Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

INCONTRI/LEIRIS ' Sally Price: Per cominciare,devo dire qualcheparola sullo scopodellenostreconversazioni. È statoAdamKuper, il caporedattoredellarivista "CurrentAnthropology", chemi hadomandato di organizzareuna serie di colloqui con lei, Miche/Leiris, alfi.nedi chiarireai lettori nonfrancofoni, e in particolareagli etnologianglosassoni, il clima intellettualenel qualesi è svil:uppata l'etnologiafrancese negli ultimicinquant'anni.Datochelei ne è unafigura di rilievo, vorrei intervistarlanon solo sullastoria_dell'etnologiapropriamente detta, ma anche sui legamiche questahapotuto intrattenerecon il mondo letterario,artisticoe anchepolitico... Miche/Leiris: .. .legami che in verità erano assai tenui ... Era-. no poca cosa. Ho avuto dei contatti, ma non bisogna immaginare che fosse così per tutti. S.P.: Comepreferisceprocedere?Diamo unastrutturaaquestaconversazioneoprocediamoquae là,affrontandodiscorsidi- ·7 . versi. . I Credo che sia più semplice procedere qua e là. Credo anzi che sia il solo modo di arrivare. In ogni caso, c'è Jean JaÌnin che sta studiando il problema da molto tempo ed è forse in grado di fare una grande dichiàrazione o una piccola ma di grande effetto ... Jean Jamin: No!Non honessunadichiarazionedafare aquestoproposito... Se dovessi rifarmialprogetto d'AdamKuper e a ciòcheeglihagià iniziatoafare conEdmundLeach,si tratta.ebbe difare ad alta voce una speciedi autobiografia intellettuale... Ora.per quanto ti riguarda,~etu haimolto parlato e scritto su di te,mi sembraperaltro che tuabbiaparlato assaipoco, e. comunquenonpubblicamente,dell'itinerariointellettualeche ti hacondottoali'etnologia.Lo haifatto solo in Titres et Travaux, documentoad usoamministrativoche restamolto confidenziale e che',inoltre, è stàto redattomolto tardi(]). · Per quanto mi riguarda, ti dico francamente che è stato il surrealismo, di cui ho conosciuto i primi quattro anni (1925-1929) a rappresentare per me la ribellione contro il cosiddetto razionalismo occidentale, e dunque la curiosità per dei popoli che rivelano più o meno quella che all'epoca Lévy-Bruhl chiamava "la mentalità primitiva". È molto semplice. J .J.: Nell'ambientedei surrealistiavevatel'occasionediparlare di etnologiain senso stretto? Non molto. Si parlava dell'Oriente, l'Oriente con la O maiuscola, nel senso rimbaudiano: che non è la stessa cosa dell'Occidente. Gente come Artaud, e noialtri al suo seguito, aborriva il papa e rendeva omaggio al Dalai-Lama(2). Era tutto un po' complicato. J.J.: Insomma,si trattava di rimpiazzareun culto-mettiamo quello della ragione_:_c_on un altro! . Effettivamente, ma non ce ne rendevamo conto. Eravamo nettamente contro l'Occidente. Nelle dichiarazioni dei surrealisti e nei manifesti ciò era esplicitato in maniera violenta: si trattava in pieno di una ribellione contro la civiltà occidentale. J.J. : Ma la civiltà occidentaleche criticavatesi riducevadi 78 fatto apoclii tratti, a voltegrossolanise non addiritturacaricaturali,o ancorasi riduceva semplicementeal capitalismo. ' Sì. Ma questo non immediatamente. È stato dopo, ed è stato per questo che la maggior parte di noi è andata verso il comunismo. All'inizio non pensavamo a un fatto di società capitalista. Visto che ci poniamo da un punto di vista etnologico, in questo percorso c'è una cosa ch'e, secondo me, è degna di interesse: è il fatto che la nostra prima manifestazione politica è stata il banchetto per Saint-Pol Roux (3). Fu, praticamente, una manifestazione contro la guerra del Marocco (4).Tra le al tre cose; gridavamo "Viva.Abd El-Krim!" ... J.J.: E "Abbasso la Francia!" Sì, naturalmente. Ma questo non aveva niente a che vedere con l'etnografia né con la moda di quello che oggi chiamiamo Terzo Mondo. In ogni caso la nostra prima presa di posizione politica fu una presa di posizione tutto sommato anticolonialista. · S.P.: In chemodoquel cultodi cui lei parlava, e al quale lei aderì, si è poi modificato? Non ho mai rinnegato il surrealismo in quanto tale. Come altri, ho rinnegato la tutela di Breton - non è la stessa cosa. Poi, molta acqua è passata sotto i ponti e abbiamo potuto esaminare la questione con maggior calma. Breton aveva enormi qualità _:__ d'accordo - ma aveva un difetto: aveva un carattere difficile ed era assai autoritario. Siamo stati in parecchi a ribellarci a lui. Inoltre, in quel momento, era soprattutto Bataille - che non era mai Stato surrealista - che accusava Breton d'idealismo nonostante tutte le sue dichiarazioni di materialismo. Tutto questo è terribilmente complicato e io non posso far altro che rinviare alla Storia del surrealismo diNadeau (5). Ma per quanto ci concerne, ciò che rimane e che credo sia molto importante, è che la nostra prima posizione politica fu una posizione anticolonialista, ostile alla guerra del Rif. In fondo, ci siamo preoccupati della sorte dei popoli colonizzati ben prima di preoccuparci della sorte del proletariato. È estremamente probabile - e questo è il lato da esteti - che l'esotismo vi abbia avuto il suo peso. Eravamo molto più portati a solidarizzare con degli oppressi "esotici" che con degli oppressi di casa. J.J.: Comesei arrivatoal surrealismo? Ero molto legato a Masson che all'epoca era un po' il mio mentore e che era diventato surrealista. Come ho incontrato Masson? Avevo conosciuto qualcuno che in seguito sarebbe diventato anch'egli surrealista, ma che non ha mai scritto niente, Roland Tual, che avevo incontrato a casa di Max Jacob a Saint-Benoit sur Loire, quando Max Jacob si era ritirato presso i Benedettini. Mi sono legato subito a Tua!; questi mi disse che dovevo assolutamen-- te conoscçre André Masson, che considerava un pittore meraviglioso. Fraternizzammo immediatamente. Tutto questo accadde nel 1922 (6). Ma è stato Max Jacob che, nella poesia, è stato il mio maestro. Io gli inviavo delle poesie ed egli poi me le correggeva; cioè, non proprio, in generale mi diceva che erano molto brutte. E non aveva torto. È così che ho fatto il mio apprendistato. Per quanto riguarda Masson, mi colpirono il personaggio e la sua pittura. Era un uomo di grande cultura che conosceva un'enorme

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