Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

SURREALISMO, JAZZ, ETNOLOGIA, POESIA••• Incontro con Michel Leiris a cura di Sally Price et Jean Jamin traduzionedi Fabio Gambaro Dèlla vita come tauromachia AlessandroTriulzi Il 19maggio1931salpadalporto di Bordeauxunanave con un gruppo di scienziati, etnografi, musicologi,linguisti capeggiatidaungiovaneetnologodi33 anni,MarcelGriaule.La "missioneetnograficae linguisticaDakar-Jibuti"attraverseràlentamente tutto il continente africano dalle coste occidentali alle sponde del Mar Rossoper far ritornoa Parigi nelfebbraio del 1933. "Segretario-archivista"dellamissione è MichelLeiris,allora trentenne;allievodell'Istituto diEtnologia,un "novizio"o comediràpiù tardiun "francotiratore"dellaappenanatascienza sul terrenorappresentatadalla etnologiafrancese deglianni Trenta.A spingerloa unirsi alla missionefu il suopsicanalista, AdrienBorel, cheavevagià avutotrai suoipazienti GeorgesBataille, il battaglierodirettoredella nuovarivistaculturale "Documents" che negli anni 1929 e 1930 aveva espresso il meglio della culturamilitanteeinograficae letterariaparigina riun,endo tra i suoi collaboratoriun gruppodi transfughidel Surrealismo allora imperantedi André Breton. Al momentodellapartenzaper l'Africa,Leiris si lasciavaalle spalle due esperienze importanti: la partecipazioneattivaal movimentosurrealistacon la sua avversioneper il razionalismo occidentalee l'ideologiaeuròcentrica(dacui lapresa diposizione "orientalistica"del movimento;i suoi appellianti-sistemaal papa, alDataiLama,aiprimari deimanicomi- "ouvrezlesprisons, licenciez l'armée"; i suoi pronunciamenti anticoloniali controlaguerradelRifinMarocco- "oui ounon, condamnezvous la guerre?"); e dall'altro l'esperienzapsicana~itica,"consensualmenteinterrotta" per il lungo viaggio africano, che lo spingeràper tuttala vita a indagareafondo e senza veli il camminodel suodoppiomestiere,quellodi scrittoree quellodi etnologo di sé e della condizioneumana. Così il giovanesegretario-archivista,aspiranteantropologo, archiviasistematicamentee rubricatuttociò chevede,inclusose· stesso, e per due lunghi anni tiene il diariogiornalieroo carnet deroute ufficialedellamissioneDakar-Jibutitrasformandolonel quadernosu cuiognipaziente in analisiregistrasogni,assonanze, ricordi,descrizionidi sé e del realecosìcomesoggettivamente lopercepisce:questa "gaffe epistemologica"e quasi surrealeper laprassiscientificaallorain viadi consolidazioneper l'osservazioneetnograficanon gli verràfacilmente perdonatadal- ['ambienteaccademicodel tempoe dallagiovaneetnologiafrancese alla suaprima esperienzaufficialesul terreno.L' incursione dellasoggettivitànella catarsirichiestaalloscienziatosociale in azione nonfu tollerata: la "più umana"_delle scienzedéll' uomoreagìall'eccessodi umanitàdel suoneo-adeptocon il rifiuto e la rimozione. Nonfu, losappiamooggi, una sempliceprovocazione,e neppure un iniziostrisciantedi quella "etnografiadi se stesso" che daallora ha avutoforse anchetroppiefragili imitatori.Fuinnanzitutto unP,roblemadi metodo, e una sceltadi vita, che da alloraMiche/Leiris ha portato avanti e hadifesonel suo doppiolavorodi etnologoe di scrittoreadditandoa tutti noi, scrittori,let- , ,. Michel Leiris al Musée de l'Homme, 1947 (foto D.R.). torieattoridellenostresingole "etàd'uomo", quelmodellodi vita "consideratacome tauromachia" che egli ha indicatoper la letteratura.Quel "cornoaguzzodel toro" era ed è per lui simbolo di unascritturanon indolorecheesprimeafa suo quel "dovere di lucidità" che è il vero banco di prova dell'uomo e dello scienziato:l'arena-teatrodi vitadoveerroree rischiosi confrontano in unbisognodi esporsi all'unico veropericoloper se stessi, il "rischio" dellaverità,quella "rigidaveracità" cheperLeiris uomo è codicemoraleeper Leirisscienziatoha "valoredi documento." Così il metodo compositivodell'autore-etnologo è tutt'uno con la rubricazionedi sé e degli altri, identificatientrambicome oggettidi scavo,da liberareper straticoncentricidalle incrostazioniambientalioestetiche,restituendoil repertoumanoallasua identitàoriginaria.Ed è proprio qui dove il doppiomestieredi etnologoe di scrittoresi allacciae si congiunge, la soggettività si coniugaali'oggettivitàin ungiocodi rimandi incrociatiin cui ilproget(oautobiograficosif a "antropologiagenerale"e lasc~- perta dell'altropassa attraverso il riconoscimentodellapropria nuditàesistenziale.Così le due "attivitàconiugate" dellasua vita, l'etnologiae la letteratura,diventanoper Leiris "le duefaccedi unaricerca antropologicanel sensopiù completodellaparola: accrescerela nostra conoscenzadell'uomo." Pochi etnologi si sono espressi in questo senso negli ultimi cinquant' anni,'pochihannoavutocosìscarsoma intensose?uito,pochi hannoinfluito cosìfortemente sulla nostrapercezzone dei rapporti, sempre così ambigui, tra osservatoree osservato nelledisciplinee/no-antropologichee nellescienzeumaneingenerale.Miche[Leiris, comeRaymondRoussel, GeorgesBataille e AlfredMétraux,altri "isolati" che rie~tranonella_c~~egoria_ leirisianadi "poeti", ci hainsegnatoa tuttzqualcosadipiu sunoz stessi. Michel Leiris in una foto di Mare l'rivier (da "La quinzaine littéraire" n. 505). 77

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==