Linea d'ombra - anno VII - n. 43 - novembre 1989

SAGGI/AUDEN · Il solo male çhe perennemente minaccia la letteratura, e che mai dovrebbe essere passato sotto silenzio, e sempre costantemente e pubblicamente eombattuto, è la corruzione della lingua. Poiché gli scrittori non possono inventarsene una propria, dato che dipendono da quella che tocca loro in eredità: se la lingua è corrotta, anche loro lo saranno. Il critico che si preoccupa di questo male dovrà però combatterlo alla radice; non nelle opere letterarie, ma nel cattivo uso che ne fanno l'uomo della strada, il giornalista, il politico, e così via. Inoltre, dev'essere in grado di mettere in pratica quanto va predicando. Quanti sono oggi in Inghilterra e in America, i critici padroni della lingua materna come Karl Kraus lo era del tedesco? I recensori non meritano il nostro biasimo. Nella maggioranza, preferirebbero con tutta probabilità recensire unicamente quei libri a parer loro degni di lettura, malgrado tutte le possibili pecche. Però, se il recensore di uno dei grandi giornali della domenica, dovesse seguire questa sua inclinazione, almeno una domenica su tre, lascierebbe la propria colonna in bianco. E ancora: qualsiasi critico coscienzioso sa perfettamente che, dovendo recensire in uno spazio esiguo l'ultimo libro di versi, presentare una serie di citazioni astenendosi di ogni commento sarebbe l'unica soluzione onesta. Se però lo facesse davvero, il suo direttore direbbe che si guadagna il pane a tradimento. Ad ogni modo possiamo, e con ragione, biasimare i recensori per il loro costume di etichettare e impacchettare gli autori. In principio, i critici classificarono gli autori o come antichi, ossia greci e latini, o moderni, ossia tutti gli altri venuti dopo. Poi li classificarono secondo ere, gli augustei, i vittoriani eccetera; oggi li classificano per decenni, gli scrittori degli anni Trenta, degli anni Quaranta, eccetera. C'è da presumere che, presto li etichetteranno come le automobili, anno per anno. E pensare che già la classificazione per decenni è assurda: perché suggerisce l'idea che gli autori cessino, con discrezione, di scrivere all'età di trentacinque anni o giù di lì. "Contemporaneo", termine molto abusato. I miei contemporanei non sono altro che i vivi sulla terra finché sono anch'io vivo, siano essi poppanti o centenari. "E lei, per chi scrive?" Questa la domanda con cui chi vuole saperne sempre di più, bersaglia costantemente lo scrittore o il poeta. La richiesta è ovviamente sciocca, ma so rispondere altrettanto scioccamente. Talvolta trovo un libro che mi sembra sia stato scritto per me e per me soltanto. Come un amante geloso, non voglio che altri ne abbia notizia. Ebbene, avere un milione di iettori simili, che si ignorino a vicenda, ti leggano con passione e non ne parlino mai, è certo la quotidiana prediletta fantasticheria di ogni scrittore. Da The Dyer' s' Hard and other essays, 1963 (trad.it. Saggi, Garzanti 1968) Per gentile concessione dcli' editore Garzanti. 38 ~ il Mulino ARTHURKOESTLER SCHIUMADELLATERRA· Idrammaticimesitra1939e1940, nell'Europaincendiata dalsecondoconflittomondiale: inun librointenso,permeatodi tragedia, latestimonianzacaldodell'autoredi · «Buioamezzogiorno» NOIDONNE ovembre1989 Donnedell'est: daoggipiùvicine. Dossiercooperazione, chepauralafinanza. Prostituzione: dapeccatricialucciole. Anchorwoman madeinltaly? Leprofessioni dell'ecologia. ABBONATEVI! Versamento di lire50.000 sul etc n.60673001 intestatoa Cooperativa LiberaStampa, viaTrinità deiPellegrini12, 00186Roma. Telefono06/68645626864387

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