Linea d'ombra - anno VII - n. 42 - ottobre 1989

POESIE a cura di Clara de Petris e Roberto Bertoni Terra di' torbiere Non abbiamo praterie noi Che tagliano al tramonto un grande sole - Ovunque lo sguardo cede All'orizzonte che avanza Finché è sedotto dentro l'occhio di ciclope Di un laghetto montano. La nostra terra senza recinti È una torbiera che continua a incrostarsi Ad ogni inquadratura del sole. Hanno tirato fuori dalla torba Lo scheletro del Grande Alce irlandese, Hanno messo su La sua incredibile gabbia piena d'aria. Burro andatò a fondo Più di cento anni fa È stato recuperato ancora bianco e salato. La terra stessa è buona, burro nero Che si liquefa e cede al piede, Mancando per milioni di anni L'ultima compatta definizione. Non troveranno mai carbone qui, Solo tronchi di grossi abeti, greyi d'acqua, molli come polpa. I nostri cercatori continuano a estrarre la torba Sempre più dentro, sempre più a fondo, Ogni nuovo strato che mettono a nudo Sembra essere già esplorato prima. I pozzi sono forse intlltrazioni dell'Atlantico L'umido centro è senza fondo. Allo scoperto È dicembre a Wicklow: gli ontani gocciolano di pioggia, le betulle ereditano l'ultima luce, e il frassino è freddo da guardare. Una cometa che era perduta · sarà visibile al tramonto, milioni di tonnellate di luce come sfavillìo di biancospini e di rose, E ogni tanto vedo una stella cadente. Se potessi viaggiare su una meteorite! Invece cammino tra le foglie fradicie, i gusci vuoti, il marciume d'autunno, 74 sognando un eroe che dal fangoso recinto di un carcere il suo dono scagli come un sasso con la fionda, per tutti i disperati. Come ho potuto fare questa fine? Spesso penso ai consigli degli amici belli e precisi come un prisma e all'incudine della mente di chi mi odia mentre me ne sto a soppesare i miei responsabili tristia. Per che cosa? Per chi ascolta? Per la gente? Per ciò che si dice alle spalle? La pioggia scende tra gli ontani, le sue voci a bassa frequenza bisbigliano di delusioni e di erosioni eppure ciascuna goccia rimanda ad assoluti adamantini. Non sono né internato né delatore; sono emigrato nel mio stesso paese, con lunghe chiome e pieno di pensieri; un fante scampato al massacro, c)le per proteggersi muta colore sul tronco e sulla corteccia, e sente come tira il vento; sono uno che, attizzando queste faville per il loro misero fuoco, ha mancato l'unico portento della vita, la rosa pulsante della cometa. da Clearances *** Lì il linoleum era lucido e splendente, gli ottoni lucidi. Le tazze di porcellana erano bianchissime e grandi - Il servizio buono con la zuccheriera e il bricco. Il bollitore sul fuoco. Tartine e dolci Erano bell' e pronti. Per non farlo sciogliere Bisogna tenere il burro all'ombra. E non smollicare. Non dondolare çon la sedia. Non ti servire per primo. Non indicare col dito. Non far rumore con ilcucchiaino. È il numero 5 di Via Nuova, Terra dei Morti, Il nonno si sta alzando dal suo posto Con gli occhiali alzati sulla testa calva Ad accogliere una figlia che torna a casa confusa,

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