Linea d'ombra - anno VII - n. 42 - ottobre 1989

si alleati. Gli americani, se sono di destra, come il rappresentante della Rand corporation, a loro volta non amano che si parli di sovranità limitata in Occidente, mentre quelli di sinistra, pure presenti (per di più dell'Università della California), si rifanno alla storiografia revisionata che attribuisce a Truman quasi tutta la responsabilità della guerra fredda. Invece, ungheresi e polacchi aggiungono particolari piccanti all'analisi della presa di potere sovietica nei loro rispettivi paesi. Céchi e tedeschi dell'Est non partecipano quasi alla discussione. Insomma, si determina una curiosa dialettica che contrappone europei dell'Ovest e dell'Est a sovietici ed americani, anche se la dialettica tra costoro è vivace. Nella sessione pomeridiana, introdotta dalla professoressa Alla A. Yaz'kova dell'Istituto economico del sistema socialista mondiale (così si chiama, letteralmente), scoppia la diaspora tra IL CONTESTO che se ne lamentano vivacemente. Ciò che colpisce è la varietà e la vivacità dei dissensi tra sovietici. Anche se sono presenti le vecchie tesi, questa pluralità di posizioni riscatta ampiamente la glasnost. Lo stesso scenario si ripete in forma ancora più tesa dietro le quinte del seminario. Durante la colazione nella mensa studentesca scoppia un altro incidente, mentre si attende con qualche ansia l'arrivo di Michnik nel tardo pomeriggio. Arriva una turista céca che porta una relazione scritta da Jaroslav Sàbata. Professore universitario, Sàbata è un me!Tlbro illustre e cofondatore di Charta 77, il principale movimento di opposizione in Cecoslovacchia. Egli era stato invitato ufficialmente al seminario ma non è riuscito a raggiungere Mosca a causa dell'opposizione del governo del suo paese. Tuttavia attraverso questo stratagemma, è riuTorre 2 ~ ~i San Nicola ,Mausoleo di Lenin Monumento al Soldato Ignoto \ \ 5 , \ \ \ ; : \ . ' \ ' •Torre del Salvatore ,, . ' Torre della · Posto di guardia Torre Kutaf'ja-,_ entrata e us · Aleks " Piazza Rossa hl? Torre [y\±:B::òl'I 0/'i d)6 Borovic .:v.:.-'!!t 15- \ ~J ·A--~-~ .. ; ~ .) ) "','I ja r~~ . ~ r/"'", c":}'7 . ~ (: t' j re dell'acqu~~,rfl~r(> 0 , trt1111111'"" n.,""\"Y t ,, .,,u•~~~ -==-.:§=" ----=· ~ ('3J~'-j-- I ~~' \ I Torre Tajnickaja Moscova ~'-<- 0 14 Pianta del Cremlino (Arch. Garzanti). i sovietici. Infatti, la Yaz'kova si rifa alla storiografia di sinistra americana, per distinguere tra origini e sviluppo della guerra fredda. Pur dichiarandosi ripetutamente antistalinista, la relatrice sostiene che è Hiroshima, con il conseguente ricatto nucleare americano, a far scoppiare la guerra fredda a cui pure i sovietici successivamente avrebbero contribuito accelerandone gli sviluppi. Subito Yuri Dubinin che presiede le si contrappone con alcuni rapidi interrogativi. Com 'è possibile che i crimini di Stalin non abbiano avuto alcuna influenza sullo scoppio della guerra fredda? Viene ulteriormente incalzata dal professor Istvan Rév, illustre sociologo di Budapest, che le fa notare come, nel dopoguerra, i comunisti provenienti da Mosca siano riusciti a ottenere l'arresto del leader comunista dell'interno. Insomma, gli intrighi stalinìani nei paesi dell'Est sono ben anteriori alla svolta del 1947. Interessante la discussione sulle fonti storiche sovietiche. Malgrado l'argomento sia stato duramente dibattuto al Congresso della nazionalità, a proposito del protocollo Ribbentrop-Molotov, gli archivi sovietici restano chiusi anche gli studiosi locali scito a farci avere la sua relazione scritta. Malgrado qualche nervosismo degli ospiti sovietici, si raggiunge un faticoso compromesso: Sàbata non potrà essere rappresentato dalla sua inviata, ma il suo intervento sarà letto e discusso nel seminario. Dopo la fine della seduta pomeridiana, si prepara l'arrivo di Michnik da Varsavia, reduce dall'incontro con George Bush. Come ancora spesso capita in questo paese - ma non solo in questo - quando la diplomazia si inceppa si trasforma in una sorta di burocrazia dei minuti dettagli. Poiché Michnik è soltanto un osservatore - tale è il compromesso negoziato da Mary Kaldor - la macchina dell'istituto non potrà prelevarlo. A questo punto con Mary Kaldor e un 'altra partecipante inglese decidiamo di rinunciare al banchetto ufficiale per accogliere Michnik all'aeroporto. i sovietici acconsentono ad accompagnarci perché la macchina ufficiale deve ricevere Mient-Jan Faber, pastore protestante e leader del movimento pacifista olandese, il più grande del mondo in proporzione alla popolazione. Mient-Jan arriva e sconcerta ulteriormente i nostri ospiti rifiutandosi di rientrare in istituto con la macchina per unirsi alla piccola delegazione che riceverà Michnik. Nel frattempo apprendiamo che Michnik è sul volo da Var9

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