ILCONTESTO nella scrittura si sarebbe dovuto imporre da sé, conferendo al testo più asciuttezza. Nonostante tutto ciò, però, se iniziando a leggere mi avevano molto irritato questi e altri aspetti (tutti giovani ricclù, che parlano almeno quattro lingue e viaggiano senza sosta: il "neosublime post-modernistico" di Turchetta), procedendo l'autenticità esistenziale e il sincero dolore che Tondelli ha saputo rappresentare attraverso Leo mi ha in parte conquistato e ha posto in secondo piano ai miei occlù'i pur evidenti limiti espressivi del romanzo. All'orrore èontemporaneo almeno questo personaggio si ribella eroicamente, e alla fine ci diventa simpatico. Dimenticarsi della nonna di Gaetano Neri (un sessantenne fuori dai "giri") è uno di quei libri ai quali ci si affeziona. Sono 37 racconti brevi e brewissirni, ma disposti in modo tale da arricclùre il volumetto con una serie di rimandi-narrativi, tematici, stilistici, tonali- che sono altrettanti percorsi di lettura concentrici e insieme radiali. I personaggi: bambini e vecchi '(soprattutto vecchine) insieme ad adulti per lo più nevrotici. I personaggi appartenenti alle due fasce anagrafiche estreme esibiscono una grazia gentile e discreta; suggeriscono il loro malessere con leggerezza e da lontano, come la vecchia che dall'abbaino, invisibile, lancia il suo tremulo grido, "Non viene più nessuno quassù? Mi lasciate morire?" (p. 49) al quale risponde l'infastidito cinico disinteresse dei condomini, o come i bambini che rendono finalmente· percepibile ai genitori ormai intontiti dopo una estenuante giornata rumorosa e dedicata al cibo, il silenzio: ''un silenzio così profondo che si poteva udire il respiro del mare" (p. 6). Agli uomini, giacché sono le figure maschili a popolare e a dominare l'universo quotidiano, Neri riser.va la sua vena più strettamentenarrativa: il sintomo nevrotico diventa divertente nucleo di una storia, ragione dell'agire, ed è così tanto per clù osserva i chiodi che soffrono sorreggendo il peso dei quadri, quanto per quel personaggio in lotta con i propri piedi, diretti dove vogliono loro. Il tono: atmosfere elegiache, per lo più, cioè commoventi ma corrette con una certa dose di distacco ironico: al sorriso si affianca un moto del cuore. Lo stile: limpido; essenziale, non alieno dai modi colloquiali ma asciutto e a momenti terso, in grado di dar compimento anche a testi brevissimi.Al variabile incrociarsi dei tre tipi di personaggi nel singolo pezzo si deve l'esito a volte fantastico e a volte umoristico di tali vicende,nelle quali- comunque -affiora sempreuna disposizione alla tolleranza critica e alla consapevolezza dell'irriducibile umanità propria e altrui, come nel raccon~o posto in chiusuraal volume, dal titolo emblematicamente conciliante-I/ bacio-che adombra in Gioacchino un uomo dalla consapevolezza superiore: "Il principale lo chiamò e gli feceunaramanzina con un pretesto futile, ma così futile che Gioacchino fu commosso da tanta povertà di spirito. Il suo sg~do cadde pietososul cranio pelato del boss e rimbalzò fino al soffitto,forò tutti i soffitti del grattacielo, volò diritto in alto trapassando troposfera, stratosfera, mesosfera, ionosfera, metasfera e protosfera,si librò nell'universo infinito tra imondi chevagano in eterno cantando con la voce dellebalene innamorate e finalmente tornò sul voltocongestionato del padrone. Sopraffatto dalla tenerezza Gioacchino prese di mira la frontee sospirando vi depose un bacio" (p. 98). Mal d'amore post-industriale Maria Schiavo Da un po• di tempo i corpi si sono di nuovorimessia parlare. Ma per modo di dire si tratta di parola: è piuttostoun linguaggio presimbolico,convulso e oscuro. · Passata l'euforia delle facili liberazioni sessuali, alcuni di questi corpi sono rimasti muti, forse i più saggi, lasciando le scommesse,la mania di esibirsi, agli adolescentied ai vecchi bavosi. Altri, come dicevo prima, parlano, ma del tutto dimentichi dellebuonemaniere.Sonoalloraumoriche si sciolgonodagli occhi, dal naso, sudori della pelle, fasce di caldo e di freddo che si accavallano,abbassamenti del tono muscolare, stati vertiginosi, oscuramentidellavista.Passionielementarichevaganosgangheratenellecittàpost-industriali.Sonocorpi che nonriesconoa trovare ragione. Intanto, divenuta (e non solo artisticamente) sempre meno rappresentabile,la passione amorosa, che non si è ancora riavuta (masi riavràmai?)dall'esplosione sessuale di queglistessi corpi, che fofSeoggi solo !'ingenuamenteorgasmaticoReichavrebbe ancora il coraggio di chiamare"rivoluzione", quell~passione amorosariappare, ma in modi strani, strettamentelegati alle viscere,sicchéle grida che emettesomiglianosempredi più a quelle notturnedei gatti, o a vagiti. Siamoinsommaassediatinelle città post-industrialidalla nostalgiafusionale,dalla regredienteclaustrofilia.Si allucinaamore, direbbequalche maliziosopsicoanalista.Non riuscendopiù a ritrovareinmododuraturole stradedelle forme piùcompiutedella vita, del poema, o del romanzo, l'amore che la telenovelanon riescea contenere,quelloche il cinismoo il pudorescaccianonell'inferno del non detto quotidiano, ricompare sotto forma di richiesta assoluta e imprevedibile.I confessoridel tempo,i nostri accortieconsapevolipsicoanalisti,lo sanno.Anzi,l'amore,lasete d'amore sono diventati il loro sapere, su di essisottilmentesi interroganoe riesconoa fareconvegni:transfert erminabileono? riuscitoo no? Ed altri quesiti di questogenere. 1 Non è quindi uncasos:iella grandemetropolipost-industriale, caoticae ricettiva alloste so tempo,che è divenutaParigi,due donne di altolivello intellettua e,duepsicoanaliste,LuceIrigaray e Julia Kristeva, scrivonolibri i cui titoli suonanocosì: Passioni elementari, la prima, e l'altra, Storied'amnre, In principioera l'amore,Solenero,depressioneemalinconia., mentreinaltrezone, ma non molto lontano, i colleghi psichiatriusanosiringhee ben dosati psicofarmaci per combatterela suddettamelanconia nel delicatopunto in cui l'eccesso di consapevolezzasulmondo diventamortale. Ma a questopunto, avendocominciatoaparlaredipassionie di viscere,non si può fare a meno di operareunsottiledistinguo fra metropoli e provincia post-industriale.Infatti,nelleprime, forse le enormi distanze, forse la fatica di trovarsie ritrovarsi stemperanoin qualchemodogli amoriconvulsi,favorendolafa~ mosasuperficie,l'epidermico sfiorarsichepreservadapiù complicati grovigli; quella speciedi spuma,misto di sensualitàe tenerezza,che fa riattecchire,senzaeccessividrammi,amoritiepidamenteripetibili. Inoltre,pur se ormainonrisparmiatadall'ansiaclaustrofilica,lametropoliha solideeantichetradizioninfatto di solitudine individuale,che sembranopreservarei suoiabitanti, educati rudemente, da eccessivepretesed'amore. Ma laprovinciapost-industriale,che è amezzastradaframe21
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