Linea d'ombra - anno VII - n. 41 - settembre 1989

SAGGI/LOMBARDO RADICE duplicevacdno çontro le tentazionipiù omenosotterraneedi ritornoall'antico. Questovaleassaimenoper buonapartedel personaleparamedicoche è un terzopolo importantenelladinamica di un repartocome questo.Gli infermieriche vi operanonon hanno alcuna specializzazionenel campo, né necessariamente unamotivazionepersonalea questotipo di lavoro:va sottolineato comenell'ambito delPoliclinicodiRoma,a cui apparteniamo, l'assegnazioneall'Istituto di Neuropsichiatriainfantilepossa essere per un infermiereveramenteun "buon colpo", a paragone con il lavoromassacrantedi certi reparti medicio chirurgici.Lo stesso reparto, pur costituendoil posto di lavoro peggiore nell'ambito dell'Istituto, fino a qualche anno fa era una situazione più omeno di "tutto riposo".Ciò spiegacomeunadellemaggiori resistenzealletrasformazioniprimadescrittesiavenutaproprio dal personaleinfermieristico,facendoappelloanchea disfunzioni strutturalireali e gravi: i turni infermieristicisonodi due unità, spessoridotte a una per malattia,vacanzeo altro,di frontea dodici,tredicipazienticosìimpegnativi.Di fattoperòl'infermiere, a partireda condizionioggettivedi sfruttamentoe superlavoro, ha spessorivendicatoo un'utilizzazionesbagliata dellastruttura (nonricoverareun certo tipodi pazienti, negareil ricovero anchequandovi siano sullacartaposti disponibili)o il ricorsoa modalitàdi trattamentorepressivee di puro contenimento. Nel confrontoconquesteistanzemi sonotrovatoa fare ricorso mentalmentemolto più a Foucaultche a Marx. In queste istituzionisi toccaconmano l'esistenzadi unamicrofisicadel potere e di una scaladell'oppressionein cui, ad esempio,l'infermiere sfruttatoe opp.ressoin un'ottica di classe può porsi a sua volta, comeoppressoresull'anello_piùbasso della catena,il paziente.EFoucault è forseunarazionalizzazioneadultadiun'attenzione pergli"ultimi"dalleradici idealie personalipiù lontaneeprofonde.Di fatto, insomma,mentreho sempresostenutole rivendicazionidelpersonalenei confrontidelle istanzesuperiori,mi sono sempreferocementeoppostoal riversarsisui pazientidelle loropurgiusteinsoddisfazioni.Trovandosuquestalineaunacuriosa e saldaalleanzacon la significativacomponentedelpersonale legataall'Autonomia operaia.Ho l'impressione di essere stato fortunato,di essermi cioè incontratocon gli autonomipiù intelligentie sensibilidi tuttoilPoliclinico:certo è cheneimomenti anchepiù drammaticici siamosempre trovatid'accordo. Così ad esempiodi fronte alla possibilità/necessità,periodicamente evocata,di un' azion~incisivaper otteneremiglioramentistrutturali assolutamenteindispensabili,ad esempio uno scioperoche imponessela immediatachiusuradel reparto, abbiamosempre concordemente·finitocol soprassederedi frontealladomanda"e di questi ragazziniche ne facciamo?". Su come questi autonomi in gamba facciano convivere la prassi militantepiù tradizionalmentepolitica con unapartecipazione appassionata al lavoro terapeutico, voglio dare un solo esempio:lungola linea del"lavoraremeno,lavoraretutti"gli autonomi,dopoessereriuscitia farpassarei cosiddetti"tumetti", si oppongonofermam~nteagli straordinarie personalmentenonne fannoneanchecinqueminuti.Cosìanchenelmioreparto;madopo aver firmatopuntualmentel'uscita, o nei giorni di riposo,più di un'infermierasi porta a casa o al cinema qualcheragazzino. Più che le prese di posizioneidealie lo sforzodi comunicare 40 e far conviverecontenutie obiettividel lavoroche si svolge,nel mantenereun buon rapportocon il personalemi sembracontino uninsiemedicomportamentimirati.Dauncantoovviamentecortesia, disponibilità;pariteticitànel rapporto; dall'aitro, piii importante,guadagnaree mantenersila stima~ulpìano lavorativo, soprattutto - direi - rispettoa problemi concretie quotidiani. Così ad esempio lo stare in repartoquanto e più di loro e il farsi carico in prima persona dei momenti più difficilie drammatici. Dimostrareinsommache non si ha paura di stare in prima linea, che non ci si limita a teorizzareideologicamenteun certomodo di starci,ma si è pronti a metterloin pratica di persona. Insomma,credosia molto difficileconvincerechiunquedellapossibilitàdi confrontarsinelmodogiustoconunpazienteagitatoe violentose non lo mostrie dimostri in praticamoltevolte. Ciònontogliecheogniconcezionepopulistadi unproletanatointrinsecamentebuono si riveli in situazionicome queste.idiota e fallimentare:una quota significativadel personaleparamedico è compostada persone totalmentedisinteressateai malati,desiderose solodi portarsi a casa lo stipendiocon la minorefaticapossibile.Dunque veri e proprinemici da togliersidai piedi appena possibile. · Un ultimo problema concernente il personale paramedico, strettamenterelativo al mio tipo di lavoro, è quello dell'invidia nei confrontidel paziente. È spesso tangibilecome l'infermiere riconoscanel ragazzo,soprattuttoin quelli congravideprivazioni familiarie ambientali,aspettfdellasua infanziae adolescenza, e come tenda - più o meno inconsciamente- a non accettare c_heil pazientericeva le cure, l'affetto e le attenzionichea lui sono stati negati. In realtà un'istanza "autoriparativa" è una componentedirei indispensabiledellamotivazionea unlavorodelgenere.Direiche chiunqueci si metta, e in qualsiasiruolo, ha ruichela spintaa curarese stessonel paziente. Ma questamollasembrascattaremoltopiùfacilmenterispettoa privazionie sofferenzepuramentepsicologichee dunquejn qualchemodo "borghesi"; assaimeno rispettoalle sofferenzepiù concretedi un'infanzia proletaria,forse ancheperché questein parte si ripetononeipropri.figli.Sembra insommache oggi siaproprioun settoredi proletariatoa farsi portatoredi una concezioneminimalisticae in fondopunitiva dell'assistenza, in realtà nonmolto diversa da quelladei vecchi istitutireligiosi,dovesembravagiustofornirealminoreabbandonato il panee un letto,ma noncompanaticoe divertimento. "Ma questo è un ospedale","In fondosono dei ricoverati",sonooggi obiezioniche sentipiù facilmentein bocca al personaledi "bassaforza"di fronteall"'eccesso" di attenzionianchematerialiche l'operatoredi sinistraporta ai suoi pazienti. L'aspetto e i problemiistituzionalidel miolavoro,a cui ho finoraaccennato,hannodi fatto, in questi anni, occupatouna parte minimadel mio tempo.Se da essi sono partito, è per le suggestionidi chi mi ha sollecitatoa scriverequestepagine,a cui credo sembrassepartiGolarmenteinteressante comprenderecome unapersonadi uncertotipopossaoccuparee gestireunruolo istituzionale significativo.In realtà, come dicevo, ho strenuamente e con successodifeso il miodiritto-afare quasiesclusivamente ciòchemipiacee che sofare,cioè il clinico,estraniandomi,nei

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