Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

di divenirlo all'estremo. Fra tutti, era (e resta) primario l'urto fra città e campagna. Per i ceti medi e colti la mozione fondamentale è al superamento rapido dello stato di inferiorità economica e culturale che umi1ia i cittadini cinesi (pur col loro grande passato) nei confronti dei loro omologhi nel mondo occidentale. Ma indipendentemente dalle diverse linee di politica economica successivamente adottate, lo sviluppo economico accelerato, presupposto per il soddisfacimento pacifico di quelle aspirazioni, si rivela inattuabile principalmente per la cronica scarsità di capitali da investire. La massa enorme dei contadini per grari parte riesce a malapena ad assicurarsi la sopravvivenza (le zone ricche costiere, del basso Yangzi e quelle suburbane non fanno testo), è ignorante, semianalfabeta, esclusa ruùl'informazione, e la prospettiva di un miglioramento globale e decisivo delle sue condizioni è a lungo termine. Ai ceti medi e colti delle città questa immensa campagna appare come una palla di piombo al piede nel cammino verso la modernità. Da parte loro, i contadini, che per millenni sono stati strumento al fiorire della civiltà urbana e bestie da soma dei letterati, conservano verso i cittadini, e più verso i cittadini colti, l'invidia e la rivolta latente del servo. A misura che ci si allontana dal periodo eroico di -Yan'an, quando la rivoluzione agraria e la lotta armata nelle province del Nord-Ovest parvero rovesciare la fisionomia di questa massa "arretrata", i contadini si mutano sempre più, agli occhi dei ceti colti, in un'immensa Vandea: anche quando, come è frequente, i giovani istruiti, gli studenti, vengono dalla campagna - ma se ne distaccano. Mentre i contadini sono esclusi da quel tanto di "stato sociale" che gli abitanti delle città hanno garantito. Il partito comunista negli anni Cinquanta e Sessanta si faceva arbitro e mediatore di questa e deHealtre contraddizioni governandole d'autorità dall'alto. Ma, per un verso, la sua politica era Foto di Vu Zong Hoi Vi (G. Neri). ILCONTESTO incerta perché a sua volta aveva ereditato al proprio interno la divisione fra l'anima cittadina-terzinternazionalista e quella guerrigliera-contadina; per l'altro verso, l'autorità dei suoi funzionari (delegati secondo la dottrina, e in astratto, di una classe operaia poco presente nel primo quindicennio) cresceva e diventava via via più assoluta e arbitraria: si riformava la burocrazia al di sopra del popolo. La politica di Mao Zedong è stata uri lungo e deliberato oscillare fra fa messa in evidenza delle contraddizioni sociali, anche provocando l'esplosione dei conflitti, e il ritorno all'ordine, sotto la guida del partito. Questa politica delle "ondate" e dei "zigzag" mirava a garantire una dialettica fra governanti e governati e fra i vari strati della società, in assenza di strutture istituzionali entro le quali lasciarla svolgere. Ne risultava un equilibrio sempre più precario, mentre non era impedi~o. di fatto, il rafforzamento progressivo della nomenklatura e delle sfere di potere (per esempio cultural-accademico) ad essa adiacenti. La decisione, presa ali' inizio della rivoi uzione culturale, di lasciare libero sfogo alla protesta popolare per troncare l'ascesa del dispotismo burocratico aveva il carattere di una pericolosa scommessa, come -tutte le scelte rivoluzionarie, quando ogni altra via d'uscita era sbarrata. Ma i conflitti entro la società erano troppo acuti perché si potesse ricostituire una sorta di unità nazionale contro il potere burocratico. Quest'ultimo, diviso in fazioni, seppe giovarsi della rivolta per trasformarla in disordine e trame vantaggio. Morti Zhou Enlai eMao Zedong, si riaffermò con forza nel suo complesso, ma dovette ricorrere a un mezzo colpo di stato per eliminare dal proprio seno le minoranze che in alcune grandi città mantenevano un rapporto con gli operai. Questi ultimi infatti con lo sviluppo industriale erano cresciuti nel numero e nel grado di coscienza, si presentavano ora come eredi e possibili continuatori della rivoluzione, verso un principio di democrazia socialista. Era la minaccia più sostanziale al potere burocratico. Per sopravvivere, questo doveva troncarlo alla radice, e cercare ap-

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