Linea d'ombra - anno VII - n. 41 - settembre 1989

to,dicendocosechefinorabisognavatacerepernonfarmalea lui. Cose veramenteterribili,che nessunoconoscee tutti sanno.Tutti sannoperesempiocheSalveminiperdettelamogliee cinquefigli nel terremoto di Messinadel 1908.Tuttisannocheritrovòi cadaveri fra le rovine,meno quellodel figliominore,e cheda quel giorno incominciòper lui una ricercasenza fine. Lo chiamòprimaper le strade,piangendo,locercònellecasedeglialtri,frai cadaverideglialtri, lo cercò alla stazione,lo fece ricercareda tutti, mise un bando,poi due, poi scrissedappertutto,guardòle facce dei passanti,dovunque andasse, in tutte le città che visitò viaggiando,alle stazioniferroviarie,nelleaule scolastichedoveinsegnava,scrutòle faccedellagenteper ritrovarequestofiglioe non lo trovò mai. Gli restò l'abitudine di chiedere discretamente, quandoglipresentavanoqualchepersonanuova,dichepaesefosse, e cosaavessefatto,ma sempreinmododa non farseneaccorgere, perchéSalvemini,violento sullacarta o in sede polemica, era poi nei rapporticon la gentedi unagentilezzaenorme.Gli restòanchequalchecosadi tristenellosguardo,che lo facevaassomigliarea·uncanedietroall'uscio quandoil padroneè fuori.Non ne parlavamai, nemmenocongli amici Bolaffioche erano i più intimi,o conGiulianaBenzoni,nellacui casa è morto. Ma mi dicevanoi BolaffioaNewYork, quandoSalveminici andavaa stare nellesuevisitedaBoston,chedi notteallevoltechiamavaquestofiglio,e poi lamoglie, e gli altri figli,e poi tuttidaccapodiverse volte,con un'angoscia immensa,e poi diceva: "Qui...no!... lì no!..." e si capiva che con tutti i suoi viaggi e l'esilio e le guerre. non eramaipartitodaMessinadopoquel giornoin cui, tornando .acasanonc'era più tornato. La mattina,quandoiBolaffiogliportavanoil caffè, chiedevano:"Comeha dormitoquestanotte?"E lui: "Graziebenissimo."Che non volessedirlo, o che non lo sapesse,o che svegliandosidimenticassetutto,non lo sepperomai. Altro fatto risaputo ed ignoto: tutti sanno, per esempio,che due settimanedopo questa tragedia Salvemini faceva in ParlamentoaRomaunarequisitoriaviolentissimaper ottenereaumenti di salarioagli inseg~antidellescuoleelementari.Aveva,insieme con Galletti, redatto un bel rapportosullo statodelle scuole ·in Italiae sullecondizioniveramentetristissimedei poveri inse- · gnanti.Stavaquindia lui di nonlasciareamezzounproblemache lui solamenteaveva sollevato fino all'altezza dello scandalo,e che soltantosu quel tono potevaessererisolto, tantaera la m'ala volontàdel governoitalianoquandoi problemieranochiarierisolvibili. Salveminisapevaquesto,e si rendevacontoche l'eloquenza altrui nonera nientea paragonedella sua. "Cosa vuoi,"mi diceva, raccontandomil'episodio. "lo ero quel che sono:uncontadino pugliese,e quelli invece degli avvocati abituati a cambiar le carte in tavolasotto il tuonaso.Queglialtri, gli insegnanti,erano bravagente,maa forzadi batosteavevanoperdutoognisensodei loro diritti.Va bene: io stavodovestavo, e facevoquel che facevo, ma dopotutL9,questi eran fatti miei, anche se fatti terribili. Avevoundovereda compiere.E lopotevocompiere. Mi domandai: possopartire?Sonoin gradodi parlare?Per disgrazialo ero. L'unica cosache nonpotevo fareeradi riposarmi,di custodirela mia saluteche oramai non servivaa nessuno.E così presi il treno e andaiaRoma.Niente di tantostraordinario.Certocheimparai alloraquantosipuòesigeredaquestanostramiserabilecarcassa con uno sforzo di volontà." STORIE/TUCCI Salvemini e Carlo Levi (foto di Franco Antonicelli, 1947). • Edancheinquestoera socratico."Quandosidice:hofattotuttoquelchepotevofare...Eh,piano,amicomio.Tuttoquelchepotevo fare è quasi troppo.Di solitola gente, specialmenteal tempo d'oggi, si fermamolto.primadi aver fattoquel che può, e invoca l'_assistenzadivina o si rassegna a una mala fortunadi fabbricazionepropria.Eccoperchémi piaceSocrate:nonnegae non discutegli Dei del tempo suo: sonoproblemi metafisici,al di là del suopotereper i quali il'buonSocratenon ha tempoda perdere. C'è tantoda interrogare,tantoche si può capirebenissimoprima di arrivarealle frontieredelloscibileumano. Inutile,mio caro, è quasi sempre la pigriziache fa invocargli D~i'o rinviarela soluzionedei problemi a competenzestratosferiche.Socrate fu accusatodi negaregli Dei perché i suoi accusatorinonpotevano ammetterela loroinfingardaggine,disonestà,mancanzadicoraggio nel giudicarse stessi." Terzo fatto risaputo ed ignoto: Salvemini sposò in seconde nozzel'ex-mogliedellostoriografoLuchaire,cheavevaunfiglio, Jean, giustiziatonel 1945a Parigi come traditoredellapatria, e una figlia,Corinne,che, come amante di Otto Abetz,si rese responsabiledi molte cose brutte. Salveminiamavaquesti figliastricomefiglisuoi, salvochévidebenissimoquelloche stavaper succedere,primaassaichevenisselaguerraa renderlofatale.Jean Luchaireera stato comunistaprima di essere nazista,e Salvemini, cheavevamolti amici comunisti,ed era statofinoal 1909socialistalui stesso, non ammiravaMarxpiù di quantonon ammirasseHegel."Venditoridi fumol'uno e l'altro," diceva."Cioè:filosofi,genteche ha inventatoil setaccioa rovescio:ci mettiden69

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