Linea d'ombra - anno VII - n. 42 - ottobre 1989

82 IPERBOREA DAL NORD LA LUCE HENRIK STANGERUP LAGOA SANTA Scontro di civiltà e avventura umana nell'appassionante vicenda di un ricercatore danese in Sudamerica: un Cuore di tenebra nella foresta brasiliana. "Il miglior libro straniero dell'anno" (Chicago Tribune) HERBJ0RG WASSMO LA VERANDA CIECA Un'adolescente affronta il dramma della diversità e della violenza. Lo sguardo forte di una donna in un romanzo di straordinario successo: 200mila copie in Norvegia e Premio del Consiglio Nordico LARS GUSTAFSSON MORTE DI UN APICULTORE Davanti alla morte un uomo riscopre la vita, l'amore, la natura PAR LAGERKVIST PELLEGRINO SUL MARE La ricerca d'assoluto nell'amore e nella vita di un grande classico svedese premio Nobel Via Palestro, 22 - 20121 Milano - Tel. (02) 76006684 4/89 In questo numero, fra gli altri articoli: Giorgio Ruffolo Lettera aperta al Partito socialista Pino Arlacchi e Roger Lewis Il mercato dell'eroina a Verona Federico Stame Tutti insieme non si cambia niente Luigi Ferrajoli La giustizia del cadì Otto Poeggeler Heidegger e la filosofw politica Zeev Sternhell Sul fascismo e la crisi dello Stato ebraico SCIENZA/POPPER ziato sbaglia, o cerca di nascondere il suo errore - il che per fortuna non accade frequentemente-, i suoi colleghi se ne accorgono. Perché il metodo scientifico riposa ad un tempo sull'autocritica e sulla critica reciproca. La critica scientifica giudica i meriti di una teoria sulla fiducia dei suoi successi nella ricerca della verità. È da questo che si riconosce all'opera la ragione critica. La teoria, cioè l'opera d'immaginazione creatrice del ricercatore scientifico, ha dunque molti punti in comune con l'opera d'arte. L'attività creatrice dello scienziato assomiglia a quella dell'artista- almeno a quella del gruppo di artisti di cui faceva parte Beethoven, che iniziano con una visione temeraria del mondo e che di opera in opera possono elevarsi fino alle vette del sublime mediante l'esercizio di una critica vigile della loro immaginazione creatrice. Così Beethoven, dalla bella Fantasia corale si eleva a l'Inno alla gioia. Nella scienza, il grande teorico corrisponde al grande artista, e, come l'artista, è guidato dalla sua immaginazione, dalla sua intuizione e dal suo senso della forma. Einstein diceva del modello atomico proposto daNiels Bohr nel 1913 che si trattava di un'opera "della massima musicalità". Tuttavia, contrariamente a un capolavoro musicale, una teoria scientifica resta sempre soggetta a nuove migliorie. Il ricercatore scientifico lo sa, e sa anche che la sua immaginazione, la sua intuizione, e anche il suo senso della forma, lo conducono più spesso ali' errore che alla verità, o a un'approssimazione della verità. Per questo nella scienza è essenziale un esercizio permanente dello spirito critico, non solo da parte dell'autore di una nuova teoria, ma anche da parte dell'insieme dei suoi colleghi. Nella scienza, non esiste una sola grande scoperta che si basi soltanto sull'ispirazione e sul senso della forma. Concluderò citando uno dei più grandi scienziati di tutti itempi, Johannes Kepler, l'illustre cosmologo e astronomo morto nel 1630, nel dodicesimo anno della guerra dei Trent'anni. In questo passo, Keplero allude alla sua teoria sui movimenti dei corpi celesti, che egli paragona alla musica, evocando la musica divina delle sfere. Però, quasi inavvertitamente, Keplero conclude con un inno alla gloria della musica umana e della polifonia, invenzione ancora piuttosto recente all'epoca; e scrive: "Così i movimenti dei corpi celesti non sono altro che una sorta di concerto perpetuo, razionale più che sonoro o vocale. Essi si muovono in virtù della tensione delle loro dissonanze, che sono come altrettante sincopi o sospensioni prima della loro risoluzione (per cui l 'uomo non fa che imitare le dissonanze corrispondenti della natura) per concludere su accordi perfetti, ciascuno dei quali contiene sei termini, come un coro a sei voci. E mediante questi segni, dividono e articolano l'immensità del Tempo. Così non c'è niente di più meraviglioso o di più sublime delle regole del canto polifonico che uniscono armoniosamente le voci distinguendo le parti, arte ignota agli Antichi ma infine scoperta dall'Uomo, che scimmiotta il suo Creatore; così che mediante i 'abile sinfonia di voci multiple l'uomo dovrebbe poter evocare in una breve frazione d'ora la visione totale e globale della perpetuità dell'Universo nel tempo: e nella felicità dolcissima che procura la musica, eco dellà fe- .licitàdivina, dovrebbe poter accostarsi ali 'appagamento che Dio Creatore prova contemplando la sua opera." Copyright Karl R. Popper/"Diogène"1989.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==