Linea d'ombra - anno VII - n. 42 - ottobre 1989

IL CONTESTO Né • rossi né morti Ancora su Norberto Bobbio e il problema della guerra e della pace Pietro Polito Quello della guerra e della pace è uno dei temi ricorrenti della riflessione di Norberto Bobbio. "Da circa vent'anni- scriveva Bobbio nel 1984 -ho dedicato buona parte dei miei scritti d'attualità al tema della pace e della formazione di una coscienza atomica. Sia per la novità assoluta del tema, che mette in questione ogni tradizionale filosofia della storia, sia per il modo con cui l'ho trattato per grandi sintesi dottrinali e per avervi per la prima volta introdotto la metafora prediletta del labirinto, considero centrale nella mia opera di saggista lo scritto Il problema della pace.e le vie dellaguerrache, pubblicato su "Nuovi Argomenti"nel 1966, costituisce la prima parte del volumetto dallo stesso titolo apparso nel 1979 e giunto ora alla seconda edizione" (Norberto Bobbio: 5 O anni di studi. Bibliografia degli scritti 1934-1983, a cura di C. Violi, con una Bibliografia di scritti su N. Bobbio, appendice a cura di B. Maiorca, Angeli, Milano, 1984). È uscito ora un nuovo libro di Bobbio/l terzo assente. Saggi e discorsi sulla pace e·la guerra, a cura.di P. Polito, Edizioni Sonda, Torino, 1989, che, insieme alla precedente raccolta Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, Bologna, 1979 (Il ed. ridotta ma con una nuova prefazione), fornisce il quadro completo della produzione letteraria di Bobbio sull'argomento. Per l'analisi del pacifismo di Bobbio sono da vedere i lavori di Luigi Cortesi Guerra epace nel pensiero diNorbetto Bobbio in appendice al suo Storia e catastrofe, Liguori, Napoli, 1984 e di Luigi Bonanate, Un labirinto informa di cerchi concentrici, ovvero: guerra e pace nel pensiero di Norberto Bobbio in AA.VV., Per una teoria generale della politica. Scritti dedicati a Norberto Bobbio, a cura di L. Bonanate e M. Bovero, Passigli, 1986. Di seguito mi soffermo principalmente sul nuovo libro che riprende, integra e sviluppa i temi della precedente raccolta del '79. Momenti del pacifismo di Bobbio La raccolta del '79, oltre a/l problema della guerra e le vie della pace, sul rapporto tra filosofia della storia e guerra, comprendeva tre saggi sul rapporto tra pace, guerra e diritto: Diritto e guerra (1965), Sul fondamento dei diritti dell'uomo (1965), Presente e avvenire dei diritti del- ['uomo (1968); un saggio di filosofia della pace, L'idea della pace e ilpacifismo (1975) e un altro sulla nonviolenza, La nonviolenza è un' alternativa? (1977). La nuova raccolta Il terzo assente comprende saggi, discorsi e articoli composti a partire dal '61. L'ultimo scritto I saggi equilibristi è del 3 gennaio 1988 ed è dedicato al primo accordo tra i due grandi, sul fuùredel 1987, che sembra aver aperto una nuova età di distensione nei rapporti internazionali. Il libro è organizzato in due parti, che raccolgono rispettivamente i saggi, la prima parte, i discorsi e gli articoli, la seconda. A sua volta la prima parte si divide in due sezioni: una racco·- glie gli scritti filosofici; l'altra quelli giuridico-istituzionali. Le affirùtà e le differenze tra le due raccolte possono risultare più chiare se si ha presente l'intero itinerario della riflessione "pacifista" di Bobbio. Forse in tale riflessione si possono distinguere alcuni momenti. Nella considerazione del pacifismo di Bobbio occorre partire dalle prime indagini sul federalismo, un tema di cui Bobbio si occupa già nel '45 sulle colonne di "Giustizia e Libertà" e su cui in seguito è tornato più volte (si pensi solo agli interventi su Silvio Trentin). Tuttavia mi pare che Bobbio si accosti più direttamente al problema a partire dagli anni Sessanta, quando la pace cessa di essere oggetto di controversie ideologiche per diventare il centro dell 'irùziatica di nuove energie spirituali e sociali (chi avesse dimenticato cosa sono stati gli anni Cinquanta legga orilegga uno dei saggi di Bobbio raccolti in Politica e cultura (1955): Pace e propaganda di pace dove viene discussa la "natura" e "l'efficacia" del "movimento dei partigiani della pace") . . È evidente soprattutto nel Bobbio pacifista l'influenza di Aldo Capitini, il filosofo italiano della nonviolenza e dell'obiezione di coscienNorbeto Bobbio in uno foto di Dino Frocchio (G. Neri). za alla guerra, promotore della famosa marcia della pace Perugia-Assisi del 27 settembre 1961 (il primo articolo di Bobbio di questo periodo ·è proprio un breve commento della marcia). Nelio studio della genesi del pacifismo di Bobbio, ma anche nell'analisi di alcurù aspetti del suo pensiero -per esempio il giudizio sulla nonviolenza-non si potrà prescindere dal rapporto con Capitini. Il loro dialogd, anche da posizioni molto distanti - più filosofo-scienziato Bobbio; più filosofo-profeta Capitini - rappresenta una delle pagine più interessanti e affascinanti della storia intellettuale italiana del Novecento. A due momenti della sua riflessione sul tema della pace e della guerra accenna lo stesso Bobbio nella Prefazione a Il terzo assente: "Il problema della pace, come del resto quello della guerra può essere considerato da diversi punti di vista. Nei primi scritti risalenti a più di vent'anni fa, Pace o libertà? Il conflitto termonucleare e le tradizionali giustificazioni della guerra, Filosofia della guerra nell'era atomica, prevale il punto di vista filosofico. Negli ultimi, composti in anni più recenti, come/ dirilli dell'uomo e lapace, Le nazioni unite dopo quarant'anni, L' età dei dirilli, La pace attraverso il diritto, è andato prevalendo il punto di vista giuridico-istituzionale" (p.7). Ebbene, se si guarda contemi:ioraneamente ad entrambe le raccolte è facile rendersi conto che negli anni SessantaB~bbio affronta il problema prevalentemente dal punto di vi15

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