Linea d'ombra - anno VII - n. 42 - ottobre 1989

I CAPITOLI PERDUTI DI PESCA ALLA TROTA IN AMERICA Richard Brautigan a cura di RiccardoDuranti Per uno di quegli inesplicabili misteri dell'editoria italiana, che traduce di tutto, con sensibilissime antenne per i best-sellers, solo due dei numerosi romanzi di Richard Brautigan sono stati tradotti: in un caso si è trattato di un'intuizione fulminante (Il Generale Immaginario, Rizzoli, 1967 è uscito in Italia subito dopo la prima edizione americana, quando l'autore era ancora sconosciuto); nell'altro (L'Aborto, una storia roman(ca, sempre Rizzoli, 1976) di un'operazione più meditata, con un occhio anche a dibattiti politici interni. In mezzo e dopo, per miopia e/ o amnesia, il grande pubblico viene lasciato quasi completamente al buio riguardo questo originale autore americano che pure, alla fine degli anni '60 è all'inizio dei '70, era rapidamente ass~rto agli onori della cronaca per l'incredibile successo riscosso tra la "generazione di Woodstock" da due suoi libri: Trout Fishing inAmerica, appunto e In WatermelonS ugar. Per fortuna ora Serra & Riva, in occasione del ventesimo anniversario della pubblicazione del volume che raccoglieva questi due "romanzi" e una raccolta di poesieThePillversus theSpring HillMineDisaster, ha deciso di cominciare a colmare questa lacuna pubblicando Pesca alla Trota in America e progettando la traduzione anche dell'altro libro. Il mistero è ancor più sorprendente se si pensa che in quegli anni si traduce tutto ciò che proviene dal!' area beat/hippie cui in qualche modo, seppur in maniera tutt'altro che integrata, appartiene anche Brautigan. Forse hanno influito negativamente, oltre alle difficoltà di traduzione, le prime reazioni della critica ufficiale americana che, spiazzata dal!' originalità e dal successo dei libri, stese un cordone sanitario di spocchioso paternalismo attorno al loro giovane autore. Eppure, che non si fosse-trattato di un fuoco di paglia e che, almeno con quei suoi primi libri, Brautigan aveva saputo cogliere un disagio diffuso nella sua generazione e avanzare una seria esigenza di alternativa, parecchi critici cominciarono ad accorgersene quand 'ormai lo scrittore, "bruciato'.' dal suo stesso successo, aveva già imboccato una strada in declino che, tra alcool, parano ia e libri in cui cercava invano di recuperare il tocco inimitabile della sua scrittura iniziale, lo portò a un malinconico suicidio nell'autunno del 1984. (R.D.) Questi due capitoli andarono perduti verso fine inverno, inizio primavera del 1961. Li cercai dappertutto ma non riuscii a trovarli da nessuna parte. Non ho la più pallida idea del perché non.li ho riscritti subito, appena mi accorsi che erano spariti. È un vero rompicapo, comunque non lofeci e ora, otto anni dopo, ho deciso di tornare ali' inverno di quando avevo ventisei anni e vivevo a San Francisco in Greenwich Street, ero sposato, avevo una figlia piccola, scrivevo questi due capitoli per ottenere una visione del 'America e poi li perdevo. Ora ritorno laggiù per vedere se li ritrovo. REMBRANDTCREEK Il Rembrandt Creek somigliava tutto al nome che aveva e scorreva in un territorio solitario che aveva pessimi inverni. Il torrente nasceva in un prato d'alta montagna circondato da'pini. Praticamente quella era l'unica vera luce che il torrente avrebbe mai visto perché, dopo essersi raccolto da diverse piccole sorgenti nel prato, cominciava a scorrere in mezzo ai pini e giù per un canyon intricato d'alberi fitti lungo tutto il bordo delle montagne. Il torrente era pieno _ditrotelle così selvatiche che quasi non avevano paura se qualcuno andava sulla riva e rimaneva lì a fissarle. In realtà non sono mai andato lì per pescarle nel senso classico o funzionale della parola. L'unica ragione per cui conoscevo quel torrente era perché era lì che ci accampavamo quando andavamo a caccia di cervi. No, quello per me non era un torrente da pesca, ma solo un posto dove prendevamo l'acqua che ci serviva per l'accampamento e la maggior parte l'andavo a prendere io e mi sa pure che ci ho lavato un sacco di piatti dato che io ero il più giovane e quelle cose era più facile farle fare a me che agli uomini più grandi e più saggi i quali avevano bisogno di tempo per pensare dove potevano scovare i cervi e anche per bere un goccio di whiskey, cosa che pareva aiutare le loro meditazioni di caccia e anche altre cose. "Ehi, ragazzo, vedi un po' se riesci a sfilarti un attimo la testa dal culo e se puoi fare qualcosa per quei piatti". Era uno degli anziani della spedizione a parlare così. La sua voce riecheggia nei ricordi lungo sentieri di caccia marmorei tutti venati di suoni. Ripenso spesso al Rembrandt Creek e a quanto sembrava un · dipinto appeso nel museo più grande del mondo, con un soffitto che arrivava fino alle stelle e gallerie che conoscevano il fruscio delle comete. Ci ho pescato una sola volta. Non avevo attrezzatura da pesca, solo un Winchester 30:30 e 103

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