INCONTRI/LEIRIS mentandosi di non ricevere "Documents", e io, senza conoscerlo, gli spedivo bigliettini per tranquillizzarlo e calmarlo. J.J. :Nel1929,al momentodellafondazionedi "Documents'', come segretario di redazione era previsto Marce/ Griaule? Esatto, al suo ritorno dall'Abissinia. J.J.: Ma anche tu hai svolto quel compito? Tra Limboure Griaule. Limbour lo era stato ali' inizio, ma non aveva combinato nulla eWildenstein lo licenziò. Gli sono dunque succeduto, restando inteso che avrei ceduto il posto a Griaule quando fosse tornato. Siccome avevo lavorato molto meglio di Limbour, Wildenstein mi mantenne nelle sue attività e mi assegnò, come segretario di redazione, a un'altra rivista che si chiamava "Beaux-Arts". Ma non ho mai collaborato a "Beaux-Arts", non ho collaborato che a "Documents". S.P.: Lei ha descrittoMétraux come unpoeta, ma nonperché abbia scritto delle poesie ... ... perché viveva la poeSia, sì. S.P.: ... maperché era capace di superare la semplice descrizione scientifica raggiungendo la poesia. Per me, molti scritti di Métraux hanno l1'l valore da questo punto di vista. Lui stesso era un personaggio poetico.Quell'uomo, che era completamente inadatto alla vita attuale e che aveva girato dappertutto, era francamente poetico- la sua fine d'altronde l'ha provato. S.P.: Ha avuto influenza sulla sua visione della trance? No, non direi ...Sì, forse c'è una cosa. Métraux mi ha senz'altro preceduto nella visione teatrale della trance. Forse è proprio nel suo libro Le Vodou hai"tien (29) che ha usato l'espressione "commedia rituale", che è un'eccellente espressione (30). Ù. : Schaeffner, aproposito deifunerali Dogon ai quali aveva assistito nel 1931, non aveva già utilizzato un'espressione simile, definendoli "opere funebri"? No. "Opéra funèbre" è una espressione mia. Egli, dopo aver assistito a quella grandiosa cerimonia funebre, aveva detto seplicemente: "sono persone con il senso dell'opera". Ma è a proposito della tauromachia che i_oparlodi"opera funebre" ,èin una delle mie poesie sulla tauromachia (31). S.P.: Dall'anno scorso, quando sono arrivata in Francia, ho sentito dire da molti etnolqgifrancesi che la lettura dell' Afrique fantome-specie per le sue qualità letterarie-per un certo verso aveva deciso della loro vocazione ed era statafonte d'ispirazione etnologica. Perché, secondo lei? Farei notare che - ne ho parlato molte volte con Jean Jamin - sul campo, quando redigevo le note quotidiane che avrebbero costituito la materia de L' Afriquefantome, non pensavo per niente di fare dell'etnografia. Erano ai margini; veramente ai margini del mio lavoro etnografico. J.J.: Eppure mi hai detto che il tuo taccuino di viaggio... ... sì, l'ho detto e anche scritto, credo che il taccuino di viag- ..., 86' gio fosse stato raccomandato da Mauss, d'accordo. Ma per me era piuttosto una copertura ... J.J.: Tu hai incominciato a seguire i corsi di Mauss al ritorno dalla missione Dakar-Gibuti, vale a dire nel 1933... Ne avevo seguito qualcuno prima, ma in effetti è solo al mio ritorno che ho cominciato a seguirli assiduamente. J.J.: Cosa ti aveva spinto a seguire i corsi di Mauss? È stata la lettura di Lévy-Bruhl, una lettura di seconda mano, devo ammettere. · Avevo letto un piccolo libro che era un riassunto di La mentalité primitive fatto da un universitario chiamato, mi sembra, Blondel (32); quel piccolo libro mi aveva letteralmente incantato, semprecon l'idea surrealista checi fossequalcos' altro, dei modi di pensare diversi dal razionalismo occidentale. S.P.: Quali erano i suoi rapporti con Mauss? Rapporti da maestro ad allievo. Ero un allievo rispettoso. J.J.: La langue secrète des Dogons de Sanga (33) non è statafatta sotto la sua direzione? No. All'Ècole pratique des hautes études, non credo che avessimo un relatore come per una tesi del terzo ciclo, avevamo solo degli esaminatori. Loui:SMassignon era stato il mio esaminatore, che, peraltro, aveva fatto numerose critiche alla mia prima versione: Mi ave~a fatto notare che, invece di procedere secondo il metodo cartesiano, caro all'università, ma ché egli diceva di non sopportare - in fondo è questa l'ufficialità- io procedevo per "esplosioni successive di pensiero". Dovevo rifare tutto. Ma uscii da quell'incontro felicissimo, perché era un personaggio fuori dal comune che mi aveva abbagliato con frasi simili...! Ero rimasto incantato, anche se mi aveva demolito completamente, tanto demolito che poi ho impiegato dieci anni per fare La langue secrète... J.J.: Se, per esempio, ti si dovesseporre il problema che sollevavaprima Sally Price, ricordando le carriere di quegli etnografi sollecitate dalla lettura diL' Afrique fantome, qual è stato per te il libro o l'autore, diciamo così, che ti ha sollecitato? Forse Rimbaud. J.J.: Rimbaud piuttosto che Raymond Roussel? Eh sì! Rimbaud d'altronde era stato "sul campo",e in che modo! Conoscevo Rimbaud essenzialmente attraverso le sue poesie, ma sapevo come tutti che aveva mandato tutto al diavolo per and~sene in EtiOf)ia. Era un poeta che aveva abbandonato l' ambiente letterario parigino per andarsene ali' inferno, vivendo da avventuriero. J.J.: Sei tu che una voltami haifatto notare cheRimbaud aveva verosimilmenteabbandonato lapoesia perché si era reso conto chenonfunzionava, che restavafinzione. Comedire cheinRimbaud ci sarebbe stata ali' origine una concezione realista e persino, se posso dirlo, positivista della poesia ... In un certo senso, Rimbaud è molto realista, ma il suo è un realismo allucinato (Ì'allucinazione, peraltro, è realista, perché si
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