Linea d'ombra - anno VII - n. 41 - settembre 1989

., STORIE/LAURENCE Gli incidenti succedono, dopo tutto. ho preso una ragazza per i lavori di casa. Cominceràdomani." Quando mio padre tornò a casa quella sera, nonnaMacLeod gli dette la sua buona notizia. Lui si passò distrattamentela mano sulla fronte. "Mi dispiace, mamma, ma la dovrai licenziare. Non posso proprio pagare nessuno." "Mi sembradavvero strano," sbottònonnaMacLeod,"che tu ti possapermetteredi mangiarepolloquattro volte la settimana." "Quei polli," disse mio padre con voce esasperata,"sono ciò con cui certagente paga i suoi conti.Come il lattee le uova.Quel tacchinoossutoche è arrivato ieri era per l'appendicite di Logan MacCardney,selovuoi sapere.Probabilmentemangiamomeglio di tutte lefamiglie-diManawaka,eccettoquelladiNiallCameron. La gente non può fare del tutto a meno dei dottori e delle pompe funebri.Questonon vuol direche io abbia del denaroliquido. Senti, mamma,non so che succedea Beth. Paul pensa che forse dovrà fareun cesareo.Non possiamolasciareperdere?Bastache tu lasci la casa come è. Non la toccare.Che importa?" "lo non ho mai vissuto in una casa in disordine,Ewen," disse nonnaMacLeod, "e non intendocominciareora." "O Signore,"disse mio padre. "Bene, penso che telefoneròa Edna e vedremose ci può dare unamano, anche se Diosa se non ha abbastanzada fare a guardare casa Connor e i suoi genitori." "Non mi attira avere qui ad aiutare Edna Connor," obbiettò nonnaMacLeod. ' . "Perché no?" gridò mio padre. "È la sorella di Beth, no?" "Parla inmodocosì volgare,"dissenonnaMacLeod."Nonho m_aipensato che potesse avere una buona influenza su Vanessa. E nonc'è nessunbisognoche tualzi la voceconme,Ewen,senon ti dispiace." Potevocontrollarelamiarabbiaa stento.Pensavochemiopadre sarebbeinsorto in difesa della zia Edna. Ma non lo fece. "Andrà bene," la calmò lui. "Starà qui solo una parte della giornata,mamma.Potrai stare nella sua stanza." · Zia Edna entrò marciando ia mattinadopo. La vista dei suoi capelli neri tagliati alla bebè e il sno sorrisomi fecerosentiresubito meglio..Tirò fuori il battitappetoe 1A pesante lucidatricee si miseal lavoro. lo spolveravomentrelei lucidavae spazzava,e finimmo in mezzo secondo il soggiornoe l'ingresso principale. "Dov'è Sua Altezza Reale, bimba?'; indagò. · "Nella sua stanza," dissi. "Sta leggendoil catalogodi Robinson & Cleaver." "Dio Santo, di nuovo?" si lamentòzia Edna. "L'ultima volta ordinò tre tovaglieda tè di linoe duedozzine di tovaglioli.Costò quattordicidollari.Tua madreerapropriodisperata.Forsenon lo dovevo dire." "Lo sapevolo stesso," la rassicurai."Era alla parte sui fazzoletti di pizzo quando le ho portato il caffè." "Speriamoche rimanga là. Che il Cielo le impediscadi arrivarealletovaglie.Beh,almenocredechegli irlandesivadanobene per due cose: lavoro manualee lino. Non ha mai dimenticato che papà era un fabbroprimadi prendere il negoziodi ferramenta. Ti rendi conto? Vorrei che non avesse dato noia a Beth." "Davvero?"chiesi,e subitocapiidi avere fattounamossasbagliata, perché la zia Edna cominciò subito a scrutarmi. "Ti stiamofacendocrescereprimadel tempo,"disse."Nonmi fare caso, Nessa. Mi devo essere alzata col piede sbagliatostamani." • Ma io non volevo lasciarecadere il discorso. "È semprelo stesso,'' dissipensierosa,"nella famigliadi nonna MacLeoderano signoridi Morvene connestabilidel Castello di Kinlochaline.Scommettoche non lo sapevi." La zia Edna sbuffò. "Castellodei miei stivali.Lei è nata nel1'Ontario,propriocometuononnoConnor, e suopadreeraundottoredi cavalli.Forza, bimba, èmeglioche stiamozittee ci rimettiamo al lavoro." · Per.unpo' lavorammo in silenzio. "Zia Edna,"dissi alla fine,"come sta la mamma?Perchénon me la lascianovisitare?" "I bambininon sono ammessia visitare i pazientidel repartomaternità. È dura per te, lo so. Senti,Vanessa, non ti_preoccupare. Se non si risolve stanotte, faranno l'operazione. E più che curata." 'Rimasiimmobile, tenendo in mano il piuminoper spolverare comeunuccellomorto.Nonsapevoche avrei parlatofinchéle parole non uscirono. "Ho paura," dissi. ZiaEdnami abbracciò, ed il suo viso tutto a un trattosembrò ferito e senzadifese. · "Oh, tesoro, anch'io ho paura" disse. Fu così che ci trovò nonna MacLeod quando arrivò camminando leggeranell'ingresso principalecon in mano l'ordinazione di due dozzine di fazzolettidi puro lino irlandesebordati di pizzo. Non riuscivo a dormire quella notte, e quando scesi di sotto trovaimiopadrenello studio.Mi sedettisultpoggiapiedidellasua poltronae lui mi disse dell'operazioneche avrebberofatto a mia madrelamattinadopo. Continuavaa ripetere che al giornod'oggi non era più una cosa f.'.ria. "Ma sei preoccupato," lo interruppi,quasi cercandodi spiegare perché lo ero io. "Dovrei almeno essere capacedi tacere," disse con voce distante,quasia se stesso."Se solo il bambinonon si fossegirato..." "Nasceràmorto come la bambina?" "Non lo so," disse mio padre. "Spero di no." "A lei dispiacerebbe,vero?" dissi tristemente, chiedendomi perché non le bastassi io. "Sì,"risposemiopadre."Nonpotràpiù avernealtri,dopoquesto. In parteè per te che lo vuole,Nessa. Non vuoleche tu cresca senza un fratello o una sorella." "Per quantomi riguarda,nonha bisognodi preoccuparsi,"ribattei con rabbia. Mio padre rise. "Beh, parliamo di qualcos'altro, e poi forse riuscirai a dormire. Come ve la siete cavata oggi tu e la nonna?" "Oh, penso bene. Come era nonnoMacLeod, papà?" "Che ti ha detto lei?" "Ha detto che ai suoi tempi fece un sacco di soldi." "Beh, non eramilionario,"dissemio padre, "ma-credoche se la passassebene. Non è a quelloche lo associo, però." Allungò il braccio, prese dallo scaffaleun volumettorilegato inpellee loaprì.Sulle paginec'erano segnimisteriosi,comescarabocchi,ma tracciati con moltapiù precisione. "Allora a che cosa?" chiesL "Al greco", spiegò mio padre. "Questa è una tragediaintitolata Antigone. Vedi, ecco il titolo in inglese. Ce n'è una serie in59

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