio dellapropria libertà,il territoriosenzaretidel/'invenzionee dellaespressione, ma anchedelgiocoedellagratuità? "Beh,prima di tutto io sonostrutturalmente incapace dirifiutarequalchecosa.Non sodiredino,senonamestessa.Credoche dipenda da come sono stata educata,un'educazionecattolica molto rigidae piena di divieti.Proprioameche,perpersonalità, non ho avutomai altro desideriochedipiacereatuttiecompiacere chiunqueavessiattorno.Dunqueleproposte,gliincarichi, le commissionifacevano automaticamente al casomio." (Adesso per esempio la Poniatowska sta completandouna "biografiadi finzione" o un "romanzodi biografia" suTinaModotti, "unpersonaggiodi cui non vedo l'ora di liberarmi.Hocominciatoa ccuparmenesoloper fare piacerea unamicoepoi,pernonsprecare tutte le ricerche fatte, ho continuatoa lavorarci".) E inpiù, sì, vedi io non sono sicuradi esserecosìcreativa.Quandoeravamo bambine,era mia sorellaquellachecomponeva al pianoforte senza saper leggere la musica,mentreiomiostinavoa leggere la musicae non ero in gradodi suonareniente,tantomenodi comporre.Penso che sia andatacosìancheincampoletterario. Forse soltantoora comincioa sentirmingradodicrearequalcosa. Ma devo vedermelacon le mieinsicurezze,conunatendenza alla depressionee ali' autodistruzione,chemifannoamarechi sa esprimerela propria rabbia, invecedirivolgerlacontrodi sé. Ma anchequestoha a che vedereconilmiobisogno di essereaccettata e con la mia... vigliaccheria." La psicanalisi, una delle merciculturalipiùconsumatedalla intellighenziamessicana attuale,chepartehaavuto nonha avuto in un lavorodi scritturache,anchenellesuemanifestazioni più schiettamente giornalistiche,è statocomunques mpre scandagliopersonale, processo identificatorio,affermazionedi soggettività? "La psicanalisi?Permeè lasperanzane_!miracolo.Hocominciato un rapportoanaliticouna voltasola. E durataduemesi,ma io ero felice: intantoperché avevol'occasionediparlare di me, cosa che non facciomai, e poi perchéerostraordinaria nell'aiutare il mioanalista.Ho interrottol'analisiquandomisonoaccorta che i ruoli si erano invertitie cheeroiochestavoanalizzando l'analista.Eracomese daunapartecifossesolol'Astrazione Maschile e dall'altra l'Intuizione Femminile.Luigiocavasoltanto con tre carte, sempre le stesse,e iovincevo. La psicoanalisi comunqueèbuona.Nonc'è unosolodeimieiamiciscrittorichenon sia in analisida anni. E tutti mi diconochefarebbebeneanchea meecheneavreiungranbisogno.IIproblemanaturalmente è rovare l'analista giusto oppure farecomeCarlosFuentes:crivere come se si stessein analisi, faredellascritturaunfattocatartico, un processodi autoterapia, sogniinclusie goodbye." Unmoventedi tuttorispettoallascrittura,alqualeconunmiINCONTRI/PONIATOWSKA Elena Ponialowska Ira la figlia e la madre. sto di autoironia e di sincerità la Poniatowska contrappone un più quotidiano e solo ali' apparenza banale: · "Scrivo,perchépenso che sia lamiavita.Se non scrivessi co- ~ farei?Stareiaddosso ai miei figli.E nonmi piacerebbe.Pr~babilmente cerchereidi rendermi utile in altrimodi: lavorereiin un ospedale, fareiqualcosaper gli altri.Mi sentomeglio se sonoutile, come un boy scout." 1) Di questo bellissimo romanzo, pubblicato nel febbraio '89 dalla Gruppo Editoria/ Pianeta di Città del Messico, laPoniatowsko. ha scritto: "Noi donne abbiamo l'abitudine di scrivere triste. In qualche modo aveva ragione José Joaquin Blanco quando diceva che Rosario Castella- ~o~ con .la ~u~ poesia era una lagna. Ci gonfia la nostalgia, ci strangola il ncordo, c1vmce la quotidianità che tutto copre con il grigiore della polvere. Mai si potrà dire che una delle caratteristiche della letteratura di Angela Muniz, Elena Garro, Inés Arrendondo, Julieta Campo sia l'allegria. Però un libro come Como agua para choco/ate: nove/a de entregas mensuales con recetas y remedios caserosnon lo avevo mai visto nella valle delle lacrime della letteratura messicana, perché anche gli uomini sono dei piagnoni e, salvo Jorge Ibargilengoitia, si prendono tutti terribilmente sul serio e sudano solennità a gocce. Ho cominciato a leggerlo di mala voglia, il grosso manoscritto di più di duecento pagine che mi pesava sulle ginocchia, ma a partire da pagina quindici il tempo è passato volando e alla fine benedicevo Laura Esquivel, la coprivo di baci, non vedevo l'ora di conoscerla, sposarmi con lei, piangere di felicità sopra le cipolle affettate fini fmi, godermi gli odori dei suoi umidi, conoscere a fondo tutte le sue ricette di vita, tritare spezie, pelare agli e pulire peperoni." 59

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