Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

LUCE INVERSA due testi di Paul Celan a cura di Claudio Groff e Elisabetta Potthoff Luce inversa Il cuore rimase nel buio celato e duro, come la pietra filosofale. Era primavera, e gli alberi volarono dai loro uccelli. Sempre va al pozzo la brocca spezzata, finché è inaridito. Si parla invano di giustizia fin quando la più imponente delle navi da guerra non si sarà schiantata contro la fronte di un annegato. Quattro stagioni, non cinque, così da potersi risolvere per una di esse, Anche nella bara, tanto grande era il suo amore per lei che sarebbe riuscito a sollevarne il coperchio- se il fiore che lei vi aveva posato sopra non fosse stato così pesante. Così a lungo durò l'amplesso che l'amore dubitò di loro. Il giorno del Giudizio era giunto, e per scovare la più grande delle infamie la croce venne inchiodata al Cristo. Seppellisci il fiore e deponi l'uomoisu quella tomba. L'ora balzò fuori dall'orologio, gli si-pose davanti e gli ordinò di·segnare il tempo esatto. . Quando il condottiero depose il capo insanguinato del ribelle ai piedi del suo sovrano, questi si infuriò terribilmente. "Hai osato riempire la sala del trono con il lezzo del sangue", gridò, e il condottiero rabbrividì. Allora la bocca dell'ucciso si aprì e raccontò la storia del lillà. "Troppo tardi", sentenziarono i ministri. Un croniS_tad'epoca posteriore confermò questo giudizio. Quando l'impiccato venne sciolto dalla forca i suoi occhi non erano ancora spenti. Rapido, il boia li chiuse. Gli astanti però se n'erano accorti e abbassarono lo sguardo per la vergogna. Ma in quel minuto la forca si ritenne un albero, e poiché nessuno aveva gli occhi aperti non è possibile stabilire se non lo sia stata realmente. Egli pose sulla bilancia virtù e vizi, colpa e innocenza, qualità buone e cattive, perché voleva certezza prima di giudicare se stesso. E i piatti della bilancia, così gravati, si mantennero allo stesso livello. ' Ma poiché voleva una risposta, ad ogni costo, chiuse gli occhi e girò in-cerchio innumerevoli volte attorno alla bilancia, ora in una direzione, ora nella direzione opposta, così a lungo finché non seppe più quale piatto reggeva un peso e quale l'altro. Poi dePaul Celan (foto di Wolfgang Oschatz). pose la decisione di giudicare se stesso su uno dei due, alla cieca. Quando riaprì gli occhi uno dei piatti si era abbassato, ma ormai non si capiva più quale: se il piatto della colpa o il piatto dell'innocenza. Allora si adirò, si proibì di scorgere in questo un vantaggio e si condannò, senza peraltro poter reprimere la sensazione di essere forse in torto. Non illuderti: non quest'ultima lampadina dà più luce - il buio attorno si è sprofondato in se stesso. "Tutto scorre": anche questo pensiero, non riporta forse tutto a un arresto? Ella voltò le spalle allo specchio perché odiava la vanità dello specchio. Egli dimostrò le leggi della gravità, fornì prove su prove, ma nessuno gli diede retta. Allora si alzò in volo e dimostrò le leggi librandosi - ora gli credettero, ma nessuno si stupì quando non fece ritorno dall'aria. Le prose aforistiche di Luce inversa furono pubblicate sulla rivista zurighese "Die Tat" nel marzo del 1949. Celan darà poi lo stesso titolo alla sezione centrale della raccolta di poesie Papaveroememoria (1952), riprendendo alcuni dei temi qui trattati. 73

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