STORIE/VACULIK Minimo spazio,massimdaensità. Unaparadossalecronacapuntate del socialismo"reale". Vaclav o con il professor Patocka,più spesso peròcon il dottor Jirì Hàjek.Una gentile,giovanedonnaci chiedeva:"Edopopranzo, lo prendete un caffeuccio?"Deliziosi momenti."Oggigli ho fatto unabreve dissertazione,"disse Jirì Hàjek, "sul perchéil rivendicarela neutralità nell'agosto del Sessantottofossesbagliato." Mi meravigliai: "E tu, allora, non eri per la neutralità?"- "Così anche tu pensi che lo fossi?" ricambiò la meraviglia."Tutti lo pensano,"dissi, "ieri lo hannodetto anche in televisione."- "Ma nonèvero," replicò,econlàpazienza degliocchialutiallampanati e molto miopi mi fece una breve dissertazionesul perché fosse sbagliato rivendicare la neutralità nell'agosto del Sessantotto. Una volta la signora Blankaera dovuta andarea fareunvaccino antinfluenzale e il tenentecolonnello e io eravamorimasti soli.Camminavaper la stanzaconlemani dietrolaschiena,edera evidenteche avrebbe dettoqualcosa:"Ora, datocheleragazzese ne sono andate, le dirò qualcosada uomo a uomo."Tesi l'orecchio. "La medicinamoderna, quindi la psicologiae la sessuologia," mi passò davanti, "condividono l'opinione," mi passòdavanti, "che tra i partners," si fermò bruscamente davantia me: "tutto è permesso." Hm, rifletteicon circospezione.Lui sorri'se mi minacciòbonariamentecol dito: "Ma allora, briccone,meriterebbeuna tirata d'orecchi!" In questi casi la cosamiglioreè tacere del tutto e ·cercaredi capiredi che segnale si tratti.Io, temo di nonaverlocapito.Ma eragiàpassata.Tirò fuoridallaborsadue mele rosse e me ne diede una. Gli chiesi che varietàfosse,melo disse, ma ormai l'ho dimenticato.Quel che mi colpì è chelemele venivano da un albero di soli cinque anni e che neavevaqualche chilo.Ed era commoventechemene avessedatauna.Gliparlai della varietà che avevo io a Dobrichovice. "Se verròancora qui," dissi, "e soprattuttose domenicami sarà concesso di andare a raccogliere le mele, ne porterò anche a lei." - "Perchénon le dovrebbe essere concesso?"disse. Il giorno seguente invecedallacartellaavevopresounsacco, con dentrociò che per tradizioneorale deve avereconséchiviene arrestato."Lei ha un'altra borsa," notò immediatamente".Sì. Perché oggi o andrò via come un libero cittadino,chenonpotete trasci,narequi tutti i giorni,oppure mi assegneràunacella!"Si stupì:"E sµccessoqualcosa?"- "È successoquesto,chequisiete la cortesia in persona, e per le strade accadonobrutalità. Lo sa che è successoai Kohout?"- "Ho sentito qualcosa..." - "Ecosì ioquestavostra cortesianonl'accetto più.E leracconteròqualcosa che ancora non le hodetto:Quando il primogiornomihannocondottoallaBartoloméjskà,Martinoveskymihadichiaratoin arresto,mi hapreso la chiavedell'appartamentoehadettocheandavamoa fareunaperquisizione.Si esprima inproposito."- "Le ha detto che era in arresto e le ha preso la chiave?"- "Sì." - "Giustononloconsidererei..."- "Allorami restituiscaquellaroba." Si sedettedietroal tavoloe tacqueconariaburbera.Lasignora Blanka era interdetta. Poi il tenente colonnelloNogadisse: "Vuole un caffè?"-. "Non lo voglio," risposi. Non so più cosa mettemmoa verbale quellamattina.Amezzogiorno voleva portarmi a pranzo, rifiutai. Chinòla testascontento e disse: "Lei si è arrabbiato sul serio. Ma perchéconme? Non ho forsebuona volontà?"- "Non ce l'ha. Sel'avessemirestituirebbealmeno il manoscritto.Ora, subito!"Corrugòla fronte,corsevia,tornòemi sbatté davanti le cartelle nere. "Ecco, ma andràapranzo!" Lo scintillanpteomeriggioinvernaleprocedevadietrole sbarredallamontagnBaiancaverso le tenebre. Il mio tenente colonnellostavallafinestracon le mani dietro la schiena. Dal cortile risuonavanleovocidella passeggiata femminile. "Io so, signor Vaculìkd,"isseconun sorriso che non vedevo, "che lei ugualmentsebattertàuttoinqualchearticoletto."Dissi: "Probabilmentesì,semisaràconcesso."Tacque, poi aggiunse: "E il titolo sarà: Una~za di caffèall'interrogatorio."Per poco non caddidallasediaE. inutilel:oro sanno tutto. Ilgiornodopo,era venerdì, mi aspettava una lieta sorpresa: ebbindietrcoinquantatrevolumi della Petlice. Non eranoentratinellavaligiaI.ltenentecolonnelloNogaportò una scatola,preparòluistesso il pacco,lo legò e ci fecepure un cappioper il trasportoP.oidisse":Diamine,gliel'ho impacchettatacosìbeneche quasmi idispiace." La domenicaero a Dobrichoviceper lemele. Equandloaseram, entrepensavoche ormai non sarebberovenuti, miportaronloaconvocazioneper il lunedì, preparai un sac- . cheuoconi campioni:Gravètìn, Holovous, Cistec... Lunedgì,uardaunpo'! E va be'. "Sisegga,m" iinvitòcon ariaestranea. La signoraBlankaavevagiài foglinmacchinae anche lei si comportava come se all'improvvinsonmiconoscesse. Il mio tenente colonnellorifletté,poidisse":Hacambiatoopinionecon la domenica?" Io no,ma tusì,dissiframe."No."- "E conosce le reazioni dei lavoratori?"- "Le conosco.-" "Che ne direbbese ora la conducessial- · lamacchinla,portassiin qualche fabbrica e la mettessi davanti aglioperapierfarlesostenerequelloche ha scritto?"- "Innanzituttochiederleoirose l'hanno letto." Si alzòe cose fuori.Orava ascegliergelioperaim, i venne in mente.Tornò, si sedetteal suo postoe disse":Vuoleun caffè?" Non ero nello stato d'animo. "Sì,"dissiC. orsefuori,forse solo per ordinare il caffè. Ma ci rimasealungoederasospetto.Tutto, all'improvviso, mi sembravasospettoan: chechemi avesse restituito la Petlice. La signoraBlankta cevaD. alcortilegiungevanovoci maschili,ogni tantoancherisa.Cercadi i distinguere se a ridere laggiù non ci fosseroormaaincheJirìLederer, FrantisekPavlìcek e il signorVaclav.No!midecisi.Col cavolo! mi convincevo. Tomò,sisedettetalvoloe sparò:"ConosceJirì Lederer?"- "Lo conosco-.""Gliha dato i suoi articoli perché li spedisseall'estero?-" "Sentasignor colonnello, siamo chiari: lei segue queglairticogliià da dueanni. Sonoun reato? Se nonlo sono,non dovrebbeessereunreatoneanche spedirli all'estero. Glielodico fuoridalverbaleP.eril verbale dico questo:Mi rifiuto di rispondere!" PranzoC.'eraJirìHàjek.Mangiammoi wiirstel."Lo prendeteuncaffeuccioJ?i"rìHàjek ringraziò e disse: "Vi preoccupate cosìtantodinoichevi diventeremo grassi, poi non potremopiù uscirfuordi alcancelloe voi direteche la colpa è nostra!"Lei rise:"Macché!" Mentre il mioLenentceolonnellomi conduceva all'uscita con l'ascensorep,ensavoancora alle mele nel mio sacchetto.Ma fui rigidoN: o!Colcavolo!Sarò stato duro, ma ci voleva. Praga,20gennaio1977 (Una copia per il tenente colonnello Noga) 45
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