Linea d'ombra - anno VII - n. 42 - ottobre 1989

INCONTRI/HEANEY Mi piace credere che quello che sto per scrivere sarà più rapido, leggero e semplice, non facile ma chiaro, lasciando l'Io dietro le spalle. Vorrei diventare "giapponese", e vedermi in prospettiva. ..1 anche rivalità, ma rimanda a qùanto abbiamo detto sopra sulla necessità di "decostruire" l'impulso individuale, è anche un atto deliberato, intelligente di imprimere una direzione alle nostre attività individuali. Credo che più o meno consciamente ci siamo ispirati al Movimento Drammatico Irlandese di Yeats e Lady Gregory che all'inizio di questo secolo è riuscito a dar forma alla coscienza nazionale e ha-indirettamente come può fare l'arte- influito sulla conquista dell'indipendenza dell'Irlanda. Alcuni di noi sono stati più timorosi di altri, perché era sicuramente un gesto arrogante, fatto appunto con la d_eterminazionedi arrogarci un diritto che ci era negato e cioè di operare a Nord e a Sud del confine, rifiutando la definizione di gruppo del Nord, oppure di gruppo di artisti cattolici, infatti una nostra serie di pubblicazioni è incentrata sulla comunità protestante: La creazione di un mito storico. Deane ha un'intelligenza teorica e critica, al tempo stesso intuitiva e propositiva, io e Friel siamo meno visionari e non sarebbe la stessa cosa se le nostre personalità non interagissero come hanno potuto fare in Field Day. Dal momento che siamo in Italia è ovvio chiederle quali poeti conosce. Di nuovo è un fatto casuale, dipendente dalle traduzioni pubblicate nei Penguin. Montale, Ungaretti, Quasimodo, Saba e anche Sereni, ma non ho una visione complessiva della poesia italiana contemporanea. Quali altri artisti italiani conosce? Ho visto i film di Fellini e mi piace molto l'arte pericolosamente strana e misteriosa di De Chirico. ' · Cosa pensa di Roma, che ha visitato quest'anno per laprima volta? In passato ero già stato a Firenze, a Siena, ma il Pantheon e il Barocco sono un'altra cosa. Le chiese e i palazzi ro~ani rispondono a una esigenza di dominio e di organizzazione del mondo, al cui confronto i grattacieli di New York sembrano un volgare atto di vanagloria: sono gotici, non riguardano l'uomo. La prima volta che ho visto in Toscana le Madonne, le Natività, le Crocifissioni,' che fino allora avevano fatto parte,della iconografia della mia sottocultura infantile, da ui ero venuto emancipandomi, sono stato tentato di abbandonarmi alla regressione, perché solo ora mi apparivano perfettamente inserite.nel loro contesto naturale. A Roma sono stato tentato di rivalutare la avventura dell'Umanesimo, di credere, nonostante tutto, alla possibilità di una vita di piacere e di civiltà. Il sole gioca certamente la sua parte, ma è determinante il senso della continuità storica, da Romolo e Remo a oggi, che si percepisce nella città, anche il degrado ha un senso in questa prospettiva. Ai giorni nostri si ha paura di essere ingenui, dopo le guerre globali, gli olocausti, circondati da fenomeni incontrollabili e distruttivi, non ci basta più il nostro limitato raggio d'azione di uomini - 10/20 miglia al massimo. Senza sentimentalismi posso dire che Roma ha rafforzato in me la fiducia in un mondo, forse solo in un paese o in i.macittà a misura d 'uomo o almeno fatti dall'uomo, anche se il tetto è scoperchiato e non dà riparo. Quali figure del passato stimolano oggi la sua fantasia?. L'imperatore Adriano, di cui ho letto la biografia della Your" cenar. Ho visitato il Vallo di Adriano in Inghilterra e ora sono curioso di vedere la villa. Agli estremi del suo impero aveva collocato anche gli estremi della sua personalità, l'efficienza brutale del soldato alla frontiera e il desiderio del bello sotto Tivoli. Se sapessi farlo, scriverei un dramma sulla morte di Federico Garcìa Lorca. Non era uno scrittore politico, ma era riuscito a penetrare l'inconscio collettivo, comprendeva, sentiva e influenza val' energia del momento storico. Era uno che diceva no con.la purezza · della sua libertà e che perciò ha fatto scatenare la rabbia fascista. Naturalmente l'altra cosa impressionante nella sua morte è la sua irrilevanza per il conflitto che divideva la Spagna, la sua marginalità emblematica. Un altro artista che mi affascina è Cezanne. L'ostinazione e la solennità della sua dedizione all'arte non cedeva al fascino facile del pigmento, come era successo a Van Gogh. È sempre lo stesso dilemma dell'equilibrio tra volontà e impulso. Cezanne era un pioniere e mi affascina proprio per l'originalità, la solitudine e la fiducia in se stesso che non chiede conferme e che io temo di non avere. La sua più recente produzione poetica sembra ruotare intorno ai concetti di distanza-sincronica e diacronica-e di astrazione. From the Frontier of Writing, From the Republic of Conscience, From the Canton ofExpectation sono alcuni titoli di The Haw Lantem e i componimenti di quattro terzine, i "twelve-liners" che sono apparsi recentemente su varie riviste sono intitolatiLightenings (il momento di sospensione e sollievo prima della morte) e Crossings. Come definirebbe questa fase della sua poesia? Vorrei che la mia poesia fosse leggera e semplice, che riconquistasse la franchezza, là concretezza del mio primo libro. Agli inizi la mia poesia era franca e poi poco p~ volta è diventata ptù manierata linguisticamente e più consapevole politicamente, almeno fino a North; da allora è iniziato un percorso liberatorio, il cambiamento è avvenuto conFieldWork. Stationlslandè unaricapitolazione, una lunga pausa tetra, ma sono soddisfatto della freschezza, leggerezza e - per dirla alla francese - dellajouissance di The Haw !,antern. Lightenings e Crossings sono stati scritti in poco tempo, come piccole tessere di un mosaico di cui non vedo ancora il disegno complessivo e non me ne importa. Mi piace credere che quello che sto per scrivere sarà ancora più rapido, leggero e semplice, non facile ma chiaro, lasciando l'Io dietro le spalle. In tutto quello che avevo scritto finora c'era una faticosa autoanalisi e auto-definizione. Vorrei veramente lasciare il mio Io dietro le spalle, diventare "giapponese" e riuscire a vedermi in prospettiva. In uno dei Crossings parlo di quando al collegio, spiavamo gli amanti nelle auto parcheggiate oltre il fiume con lo specchio e poi lanciavamo segnali catturando la luce del sole. Mi sembra che renda perfettamente la mia intenzione di essere fuori e di interferire con il mondo. 73

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