Prima quasi che bussi, "Che c'è? Che'c'è?" Si siedono insieme nella stanza lustra. *** Quando tutti gli altri erano a Messa lo ero tutto suo mentre pelavamo le patate. Lasciate cadere una a una rompevano il silenzio Come lagrime di stagno dal saldatore. Povere consolazioni tra noi, cose da condividere Splendenti in un secchio d'acqua pulita. E giù altre ancor<}.Gradevoli piccoli spruzzi Del lavoro comune ci riportavano alla realtà. Perciò quando il parroco al capezzale di lei Si dava un gran da fare con le preghiere per i moribondi E alcuni rispondevano, altri piangevano lo ricordavo la sua testa verso la mia, Il suo alito nel mio, i coltelli che tagliavano spediti. Mai più così vicini nella nostra vita. Dalla frontiera della scrittura I • La tensione e il nulla intorno a quello spazio quando l'automobile si ferma sulla strada, i militi ispezionano il modello e la targa e, mentre uno si china verso il finestrino, ne intravvedi altri sulla collina, che ti squadranomalevoli con i mitra imbracciati, tenendoti sotto tiro e tutto è puro interrogatorio finché un fucile ti fa cenno e riparti accelerandocon guardinga indifferenza, un po' più vuoto, un po' più esausto come sempre per quel fremito interiore, soggiogato, sì, e obbediente. çosì prosegui verso la frontiera della scrittura dove accade ancora. I mitra sui treppiedi; il sergente con la radio trasmittente ripete i tuoi dati, aspettando il segnale rauco del passi; il tiratore scelto punta su te dal sole come un falco. e all'ìmprovviso ne sei fuori, libero dopo l'accusa come se fossi passato da sotto una cascata alla nera corrente d'asfalto di una strada. Oltre le autoblindo tra i soldati del posto di blocco che scorronoallontanandosi come ombre di alberi sul parabrezza lustro. L'uomo di Tollund Ungiorno andrò adAarhus a vederela sua testabrunacomelatorba, i tenerigusci delle suepalpebre, il suocappucciodi pelleapunta. Nellapiana vicino a dovelo hanno dissotterrato, con l'ultima farinatadell'inverno rappresanello stomaco, nudosenz'altro addossoche il cappuccio,il cappioe lacintola a lungomi fermerò. Sposodella dea chegli strinse il torqueintornoalcollo, e schiusela palude sottodilui, chequegli umori neri lomutassero nel corpo mummificato di unsanto, tesoroscoperto tra le cellesondate dei tagliatoridi tbrba. Ora la sua faccia sfigurata riposaad Aarhus. Il Potreirischiare di essereblasfemo nelconsacrare la piccolatorbiera terranostra benedettae potrei pregarelui di far germinare la carne lacerata dei braccianti cadutinelle imboscate, pdaveri scalzi . compostinei cortilidellefattone, lapelle e i denti sparsisulle traversine, ultimetracce di quattrofratelligiovinetti trascinatiper migliasullerotaie. lii Un'eco della sua tristelibertà mentreandava sullacarretta l patibolo arriverebbea me, a mecheguido e ripeto i nomi Tollund,Grauballe,Nebelgard, e seguole indicazioni dellagente del posto, di cui non conosco la lingua. POESIA/HEANEY .. 75
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