IL CONTESTO savia e che altri settori della burocrazia sovietica, vicina a Gorbaciov (che, non a caso, ha adombrato la possibilità di un viaggio di Walesa a Mosca) ne hanno favorito l'arrivo. Comprendiamo che il nervosismo sovietico intorno a questo arrivo è determinato dalla tensione che regna nei rapporti con le ambasciate dell'Est. Tanto per ravvivare ulteriormente la situazione, se ve ne fosse bisogno, quelli di Solidarnosc e i loro amici di Mosca hanno organizzato un ulteriore colpo di scena. Al festival del cinema in corso a Mosca, Andrzej Wayda - presidente della giuria - ha organizzato la sua conferenza stampa in un oratorio che, guarda caso, coincide con l'orario di arrivo di Michnik. Il quale arriva, ci saluta allegramente, bacia la mano a Mary Kaldor con cavalleria polacca, per poi precipitarsi a raggiungere il palcoscenico che il suo amìco Wayda gli ha così sapientemente preparato. Al palazzo ove ha sede il festival del cinema, l'atmosfera è febbrile, e la sala a scalinata è stracolma, ricorda quella di un' assemblea sessantottina, con aspiranti attrici étlposto delle studentesse. Michnik viene presentato da Wayda, è balbu:;z:iente anche brillante, mi dicono, perché non capisco niente: parla in polacco e viene tradotto in una lingua che mi sembra pure polacca, ma che è russa. Parla liberamente, inutile dirlo, ma con rispetto nei confronti delle riforme di Gorbaciov. Dopo un'ora sospende la con- . ferenza stampa, mentre noi rientriamo in istituto, Faber è stanco dopo il viaggio, e noi vogliamo assicurarci che la stanza per Michnik sia pronta. Sono quasi le due del mattino, scrivo queste righe mentre attendo che l' or:i.Michnik bussi alla mia porta per farsi dare la chiave della sua stanza che mi è stata affidata dai nostri ospiti sovietici (il portone della foresteria è aperto e non sorvegliato, nella Mosca di Gorbaciov). 11 luglio Mi sveglio presto e constato che Michnik non è arrivato nel corso della notte. Che fine avrà fatto? In realtà nulla di misterioso; scopriremo che è stato ospitato da Bernard Guetta, corrispondente di Le Monde, che per molti anni è stato a Varsavia. Arriverà puntualmente per la sessione pomeridiana del seminario in cui è previsto che parli. È stato scelto quel momento perché sarà Mary a presiedere e, dunque, non potranno esserci sorprese. La mattina è dedicata alle riforme economiche della perestrojka. La discussione è interessante perché è stato predisposto quello che di fatto sarà un contraddittorio tra Valdimir Popov, giovane economista radical-riformista - costoro in Unione Sovietica vengono definiti di sinistra, anche se sono di tendenza liberale e talvolta liberista, mentre gli ortodossi sono la destra- e il ministro consigliere dell'ambasciata austriaca, Martin Seideck. Successivamente Franz Koessler della televisione austriaca mi spiegherà che Seideck è un uomò assai influente da molti anni a Mosca, prima come rappresentante della Credit Anstalt, incaricato dei rapporti commerciali e persino amico personale di Waldheim. Infatti, si svilupperà un vero e proprio scontro. Popov spiega che bisogna andare avanti in maniera spedita con le riforme: occorre abolire le imprese agricole statali, liberalizzare il mercato, trovare crediti per finanziare il tutto, produrre ciò che è possibile per il consumo interno, tagliando le spese militari. Seideck gli fa notare che i sovietici non riusciranno a pagare i loro debiti. Usa come esempio la loro capacità di espor,tare in Austria le loro automobili che finiscono per non essere competitive, malgrado i loro bassi costi di produzione, perché hanno alcuni pezzi che devono essere sostituiti sul mercato- di arrivo, e ciò avviene a costi altissimi, comprando singoli pezzi che, quanto meno, dovrebbero essere acquistati in blocco. Popov è bravo, intelligente, entusiasta. Tuttavia deve sudare parecchio, soprattutto nel momento in cui l'attacco nei suoi con10 fronti si fa concentrico. Popov aveva detto: "A ciascuno secondo le sue capacità". Mary Kaldor obbietta che sulla sua tessera del Labor party c'è anche scritto: "A ciascuno secondo i suoi bisogni". Faccio colazione con Furio Cerutti, filosofo della politica di Firenze, e con un curioso personaggio sovietico. Egli è evidentemente abituato a parlare con gli occidentali e a soddisfare le loro curiosità anche se l'impressione che proietta è di scetticismo: Gorbaèiov è un accidente della storia - era l'unico giovane disponibile dopo la morte dei tre vecchi: Breznev, Andropov, Cernenko, essendo Romanov notoriamente alcolizzato. Non ha una sua base di potere, essendo un provinciale'. Non è vero che il Kgb lo ha sostenuto (Andropov è un mito), la nomenklatura è opportunista, anche se riceve da lui tolleranza per i propri peccati. C'è corruzione e soprattutto distanza dalla gente perché chi dovrebbe provvedere non ne condivide i problemi, imbevuti come sono i dirigenti dei propri privilegi. La stessa posizione di Gorbaciov sarebbe fortemente indebolita a causa della sua crescente impopolarità: il popolo russo sta materialmente peggio ed è sempre più intollerante delle promesse di Gorbaciov a cui non corrisponderebbero i fatti. Le libertà accontentano gli intellettuali ma riguardano poco la gente comune. È un messaggio di sfiducia che rasenta il cinismo e che tradisce un atteggiamento essenzialmente conservatore. , Nel pomeriggio arriva Michnik puntuale a condividere il ruolo di relatore con il professor Kravcencko dell'istituto ospitante e con Jonathan Stee!, il corrispondente del Guardian chiaramente èntusiasta della perestrojka di cui elenca le novità politiche, a cominciare da un nuovo capo del Kgb che ha incontrato ali 'uscita del hearing del Soviet supremo al cui controllo è ormai sottoposta la sua organizzazione e che non ha esitato a rivelargli la storia del suicidio del marinaio americano spia sovietica. Michnik legge un breve intervento assai diplomatico e lusinghiero per la perestrojka di cui sottolinea i benefici per il dissenso polacco e l'effetto acceleratore che ha determinato sulle riforme del suo paese. "Gli articoli sull'Unione Sovietica che cominciavano ad apparire nella stampa ufficiale polacca (Trybuna Ludu) dicevano cose che a mala pena riuscivamo a dire in quella clandestina". La parte più emozionante del discorso di Michnik è un lungo elenco, puntigliosamente scandito, di scrittori russi dissenzienti che hanno influenzato e talora, ispirato l'opposizione polacca. I nostri ospiti sovietici assistono ormai pacificati - poi · Michnik ci dirà che ha negoziato un incontro con il Cc sovietico -e faranno dichiarazioni favorevoli sul suo intervento alla corrispondente della France presse. E ciò malgrado Michnik abbia concluso, delineando le diverse alternati ve che si aprono di fronte alla Polonia, con la premessa che "communism is no good for Poland". Michnik è un oratore rapido e brillante. Usa la sua baie buzie per sottolineare un punto o dare enfasi a un interrogativo. Le alternative sono, secondo lui, una democrazia di tipo europeo (occidentale) oppure "una soluzione conforme alle nostre radicietniche'', che si ispiri alla "democrazia diretta". Nella discussione sollevo questo secondo punto. Il problema è delicato perché non voglio certo attaccarlo di fronte ai sovietici. Perciò premetto che mi ritengo un cattolico di sinistra e, quindi, conosco bene le tentazioni integraliste insite in un 'azione politica dei cattolici, non mediata da tradizione e istituzioni liberal-democratiche. Michnik non elude il problema ma rincara la dose, segnalando il pericolo di quello che chiama un khomeinismo bianco inPolonia, che potrebbe nascere in seguito ad una modernizzazione forzata. Tuttavia, aggiunge, non sono io a inventarmi il problema: dovremo·trovare una mediazione tra la democrazia occidentale e la nostra cultura.
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