IL CONTESTO stanzialmente maieutico, volto ad integrare e valorizzare, non a reprimere o svilire come obsoleta, la scienza già incorporata nel lavoro contadino. Dei limiti della discussione su Cajanov sviluppatasi negli anni più recenti sembra· essere figlia, per fare un solo esempio, l'ipotesi che presenta le sue posizioni negli anni Venti come una variante "tecnica" del bucharinismo: ipotesi a mio avyiso gravemente riduttiva, rispetto non tanto ad un -astratto dovere scientifico di restituire all 'operad 'un autore l'attenzione che merita, quando all'enorme lavoro che comunque comporterà rileggere anche ili termini di continuità profonda ciò che abbiamo imparato a leggere come frattura radicale (cioè, per essere più esplicito, allo sforzo che andrà compiuto perrestituire al populismo -inteso come insieme specifico di posizioni teoriche, ma anche, in senso più lato, come modo di vivere il . proprio ruolo e la propria professione di intellettuali in Russia - molto di ciò che nella storiografia successiva ci si è abituati ad attribuire al marxismo leninismo sovietico. In Italia, il nome di Cajanov non ha comunque avuto a tutt'oggi larga circolazione; se si eccettuano A. Graziosi, F. Sperotto e il sottoscritto, i soli a intuirne l'importanza come studioso europeo sono stati (a mia conoscenza) alcuni storici: Giovanni Levi, Carlo Poni, Anna Rossi-Doria, Pasquale Vinari. Maggiore eco, ma non sterminato, Cajanov ha avuto come autore d'uno straordinario e gradevole romanzetIl castellodi Elslnore quadrimestrale di teatro un luogo di incontro di metodologie, · gusti, fantasmi ed ossessionidiverse; di drammaturgia e scena; di teatro materiale e mentale, di tradizione e ricerca. I fascicoli pubblicati: Il teatrodellarivoluzionefrancese (n. 4l GabrieleD'Annunzio (n. 3l I comicidell'arte (n. 2l AncoraPirandello (n. 1l comitato di direzione: Roberto Alonge, Umberto Artioli, Siro Ferrone, Roberto Tessari, SilvanaSinisi, Claudio Vicentini abbonamento L. 45.000. un fascicolo L. 18.000 tel. 011-532150. ccp 11571106 distribuzione in libreria, Pde \ Rosenberg &. Sellier EditorinTorino to "utopistico", pµbblicato la prima volta aMosca, nel 1920, su raccomandazione personale di Lenin (suscitando larghe e vibrate proteste sui giornali sovietici del tempo per lo "spreco di carta"), e riproposto negli anni Settanta da diversi editori europei, ivi compreso Einaudi (Il viaggio di mio fratello Alessio nel paese dell' utopia contadina, a cura di V. Strada). Oggi infine, come ho accennato, è disponibile in italiano un ulteriore pezzo dell'opera di Cajanov (in "prima assoluta mondiale", grazie - va detto - alla sensibilità di Corrado Barberis, che ne ha favorito la pubblicazione nella collana dell'Istituto Nazionale di Sociologia Rurale). Si tratta di un'antologia, curata sui testi russi da F. Sperono, che presenta sotto il titolo generale L'economia di lavoro tre scritti: Saggi sul funzionamento economico dell'azienda di lavoro (opera la cui definitiva edizione, del 1924, accolse vari saggi del decennio precedente. Qui vengono pubblicati integralmente tre di tali saggi); Cos'è la questione agraria? (del 1917, qui pubblicato integralmente); Idee fondamentali e metodi di lavoro dell'agronomia sociale (lavoro edito a Mosca nel 1918, ma già terminato nel!' estate del 1917, del quale qui vengono proposti sei degli undici capitoli originari). Ciascuna parte è preceduta da una nota di presentazione, ea il libro si conclude con una bibliografia che arricchisce quella già disponibile di alcuni titoli. È auspicabile che la disponibilità di questi scritti, che vengono ad aggiungersi a quelli già Qtati, fornisca ulteriori stimoli e prospettive anche alla discussione e alla ricerca non soltanto storiografica sull'agricoltura dell'URSS. L'estate del 1987 e l'anno che ne è seguito hanno rappresentato indubbiamente un punto di svolta sia rispetto agli indirizzi che per più di mezzo secolo hanno caratterizzato l'intervento sovietico in agricoltura, sia rispetto agli stessi tentativi di correzione di tiro in tale campo avviati in periodo Kruscioviano e successivamente in varie forme proseguiti. Non penso che sia da ritenersi soltanto un caso che proprio nella medesima estate dell' '87 ricompaia, nella rubricagorbacioviana delle personalità da "riabilitare", il nome di A.V. Cajanov·. Né che sia soltanto un fenomeno di neo-conformismo sovietico il fatto che nei mesi successivi alcune sedi accademiche e scientifiche del! 'URSS abbiano dedicato, ad un personaggio che appariva dimenticato, seminari e convegni di contenuto non soltanto formale e celebrativo. Infine, due domande: le caratteristiche già note della nuova politica agraria e i tipi di reazione che essa sembra aver già cominciato a suscitare ali' interno, autorizzano interpretazioni più o meno istituzionaliste o strutturai-funzionaliste dei fenomeni in questione, letti esclusivamente alla luce della situazione interna dell'URSS e/o della sua storia nell'ultimo sessantennio? O non è forse - accanto alla questione spinosa dell'approvvigionamento delle città- il complesso nodo di problemi e di conflitti connesso ali' avanzato grado di internazionalizzazione dei mercati agro-alimentari, ad imporre tanto all'Est che all'Ovest-come già Cajanov, appunto, aveva lucidamente ipotizzato - unaripresa della mai completata ricerca volta alla "sistemazione ottimale" di quella sfera produttiva, "ridiventata" strategicamente decisiva sia all'interno dei rispettivi sistemi sociali, sia nelle relazioni tra essi? Mi pare che a queste domande valga la pena di dedicare adeguata attenzione. Liberandoci dalla meraviglia che la questione agraria sia tornata ad essere - posto che abbia mai smesso di esserlo - un problema di rilievo anche per i paesi industriali. A coloro che lavoreran-. no in questa prospettiva, Cajanov apparirà come un compagno che ha saputo vivere pienamente il suo tempo, sforzandosi però di leggerne le correnti strutturali profonde, di significato universale, che agivano oltre i limiti e i lacci di quello che è stato chiamato il "senso comune del potere".
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