Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

INCONTRI/LEIRIS Georges Bataille (foto D.R.). di coloro che erano considerati come negri dall'ambiente in cui vivevano. La parola eJ'idea sono state lanciate da lui, da Senghor. e da Damas quando erano tutti e tre studenti. Allora era nece~sario dimostrare agli studenti di èolore che erano qui da noi che avevano una cosa in comune che era la loro negritlldine, vale a dire che erano tutti trattati da negri dagli altri studenti che, invece, erano bianchi. Evidentemente, ciò che si può dire è che nell 'ambiente dei neri il razionalismo non era così apprezzato come lo apprezzavamo noi, o piµttosto come noi pretendavamo che lo fosse. S.P. : Un altroproblema riguarda il surrealismo alleAntille: per gli americani, il surrealismo rappresentapiuttosto un movimento propriamentefrancese e perfino, come lei ha dello, molto parigino... · È esatto. S.P.: ... ma in rapporto ad altre ribellioni, il surrealismo era un'ideologia completamente civilizzata nel senso occidentale dellaparola. Mi sembra che gli antillesi come Cesaire, che hanno adottato laprospettiva surrealista, non.solo abbiano dichiarato guerra contro i loro colleghiparigini ma anche e nello stesso tempo abbianomanifestato la loro erudizione classicae affermato quindi la loropadronanza dei valorifrancesi. Sì, si potrebbe vederla così. Per molto tempo gli scrittori delle Antille francesi sono stati souo l'influenza del pamassismo e più tardi eccoli sotto l'influenza del surrealismo, in entrambi i casi però hanno ripreso quelle idee dall'esterno. Ora, Cesaire non solo ha ricevuto, ma ha anche dato degli apporti considerevoli e sia lui che i suoi amici della rivista "Tropiques" non potevano che simpatizzare con il surrealismo, nemico di un tipo di cultura che per loro era prima di tutto il sistema che una metropoli pedagoga ·volevà imporre loro. Quando era studente, Cesaire aveva lanciato, l'ho già detto, con:ienghor e Damas, la nozione di negritudi82 ne e qualche anno dopo, all'inizio dell'ultima guerra, è stato considerato da Breton, che Io incontrò a Fort-de-France, coine un compagno di strada. Diventando una delle grandi voci del surrealismo, Cesaire si è forse mostrato padrone di certi valori francesi, ma non dobbiamo dimenticare che questi valori molto eterodossi e pure rivoluzionari non avevano niente a che vedere con la Francia dei discorsi ufficiali. J.J.: Non c'era infondo qualche cosa di sconveniente nello sguardo che i surrealisti hanno rivolto alle altre civiltà, giudicatepiù irrazionalidella nostra o chesi giudicavano affatto irrazionali? Non era questo un modo per svalutarle piuttosto chè valorizzarle? Prima ho fatto cenno alla recensione che scrissi del film di King Vidor. Oggi mi rendo conto che era razzista, perché mi accontentavo di prendere per buoni tutti gli stereotipi che avevano corso sui Neri: la sessualità scatenata, lapredisposizione alla trance, ecc. J.J.: Forse si possono vedere le cose diversamente e pensare che valorizzando quest' irrazionale di cui ci hai parlato, gli si attribuivaqualcosadipositivo, unacosa che appunto noneramai statafalla. Assumeva tanto valore quanto il nostro razionalismo o il nostropreteso razionalismo. Questo era, beninteso; il punto di vista surrealista, che faceva di quest'irrazionale qualcosa di maggior valore, di più umano. J.J.: Eppure anche in questo caso si sostituiva al cultodel razionalismo una sorta di culto, diciamo, del/' irrazionale. Ma torniamo ali' etnologia. Sipuò sostenere che.perlomeno ai suoi inizi istituzionali e per i/fatto di valorizzare le società allora dette iriferiori,dunque viste come irrazionali, l'etnologia contribuisse allo stessomodo del surrealismo a scalzare il razionalismo. Eppure, essa non si consideravaforse una scienza e, di conseguenza, non avrebbe dovuto andare nella stessa direzione del razionalismo? Sì, ma una scienza dell'irrazionale. Per molto tempo ho anche pensato che gli occidentali potessero ricevere una lezione da ciò che accadeva in certe società non occidentali e che queste ultime potessero.dunque avere una influenza positiva. J.J. :· Una lezione in che senso? Diçiamo nel senso che un certo modo di vita è più giusto di un altro. E stato dopo, e dopo molte riflessioni, che sono arrivato a quello che si chiama il relativismo culturale. Ma ali' inizio credevo effettivamente-che le civiltà dette primitive fossero superiori alle nostre. Era una specie di razzismo alla rovescia. Se volete, ho impiegato molto tempo a rendermi co_ntoche in queste strabilianti società studiate dagli etnografi possono esserci degli imbecilli e dei mascalzoni come in ogni altra società. S.P.: Edmundleach ha recentementeaffermato cheilproblema centra/e'pernoi etnologi del XX secolo "non è una questione di approccio ali' etnologia, come scienza o comepoesia, ma piuttosto è quello di convincere noi stessi e tutti coloro che non sono , etnologi che tutti gli uomini e iutte le donne del passato, delpresente e de/futuro sono identici e che la distinzione tra selvaggi

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