Ma accanto alle fortunate, alle quasi felici, che con duro esercizio sono riuscite a staccarsi dalla furia delle passioni, ci sono le altre, quelle che sono immerse fino al collo nella passionalità del1'asfittica provincia post-industriale, che, da una parte, lavora, dall'altra secerne questi pericolosi umori separati, questi slanci di assoluto. Indifese dalla visceralità brutale, selvaggia, regredite ai crudi rapporti di forza del gioco sado-masochista, esse dipendono spesso da individui che, in questi tempi bui, riescono ad esercitare sul loro fragilissimo bisogno d'amore, sollecitato fino allo spasimo, spesso in situazioni tese, impossibili, un potere pressoché illimitato che non poche volte sbigottisce la ragione stessa di queste malate d'amore. Nell'orizzonte angusto, poco aereato da veri scambi e progetti, la provincia post~industriale riesce, in modo subdolo, a stornare sulla vita privata preziosissime energie, che un tempo erano state sottratte al lavoro per vivere e dedicate vittoriosamente allo studio, alla politica, a progetti sociali di cambiamento. I rapporti di micropotere sono dunque i veri signori di questo tempo. Nella provincia sguarnita e asfittica dominano gli stati d'animo, i pensieri, i discorsi di chi non si accorge nemmeno di quanto l'orizzonte si sia ristretto, di come non ci sia più cielo, oltre quello sulle case, divenuto così artificiale che solo la prospettiva di qualche nuovo business potrebbe ritrasformarlo in n_atura. In questo paesaggio senz'aria, pieno di gas traditori, le donne, le più delicate fra loro, le più fragili, non sono riuscite ad impedirsi di porre lo stesso un'imprudente domanda d'amore, di riformularla su terreni improbabili, infidi. E come si sa, più questo genere di domanda è forte, più le risposte sono disastrose. In questa situazione così deprivata è quasi naturale che si allucini amore; ce lo conferma, con la faticosa serenità della ragione, Julia Kristeva, la pensatrice, la psicoanalista più attenta al discorso amoroso, oggi. In uno dei suoi libri, che all'inizio ho citato, Storied'amore, parlando della coppia, Kristeva dice che" ...in ultima analisi (cioè, se la coppia diviene realmente uno, se dura) ognuno dei due protagonisti- lui e lei - ha sposato, nell'altro, la propria madre." Ma, ·quando avviene, il crollo della figura materna nella coppia è in realtà il crollo di una figura potenzialmente sempre minacciata. Non c'è alcuna sicurezza che la sua funzioCONFRONTI Donnein fug·a. le signore perbene MarisaCaramella I di lane Bowles IL CONTESTO ne duri nel tempo, e se vissuta drammaticamente, la separazione è in qualche moçlo il rovesciamento radicale, nel contrario, del materno: come nella fiaba di Cappuccetto Rosso dove il Lupo si traveste da Nonna, ma sin dall'inizio si sa che ad un certo punto della storia riprenderà le sue antiche sembianze. È inoltre un fatto che il crollo della figura materna maschile è la più corrente, ammesso pure che per qualche tempo un uomo riesca a·trasformarsi nella madre della donna con la quale ha sceJto di vivere. Sembra che, nei casi più felici, il materno funzioni meglio da donna a uomo, da donna a donna, ma che generalmente un uomo, rispetto al materno, come atteggiamento da dispensare, abbia qualche problema, forse inquietudine, forse insofferenza, da eterno cucciolo ben riuscito, inguaribilmente viziato ab origine dalla prima madre. Così il materno viene lasciato volentieri alle donne, col sostegno della biologia, di esso ci si nutre come di nutrimento indi- .spensabile, ma sempre col fastidio dell'infante che simula laricerca di indipendenza. Lo si confonde facilmente con l 'incoraggiamento al parassitismo, a qualsiasi forma di vigliaccheria. A questo proposito, non credo casualmente, sul numero di gennaio di questa rivista, Goffredo Fofi intitolava un suo articolo contro certi vecchioni cacasenno di oggi I padri dellamatria. Questa mi pare la situazione sentimentale (per modo di dire) della provincia post-industriale, dove, alla fine, riescono a sopravvivere quelli che trovano facilmente un'altra madre, o che riescono ad essere le madri.di se stessi, e per i motivi anzideyi, soprattutto di se stesse. Così accade sempre di più dopo i tormenti, le esplosioni, i fuochi fatui degli attuali amori squilibrati e squilibranti, crudeli divoratori di energie, che, dei separati, sempre per i motivi anzidetti, siano quasi sempre gli uomini a riformare in quattro e quattr'otto un altro nido (nel senso della funzione nutritiva già citata). Le donne imparano sempre di più a nidificare da sole, e cioè, negli anni, a diventare madri di se stesse. Dignitose e guardinghe curano le proprie ferite come quelle di tanti passerotti e si difendono dalle illusioni con l'esagerato puntiglio che la durezza delle esperienze involontariamente insegna. Negli anni Trenta e Quaranta, il Centro e Sud America rappresentavano, per gli Stati Uniti, il luogo esotico dell'irrequietezza maschile e della perdizione femminile, dell'avventura e del rischio, della scoperta sessuale, anche ambigua, alla RitaHayworth/Glenn Ford. Donna perduta lei, proprietario di locale di dubbia fama lui, palme, riflessi argentei sul1'acqua, alberghi di lusso, vestiti luccicanti. Proprio in Centro America viaggiò a lungo in quegli stessi anniJaneBowles, l'autrice di Due signoreperbene (Bollati Boringhieri, traduzione di Paola Mazzarelli, pp. 216, L. 22.000, ne esisteva una precedente edizione Bompiani del '74, in altra traduzione). Ricavandone e comunicandone, però, un'impressione ben diversa, a giudicare dal quadro che ci fornisce di Panama e Colon, luoghi in cui si avventura e si perde una delle protagoniste del romanzo. La "piccola Mrs. Copperfield" evita accuratamente di metter piede nel solo albergo di lusso di Colon, dove approda insieme a un marito "perfetto", di quelli che, almeno in teoria, tutte le donne desiderano. Viene invece attratta da un locale di fama tale da non lasciar dubbi, e da una giovane, vivace e caparbia prostituta che vi lavora. da quel momento in poi la sua vita, e quella di Miss Goering, si dipanano, per una loro precisa volontà, dettata da totale noia e disperazione, e quindi "fatalmente" guidata, in direzioni diverse, si sovvertono in senso dichiaratamente peggiorativo, se se ne valuta il cambiamento usando come misura il senso comune. Mrs. Copperfield manda all'aria un matrimonio da tutti giudicato assai conveniente per dividere vitae avventure della prostituta incontrata aPanama. Una scelta omosessuale, anche se no~ esplicitamente dichiarata. Una scelta che perde ogni connotato autolesionista grazie alla capacità dell'autrice di comunicare al lettore la solitudine, l'infelicità, l'irrealtà della condizione precedente a questa scelta, dello stato matrimoniale, in definitiva. Miss Goering rinurtcia invece a una vita di dorata solitudine per unirsi (eliminata ogni doratura) a due personaggi insicuri quanto testardi, scarsamente dotati di fascino, ma come le: ansiosi di dare una svolta alla propria esistenza Partirà anche lei per uri viaggio, assai più breve e assai meno esotico di quello di Mrs. Cop• perfield, per ottenere comunque lo stesso risul tato, "degradante" ma liberatorio. Le due pro• tagoniste si ritroveranno una seconda volta, ne finale, e avranno modo di verificare la vanitl Mrs. Copperfield e la seconda protagonista del romanzo, Miss Goering, conoscenti più che amiche, si incontrano solo una volta, brevemente, a un ricevimento, prima d{ questa avventura. Di Miss Goering sappiamo che è ricca, prepotente e poco amata fin da bambina, e che conduce una vita abitudinaria e monotona. Di Mrs. Copperfield non sappiamo niente, ma 2:
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