Linea d'ombra - anno VII - n. 41 - settembre 1989

SCUOLA Anchequesta è pedagogia Alfredo Rasori La scuola; la piccola borghesia e il suo bambino-tipo C'è una certa classe sociale, un tempo chiamata piccola borghesia e oggi ceto medio intellettuale, brulicante di aggiornatori, animatori e operatori culturali, pedagogisti, psicologi; autori televisivi, esperti vari, insegnanti, ecc. Ci siam dentro quasi tutti, i confini non sono ben definiti. Essa ha prodotto una concezione del mondo che vede nella propria esperienza e nei propri val ori il modello perfetto nel quale far rientrare ogni esperienza e ogni valore della vita; ha ·posto in essere una concezione che impone e disfa mode a velocità vertiginose, che rassicura o sconvolge, sovreccita o addormenta, che della realtà vede solo il lato spettacolare, teatrale, culturale, artistico e non quello politico-economico, dove si danno e si ricevono colpi decisivi, silenziosi, invisibili: pensate al bello e al cattivo tempo fatto dal sistema banèario. Ha la visione della vita di coloro che, ancora per poco ma bene o male, sono garantiti economicamente ("piove, nevica o tempesta, lo stipendio alla fine del rriese ce l'hai sempre"); quindi una vita relativamente facile senza vederne né i reticol~ti né le spine che la stringono e che ci feriscono. Ha organizzato un'articolata pedagogia, propri codici morali eintellettuali, e sofismi e fantasticherie su come vanno il mondo e i suoi abitanti. 'Ame non piace, e spero neanche a voi, quel tipo di bambino, quel bambino-tipo, reale irreale e surreale, proposto e imposto da tale classe attraverso la cultura pedagogica, l'industria del divertimento e i mezzi di comunicazione di massa, nei quali essa triçmfa. Illustrazione di Guslave Doi:é. Questo bambino-tipo è senza problemi. Senza differenze di classe. Con banale quotidianità, soto piccole cose. Senza brucianti amicizie. Senza storia. Pieno di sussidi didattici, di comfort. Non inciampa mai.in alcuna difficol~. Sa tante cose senza mai averne fatta una. Parla come i cartoni animati, come il manuale delle giovani marmotte, come la pubblicità. Presuntuoso, piagnucoloso, attaccaticcio, isterico, petulante, dà lezioni a tutti. Senza avventure, senza disavventure. Artista e intellettualino saccente. E LIPU e WWF e GUFI STUFI e PANDA. Cultura conrii:dina, senza sapere cosa.facevano i bambiru contadini dentro quella cultura. Per pisciare, ha bisogno dell'animatore che gli dica·"pssss". È il figlio in provetta della piccola borghesia, la quale crede che i figli si faccian~ con la testa. Noi dobbiamo fare una umanissima distinzione fra il bambino costretto ad essere come l'ho descritto, con gravi colpi alla sua salute mentale e fisica, e il bambino che invece meriterebbe di essere. Di fronte a questo bambino "antipatico" e fragile dobbiamo avere soprattutto coscienza della dignità e grandezza dell'infanzia e non della sua triste debolezza alimentata da una misera arte ideologiça. Ma c'è da sperare se, uniti da ogni pàrte con i tanti che possono dare una mano disinteressata, noi partiamo dal principio che è proprio dalla meschinità che può nascere il muro contro di essa. IL CONTESTO Maestri amati Noi pensiamo che lasalvezzadell 'infanzia, così com'è oggi, passi soprattutto nella scuola, negli insegnanti e nei bambini, nelle loro energie appassionate, nel vivere tanto tempo insieme, nel!' incuriosirsi o anche nell'annoiarsi, nel giocare e nel lavorare con pensosità. A quale maestro pensiamo? Per c·ertuni, ma non· per i bambini, non per noi, può sembrare difficile tro:vare un maestro veramente amato dai ragazzi poiché può sem- . brare, a torto, che essi amino la TV più di qualsiasi altra cosa al mondo. Maestri amati ve ne sono molti, manon·bastano. Ne troveremo altri ancora. Amato perché è loro complice contro condizioni di vita e di scuola preoccupanti; perché è amabile e allegro in mezro alla dilagante seriosità pedagogica; perché è serio e anche severo in mezro a tante cose molli, viscide, caramellose e spiritosette; perché è un dialettico: fa lavorare mani e piedi, occhi e orecchi, nervi e muscoli, cuore e mente e quel magnifico computer che alloggia nella scatola cranica e quello che si trova negli scaffali - il libro; perché aiuta a pensare da qualunque posizione in mezzo a tutte le condizioni pur essendo accerchiato da dogmatici e da schematici che lavorano assiduamente per rendere puerile e noiosa la multicolore. e politecnica realtà; perché insegna gli opposti: la freccia e il bersaglio delle cose - l'argine e il fiume - l'amico che parte e quello che resta;_ la gomma che cancella e la matita che scrive;· perché usa certe parole sapendo che esse designano dapprima "complessi affettivi, poi situazioni concrete, infine categorie astratte", e non il contrario; percM sa che avventurarsi fra l'infanzia è difficile; perché è la felicità personificata, atteso desiderato: "cos'ha il maestro, che oggi non.viene?"; - perché cura tutta la varietà dei rapporti umani e la salute mentale, non permettendo ai bambini di invecchiare precocemente e rapidamente; perché fa un tipo di scuola che accalora i bambini anche all'uscita come accade quando si lascia la palestra dopo ùna partita; perché Io trovano così resistente e flessibile come una farfalla in volo o come un albero nella tempesta; perché i bambini sentono che battersi con quel maestro è come battersi con un campione; perché non gli interessa sapere come un bambino sarà da grande né come un giovane da vecchio, ma gli importa una certa intransigenza nel metterlo in condizione di poter lottare, ora, con successo, contro le forze ostili della vita. Il bambino Non esiste il bambino astratto, il barTJt}iJ:ioè sempre concreto. Per sapere che cos'è un bambino, oggi (e anche cos'è un insegnante), bisogna assolutamente sapere come è questa società, che Io nu15

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