IL CONTESTO dioma delle due maggiori impersorùficazioni della detection che Hammett abbia dato, e cioè l'anonimo agente della Continental (o Continental Op, per Operative) e SamSpade, l'intenso riflesso prismatico di una roguery internazionale in Ilfalcone maltese e sottile amalgama letterario del declinante gentleman britannico e del l' entrepreneur solitario dell'America del proibizionismo. In più la raccolta presenta sette racconti che aprono quasi altrettante aree generiche e stilistiche, dal tall tale di derivazione frontieristica (Ultimo rise il giudice), al récit sardonico (Notturno, meglio sarebbe stato tradurre l' originaleNightshade con Un tocco di notte o Effetto notte), al verismo espressionistico (La moglie del furfante, dall'originale Rufjian' s Wife), allo studio behavioristico (L' incubo verde; nell'originale, The Green Elephant, e perché non lasciarlo così?), allo straordinario scenario dell'oceano Pacifico (Il peloso, già, nell'originale, Ber-Bulu e poi The Hairy One, muscoloso ritratto di una faida passionale centrata su una sorta di Sansone seduttore che perde pelo e forza e potere di attrazione, narrata oggettivamente e impassibilmente ma con l 'occhio fisso sul montante, inevitabile orrore meduseo della situazione, da uno snob gentil uomo -avventuriero) a quella fusione dei due generi primari della letteratura popolare americana, il western e l' action-mystery (Cittàd' incubo,Nightmare Town, del 1924, un primo abbozzo dell'inferno corrotto e dinamitato che sarà la Personville, o "Poisonville", di Red Harvest). Come si vede, non tutti, e non i migliori, dei racconti qui raccolti hanno per protagonista un detective o per ambiente i locali-una casa, un albergo, un vacant lot tra uria strada e l'altra di San Francisco - su -cui si esercita il talento indiziario del detective hammettiano (da ricordare come molte delle ristampe anni Quaranta dei racconti avessero una mappa sulla retrocopertina): un'occasione per ricordarsi che il primo racconto di Hammett pubblicato, nel 1922, sulla mitica "Black Mask", dal titolo The Road Home (La via di casa), ha luogo lungo un fiume che costeggia la giungla birmana, è di una brevità molto efficace, concerne i tentativi, inutili, di un detective sfiancato e spaesato (direi, trapiantato su un terreno non suo) per riportare a casa, oltre la curva del fiume fino a New York, un fuggitivo dalla giustizia, che lo stesso detective privo del suo humus si lascerà quasi volutamente scappare sotto il naso. The Road Home non appare in qtiesta raccolta, ma come ci sarebbe stato bene, quanto mai adatto, infatti, a introdurre un discorso non inutile, credo, su quello che ritengo il fattore più vero dell'opera di Harnmett: non la "grandezza" dello scrittore, mai scrittore fu meno "grandè"nei più sensi del termine, ma invece la sua necessità - Hammett appartiene all' America come un ciottolo a un fiume in piena e, formalmente è il passaggio più_necessario tra la potente scrittura naturalistica di un Dreiser e di un Norris (Stephen Crane è un influsso presente) e la narrativa hemingwayana, i cui primi esiti i racconti di Hammett precedono di pochissimo. Julian Symons ha detto, bene, che il primo Hammett stilisticamente è originale come il primo Hemingway, maè tutto una traina di "os28 Hammet: con Dorothy Parker a un raduno di scrittori degli anni Trenta. sa nude, intricate, prive delle carne del sentimento": aggiungerei io, una carambola di riflessi istintuali portati narrativamente alla 'luce' di un razionale disprezzo della persona umana equivalente a quello provato dal detective che indaga il suo 1ç1ondocorrotto. In alcune delle pnme slories, a cominciare da quel primo, lampante The Road Home, sia perché Hammett è incerto su quello che sta facendo, o perché sente del disprezzo per esso, lo scrittore usa uno pseudonimo, 'Peter Collinson', continuato a usare poi parallelamente al proprio nome, fino al 1924 (in slang criminale dell'epoca un Peter Collins è qualcuno d' inesistente, un nessuno: Hammett sarà così un "figlio di nessuno"). Penso che quella prima mossa mascheratoria/denunciatoriadi un vuoto sempre ben sentito da Hammett rimandi al problema centrale della sua attività di scrittore, della suanarrativache sarà sempre scenografica verbale di interni, di posti dentro posti, in una luce da teatro semispento ("Il teatro, per divertirmi, dev'essere un po' artificiale", dirà Hammett nel '24), caratterizzato da un rapporto claustrofobico di persona e cosa che rimanda al surrealismo di un Bierce. In questa dimensione, comunque, il mondo dei 'clù' e dei 'cosa' non èmai immediatamente accessibile: la creazione più emblematica di Hammett, l'anonimo 'Op' disincantato e stanco, deve scavare in una quantità di apparenze per arrivarci- è questo movimento aggressivo che sarà vigorosamente comunicato dal sensazionale stile della prosa harnmettiana: "La stanza era l'interno di un tamburo scuro sul quale un gigante batteva ininterrottamente. Quattro pistole spararono contemporaneamente con un lungo pulsante boato". La questione delle apparenze è piuttosto difficile perché esse riflettono e allo stesso tempo oscurano I arealtà- questo carattere doppio dell'apparenza indica la natura divisa del mondo in cui !'Op si muove, un mon90 insieme trasparente, nel senso che alcuni significanti sono significativamente legati ai significati, e opaco, nel senso che altri significanti sembrano esistere indipendentemente da ogni significato. In ogni caso, la distinzione tra apparenza e realtà- si veda il caso degli esiti più alti dell'arte di Hammett, Red Harvest e The Glass Key- è falsa. Dove il significante è rapportato al significato l'apparenza è tutt'uno con la realtà e dove non lo è l 'Op invariabilmente scopre la connessione che le unisce. In una prosa come quella hammettiana dedicata alla descrizione delle superfici non c'è alcuna realtà interiore-questo solleva la domanda di cosa!'Op possa conoscere, perché per lui sapere equivale a penetrare nelle apparenze, ma se ci sono solo apparenze allora non c'è più nulla che egli possa conoscere: le stories si decostruiscono trattando le apparenze come secondarie rispetto allarealtàmentre mostrano che non esiste altra realtà che quella dell'apparenza - si propongono di negare le apparenze ma solo per dimostrare che esse sono indispensabili. E tuttavia lo scrittore, come I 'Op, dovrà dimenticarsene se vorrà continuare la sua investigazione. Ora, appunto, il caso di Hammett è esemplare e risonante perché, a un certo punto della sua carriera fortunata di incantatore popolare, lo scrittore-investigatore scopre che senza una fedeltà dottrinaria, diciamo pure ideologica, non può spiegare né cambiare la realtà corrotta e falsa, che non gli resta che essere un osservatore arrabbiato, con la sua frustrazione a trovare unicamente un po' di liberazione nella violenza un po' ripetitiva e manieristica dei suoi detectives - è qui che Hammett incontra nel marxismo qu !cosa che può spiegare e cambiare le condizioni vincolanti della sua stessa esistenza; anche se questo, paradossalmente, vorrà anche dire rinunciare per sempre a scrivere come ha scritto, "non cercare d'ingannare - come Hammett scriverà in un manoscritto incompiuto sul blocco dello scrittore, Tulip - d'ingannare te stesso e i tuoi clienti con bolle di sapone".
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==