Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

in chiave mcxlemail mito della disobbedienza ai valori stabiliti nei versi di Plain-chant propone una poesia dichiaratamenteneoclassica, non soltanto nella metrica (stanze regolari di alessandrini), ma soprattuttonei temi: cristallizzazioni di miti, sublimazioni del meraviglioso quotidiano, l'amore come desiderio. A)lo stesso anno appartengono i "romanzi" Thomas l' imposteur e Le grand écart: due racconti in cui l'autobiografia e l'invenzione, la realtà e le sue sublimazioni astratte si compongono all'insegna ..dellaconcisionee della trasparenza. Thomas l' imposteur è il racconto dellaguerra nella prospettiva ingenuamente deformantedi un adolescentegeniale; la guerra diventa una scena teatraleaperta, l'occasione di un gioco "a parte": in Thomas, che petgiocare alla guerra si spaccia per nipote di un generale, l"'impostura" è soltanto uno strumento di avventura. In lui, finzione e realtà sono esattamente la stessa cosa. Quandoviene colpito da unapallottola: "Sono perduto-si dice-se nonfacciofinta di essere morto". Insegue il suo sogno fino alla morte; è l'essenza del poeta. Il racconto è straordinariamente leggero, aperto, libero. Cocteau è consapevole dell'operazione; in una lettera alla madre, scrive: "Se mi chiedi perché ho tardato tanto a scrivere opere aperte, te lo spiego. Sono nato troppo slegato. Primabisogna anncxlarsi,per avere il dirittq di sciogliersi. Un giorno si capirìrla logica del mio sviluppo". · Nel 1923Radiguet muore, "fucilato dai soldati di Dio". La morte dell'angelo precipita Cocteau in un lungo pericxlodi crisi; . lamortediventalapresenza ossessivadi lunghi anni, e il temafondamentale dei suoi viaggi interiori, in compagnia dell'oppio. Su consiglio di Jacob, cerca una consolazione nel cattolicesimo; la suaconveçsione,di breve durata edi nessuna importanza, loespone agli attacchi dei surrealisti. Il confronto con il tema della morte si fa serrato: ne nascono i versi di Opéra (1925), scritti per lo più in uno stato di allucinazione, e lari visitazione teatraledel mito di Orfeo in Orphée (1925), il cui protagonista è il fato che tesse tramecrudeli contro gli uomini. Lo specchio di Narciso si è trasformato in una porta della morte. COCTEAU C.INEASTA UN MORALISTASULLACORDA Morando Morandini Cocteau: sei film in trent'anni, da Le sang d'un poète (1930) a Le testament d'Orphée (1960). Al conto bisogna aggiungere due cortometraggi e un'altra mezza dozzina di film cui collaborò in vari modi: scrisse i dialoghi di Les dames du Bois du Boulogne di BresÌ;on;sceneggiò per-Sergede Poligny Le baronfantome ( 1943) di cui fu anche interpretee per Jean Delannoy L' éterne/ retour (1943) che, secondo una parte della critica, appartengono piùa lui che ai rispettivi registi.Tra i film tratti dalle sueopere·occorre ricordare almeno Les enfants terribles (I 956) di JeanPierre Melville e Thomas l'imposteur (1964) di Georges Franju, oltre alle numerose versioni, specialmente in video, di Là voce umana in cui si cimentarono Anna Magnani, Ingrid Bergman, Madeleine Robinson, Denise Duval, Polia Janska ecc. "Tutto ciò che facciamo in vita, anche l'amore, lo facciamo nel treno espresso che corre verso la morte. Fumare l'oppio è fasciare il trenoincorsa: occuparsi d'altro che della vitae dellamorte" scriveCocteauin Oppio (IlFormichiere 1976).Sostituiamole parole "fumare l'oppio" con "fare il cinemav. La frase suona così: "Tutto ciò che facciamo nella vita, anche l'amore, lo facciamo nel treno espresso che corre verso la morte. Fare il cinema è lasciare il treno in corsa, occupandosi ancora della vita e della morte". • Cocteau non è stato un cineasta come non fu un poeta né un commediografoné un disegnatorené un coreografo. Questo fatuo Leonardo non fu nemmeno un artista o lo fu troppo. Era un artigiano, dietro la macchina da presa. Modesto. Senza falsa vergogna, è sempre ricorso ai trucchi del cinema pubblicitario. Quello del suo tempo, naturalmente. Conosceva il peso del reale nel fantasticò e spesso faceva l'operazione opposta di Bufiuelche rivelava il fantasticonella realtà." ... in tutti i suoi film, e in Orphée in particolare,Jean Cocteau ci prova in!;tancabilmenteche per sa- . pere faredel cinema dobbiamo ritrovareMéliès, e che per far questo sononecessari ancora moltianniLumière." (Jean-LucGcxlard inll cinema'è il cinema, Garzanti, 1981) · Cocteau registra i propri fantasmi, le proprie ossessioni, la distanza sempre più implacabile dalla giovinezza. I suoi comportamenti (la droga, l'omosessualità) fanno scandalo. Si sénte perseguitato, si difende, rivendica il diritto a vivere le proprie contraddizioni.Con Les enfants terribles (1929), scritto al terminedi una cura disintossicante, realizza ancora una volta una grande opera: nell'universo "a parte" di quattro adolescenti si consuma un drammadei sentimenti puri, colti_:__con scrittura velocissima, come un 'disegno - nel loro divenire. Cocteau si conferma il grandepoetadell'"irreale reale", della sintesi atemporale,dei mist~riinquietanti dell'adolescenza. Il "romanzo" (ma le regole del genere sono dissolte) segna ancheun superamento della crisi se- ~ guita alla morte di Radiguet. E Cocteau riprende la sua attività multiforme. Scopre le risorse del cinema, e dal 1929 le impiega Spesso, scrivendodi Cocteau, i critici usano un sostantivo (dilettante, funambolo, acrobata ecc.) seguito da un complementodi Yvorine de Bray e Jean Marais in Les Parenls lerrib/es. in Le sang d'un poète, "documento realista di avvenimenti irreali". Nel decennio 1939-1940 si dedica soprattutto al teatro; del 1930 elo straordinario monologo La voix humaine, del 1934 La machine infernale, del 1938 Les parents terribles. La cifra poetica di Cocteau è sempre più pfecisa: sintesi di fato, mito e sentimenti nella )pro complessa contraddittorietà;' risoluzione della psicologia in comij<>rtamenti,n forme di una.totalità'tragica che tutto comprende, anche il grottesco e ikomico. Compitodelpoeta è ripercorrere, con occhi ingenui e sapienti, con fedeltàallaverità dei sentimenti, i grandi itinerari del profondo umano: "Non faccio altro che seguire il ritmo delle favole che sono sempre trasformate da chi le racconta. Consiglio sempre la copia di un modello. È impossibilecopiare esattamente, un sangue nuovo è sempre infuso ed è in questo che un poeta viene giudicato". 70 •

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