Linea d'ombra - anno VII - n. 41 - settembre 1989

STORIE/TUCCI mai da qualunqueillusioneintornoal Padre dellaPatria che per anni avevo servito con fede. Appenaarrivatomidisse:"Incontreraiil tuoeroeSalvemini". "Ma io non sono pronto". "Certoche lo sei. Quando il mio poveroLauro [De Bosis] lo incontròqui per la prima voltaera ancora nel pienodella sua illusionefascista,e sai cosagli disse Salvemini?'Tu ti credi fascista,ma sei semplicementeun poeta dannooziano,in concorrenza con un padre poeta dannunziano.Mussoliniper te è un servo qualunque,e tu lo approvi finché non interrompe il tuo lavoro. Chevalorepuòavere il tuogiudiziopolitico?' Io stessanon sapevo checon questeparole lo avevaspinto sulla viadella tragedia, ma per la prima volta vedevoSalveminicome un uomo di altri tempinatoper sbaglioadesso;unaspeciedi poetadelpensierologico, non certo del bel gesto, quindi più giovane di Lauro e di D'Annunzio. Anche tu sei poeta,ma da un annosei libero,quindi noncorri nessunrischio,anchese ti trattamale.Scusase scappo, arrivanogli ospiti." "Hai ragione" gridai, "ma io non sono né poetané tantomenodannunziano.Sonoprosatoreleopardiano,e proprioquestomi hasalvato.""Bravo"midisse,voltandosi."Ancheluiè leopardiano; benissimo."E anélòa ricevere Salvemini. Lo riconobbisubito:assomigliavaa Socrate,maavevail sorriso paternodi GiovanniGentile,altro maestromioche mi aveva deluso, per colpa solo mia, ma ancora ne sentivovergogna. Ruthmi preseper manoe, facendosilargo fra le vociferantiammiratric· delMaestroglidissein inglese:"Professore,mipermetta di presentarleun'anima gemella" Salveminiarrossì,e siccomeancheamequell'espressioneinglesesembravadi pessimogusto,gli dissi:"Vedocheanchea lei questaespressione..." Nonpotei continuare.Quel che vedevoera unodiocosì feroce nei suoi occhi che mi venivaquasi da ridere. Tutte le ammiratriciguardavanounpo' lui e u~po' me,quindigli dissiin inglese, sorridendo:"Lei mi leva il silenziodalla bocca." Mi voltò subito le spallee feceun passo indietropestandomi i piedicon rabbia, come un bambinodispettoso.Che altro potevo faresenonridere senzaritegno?Questofu ungraveerrore.Le ammiratricimi fulminaronocomese avessibestemmiatoin chiesa, e alloradecisidi andarmenea frontealta, senzasalutareRuth. Mi venivada piangerepensandoalla cena che perdevo. Inquantoa Salvemini,Dioci salvi davveroda unsimilemaestro,pensai, inviandoun pensieroaffettuosoa GiovanniGentile che nonmi avevamai trattatomale.Ruthmi preseper il braccio propriomentreaprivo la porta,e mi disse in inglese:"Non fare il Salvemini,nonne hai proprioil diritto.Tu sei giovane, sarai presto padre, lui è vecchio,ha perduto la mogliee i cinque figli, ha nemicidappertutto;e ancorasoffredi trovarsiinesilio.Diosacosa gli avrannodetto controdi te, è colpa mia e te ne chiedo scusa,vieni,aiutamia dare l'impressionecheilmalintesoè chiarito." La famemi aiutò a far fintadi aver perdonatol'offesa e la seguiinella.stanzada pranzodovelei tolse il cartellinocol mionome dalla tavola di onore per situarlo a un'altra tavoladicendo: "Qui seiinbuonacompagnia,'fraidue tesoriBolaffio (the darling Bolaffios). Sonoi più grandiamicidi Gaetano.Sieditiqui e aspettali. Appenaarrivanote li mando,così potrai parlareliberamen7·2 te con loroprima che arrivinogli altri." Se ne andòe io sperando che i Darling Bolaffios non arrivasseromai,mi divorai tutti i paniniche stavanoaccantoai piatti, imburrandolicontuttoil burro chec'era. Arrivòla Darlinghessamentrestavoper inghiottire l'ultimo boccone, quindipotei parlare subito,ma lei, una donna semplicissimae vestitaquasimale, mi disse, con un bel sorriso: "Nonabbia·fretta.Non c'è nientedi male in quelloche lei fa.Lo facciosempreanch'io quandovado a cena da gente ricca.Mangiano sempre troppo tardi, e io lavoro tutto il giornoal tribunale comeinterpretein tre lingueper i poveri emigranti;non posso maifarecolazione,perchéin quell'ora l~beravengonotuttia raccontarmi i loro guai." Questeparolemi commosserotalmenteche anch'io feci comeloro. "Non homangiatoda duegiorni"dissi."Vivoin unacasa senzariscaldamento.Potrei trovarmi un impiego,ma l'angosciami soffoca.Hodovutofuggiredall'Italiaperchénonmimandasseroin Germania,ho dovuto lasciare la moglie incintadi tre mesia casa di suo padreche non capiscenientee non approvala mia fuga.Ha detto che me la manderà soltantoquandopotrò dimostrargliche guadagnoabbastanzaper pagarmiuna casa, una cuocae una governante." "Poveroamico" mi disse,prendendo la miamano fra le sue; · "è uno dei tanti ebrei perseguitati dai fascisti?" "No, non sono ebreo, sono semplicementeindignatoche un paesecivilecome il nostrosiadiventatocosìbarbaro.Ho rifiutato di restare in Italia, ho dato le dimissioni dal posto e..." "Eccomiomaritoche arriva.Gli racconti tutto,è così buono, così caro, così intelligente." Mialzaiper incontrarlo:sembravaunCharlieChaplinsvizzero, tuttopulito, grassottelloe soddisfatto,e imitavale smorfiedi Salveminicosì bene che credettiche lo facesseper farmi ridere. "VedocheRuth le ha dettotutto" dissi,porgendoglilamano. Indietreggiòcon schifoe disse: "Io con le spie fasciste non parlo". Poigiròintornoalla tavolae andòa parlareinsegreto allamoglie,propriocome fannoi bambiniche si copronolaboccacon la mano.E le dette dei fogli da leggere. Lei inveçe continuòa guardarmicon lo stessosguardoamichevoledi prima.e quandoluiebbefinitodi versarleil velenonel1'orecchioabbassòlo sguardoper fissarlonon sui fogli, sulla tovaglia, e dopo di averla letta qua e la con grande interesse,mi guardòdi nuovo e ,ai chiese: "Ma lei, perché devementire?" "Ma io non..." "Perchéè una spia fascista,ecco perché," disse lui. "Abbia la cortesiadi starzitto" gli dissi con calma,e poi, rivolgendomia lei: "A chi è stata fatta la domanda?" Lei guardò la tovagliadi nuovo senza rispondermi,e allora perdettila pazienzae dissi:"Se è vero che lei lavoraal tribunale, ubbidiscaalle regole."Guardò la tovagliadi nuovo,poi il marito, e gli disse: ''Ti pregodi lasciarloparlaresenzainterrompere." - "Grazie" le dissi, "m~prima di risponderledevo informarla che la suadomandaera indegnadi chiunqueabbiacuradelle leggi.Lei avevasoltantoildirittodi chiedermisequelcheavevodetto era vero. ~ a quelladomandarispondo che era tutto vero." "Miomaritomidicecheleiè ospitedelConsolegeneraleVecchiotti.Perché mi ha parlatodi una casa senza riscaldamento?"

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