Comunque, m'importa poco: so solo che mi piace mescolare: penso che si possa ridere di tutto, ma non voglio fare solo \!ella satira. Voglio far ridere senza ricorrere ai frizzi e lazzi. Non ci sono state molte cose felici durante le riprese del Barone di Munchhausen. Una di queste è stata John Neville, n protagonista. Avevopensatoaluiperdeimesi.Maquandoho contattato il suo agente mi sono sentito rispondere: "No, ormai fa solo teatro". Avevo fatto molti provini, l'inizio· delle riprese si avvicinava sempre più e io continuavo a pensare a Neville. Finché un giorno (eravamo già a Roma) la truccatricemihadettocheeracresciutainsieme a John Neville, che lo conosceva molto bene e che aveva il suo numero di telefono privato. L'ho chiamato in Canada e ho scoperto che era un grande fan dei Monty Python. Ho preso l' aereo e l'ho convinto. Anche Robin Williams non doveva fare il film, perché il suo agente non voleva. La colpa era tutta di una serie di articoli su "Variety" che parlavano di Brazil come del nuovo disastro dell'anno, una specie di lsthar, di Cancelli del cielo. Robin invece voleva fare la parte del re della Luna e così ha deciso che non sarebbe apparso col suo nome sui titoli del film, si sarebbe firmato "Ray D. Tutto". Jobn Cleese Ho cominciato arecitare al Clifton College, vicino aBristol, a 16 anni. EranelFaustdiMarlowee facevo Lucifero,maero già grande come adesso, due metri di altezza, e dovevo pesare sai sessanta chili. Mi avevano costretto a indossare un collant, e quando sono apparso gli spettatori hanno urlato dal ridere, e sì che il ruolo era ben drammatico! È cosìche è cominciato. Poi ho insegnato due anni in una scuola presso Bristol e. sono entrato a Cambridge per studiare legge, unendomi a un gruppo in cui c'era gente come Jonathan Miller, Peter Cook, Graham Chapman e Eric ldle, che poi hanno fatto tutti parte dei Monty Python. Montavamo uno spettacolo di sketch due volte a trimestre, e ne scrivevamo noi i testi; i migliori venivano raccolti in uno spettacolo annuale, in un teatro cittadino, e la gente pagava per vederci! Nel '63 abbiamo dato uno di questi spettacoli al festival di Edimburgo e laBBC mi haproposto di lavorare come sceneggiatore, ·e subito dopo come producer. Alla BBC c'erano stati anni prima i Goons. Io ascoltavo quelle trasmissioni - a metà degli anni Cinquanta _t religiosamente, l'orecchio letteralmente incollato alla radio per non perdere le battute, che le risate degli spettatori coprivano. Satira e nonsense si mescolavano, e i Goonsrappresentavano anche un cruciale punto di unificazione sociale dell 'humor inglese, traclassi lavoratrici emiddle-class. Smisero nel '60, io ho cominciato nel '64 con una trasmissione che si chiamava/' m sorry l' li Read That Again. Poi sono andato negli USA due anni e quando sono tornato la BBC aveva continuato la serie senza di me. Ho ricominciato, e abbiamo f&ttoun centinaio di episodi ancora. Non credo che ci saranno altri fùm della serie dei Monty Python. Ci sono troppe difficoltà, adesso. Per esempio Terry Jones ha sempre diretto lui i film d~iMonty Python, ma Terry Gil- · 1iammette adesso in s~ena i suoi, con un budget sui 44 milioni di dollari. Non credo che voglia tornare indietro ... Per conto mio, su Unpesce di nome Wanda incidevo, diciamo, per il 40%. Mi sarebbe difficile tornare ai Monty Python - quando contavo, diciamo il_16?66%-soprattutto adesso che ho fatto i cinquant'anni e so esattamente cosa mi interessa. La maggior parte dei Monty Python ha fatto un'esperienza difficile sul Set del Senso della vita. La preparazione della sceneggiatura fu troppo lunga, ho sempre sostenuto che con tutto quel tempo si potevano scrivere due film e mezzo, e non sono d'accordo col materiale che è poi stato utilizzato. E sono troppo vecchio perribunarmi in un' esperienza del genere ... In Wandac'èunforte aspetto satirico: la satira degli americani e del loro linguaggio volgare, di cui Wanda e Otto sono campioni, o della loro mancanza di cultura; c'è anche una satira degli inglesi, però, attraverso il personaggio di Ken, per esempio, che ama più gli animali degli uomini. Un tipo di satira sociale e politica. Che verte soprattutto sulle differenze tra inglesi e americani. Le dichiarazioni di Gilliam sono prese da "Positif' n. 289 e "La Revue du Cinéma" n. 447; quelle di Cleese da "Positif' n. 336. 67
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